L’ultima sul Bigfoot arriva da Odgen, una cittadina dello Utah. Un abitante della zona è convinto di aver trovato un cranio fossile della creatura metà umana e metà scimmiesca che popolerebbe le fitte foreste del Nord America. L’uomo ha mostrato il reperto ai giornalisti del quotidiano locale, lo Standard-Examiner, che ha subito- comprensibilmente…- dato ampio risalto alla curiosa notizia.
LO STRANO REPERTO TROVATO NELLO UTAH CON IL SUO SCOPRITORE
Qualche giorno fa, infatti, Todd May, un investigatore privato, si è presentato alla redazione del giornale per raccontare la sua incredibile scoperta. “La volete vedere? È nella mia auto”, ha detto al reporter che lo stava ascoltando incredulo. E in effetti, dal bagaglio della vettura ha tirato fuori un contenitore dal quale è apparsa una specie di grossa palla da bowling dall’aspetto insolito: nella parte anteriore, sembra di riconoscere le fattezze di un volto con un naso largo e schiacciato, una mascella pronunciata e una fessura al posto delle labbra.
“Una testa dell’Isola di Pasqua in miniatura”, scrive il giornalista dello Standard-Examiner per rendere l’idea. Il signor May riferisce di averla trovata qualche settimana fa, mentre scavava nel Canyon di Ogden alla ricerca di fossili. “All’inizio non ho capito bene cosa fosse, perchè era a faccia in giù. Quando l’ho estratta dal terreno, ho visto i lineamenti: perfetti”, spiega nell’intervista.
Ma come può essere sicuro che sia davvero il cranio di un Bigfoot fossilizzato? Semplice: perchè ne ha visti, di molto simili, altri due. In entrambi quei casi, però, erano saldamente attaccati ai colli di altrettante creature vive e spaventose. Insomma, Uomini-Scimmia a spasso sulle loro gambe per i boschi dello Utah. Il primo avvistamento risalirebbe all’aprile del 2011.
LA CONSUETA RAFFIGURAZIONE DI YETI E BIGFOOT
Era sera tardi. Todd May si stava godendo le sorgenti termali naturali che sgorgano all’imbocco del canyon, quando ha notato qualcosa spuntare dai cespugli, dall’altra parte del fiume. Qualcosa di colore molto scuro, ricoperto da una pelliccia setosa, e in rapido movimento. “Il mio primo pensiero fu: accidenti, deve essere scappato un gorilla dallo zoo! Ma poi subito mi sono detto: che caspita ci fa qui gorilla? E allora ho capito cosa avevo visto davvero…”
L’ incontro si è poi ripetuto il mese scorso, nella stessa area, a notte fonda. Mentre faceva il consueto bagno termale, ha sentito il rumore di rami spezzati e di sassi gettati nell’acqua. “Ho deciso di investigare e me lo sono visto lì, tra gli alberi”, racconta. “Era ben illuminato. Era alto e robusto. Ad un certo punto mi ha guardato e io sono rimasto raggelato. Sarò rimasto a fissarlo per un minuto, poi ho sentito qualcuno scappare via gridando <C’è un mostro!>. Quindi anche qualcun altro l’ha visto”.
Storie condivise, a quanto pare: tanta gente, da queste parti, ha una sua personale esperienza con un Bigfoot da raccontare. Ma ora spunta questa presunta testa fossilizzata, qualcosa di più di una chiacchiera- stavolta, c’è un oggetto concreto da analizzare. Todd May non si tira indietro, ma alle sue condizioni. “Sarei felice se uno scienziato lo esaminasse, ma non voglio che finisca nelle mani di qualcuno che poi lo fa sparire“, dice.
Nel frattempo, il quotidiano locale ha inviato le foto del reperto ad alcuni paleontologi per averne un primo, sommario parere. Uno di loro, Kenneth Carperter, direttore del Museo preistorico della Utah State University Eastern di Price, ha subito risposto. “Ammetto che è la roccia dall’aspetto più umano che io abbia mai visto. Ma non c’è dubbio che sia un fenomeno naturale: è solo una pietra strana.”
A dare questa certezza all’esperto è l’assenza di alcune caratteristiche essenziali di un reale volto umano, quali le orbite oculari, le narici e i denti. “Sembra più una faccia che un teschio, ma quando una faccia si decompone, le prime parti a scomparire sono i tessuti ricchi di acqua, come gli occhi. Anche se le palpebre sono chiuse, si vede la cavità oculare svuotata. Senza contare poi l’opera degli animali-spazzini, che si nutrono di questi tessuti. In natura, i corpi rimasti all’aperto di riducono ad ossa spolpate.”
Opinione condivisa anche dal paleontologo della Brigham Young University di Provo, Brooks B. Britt. “Accade molto spesso che la gente mi sottoponga oggetti del genere, ma rararamente si tratta di reali fossili. Quasi sempre, sono rocce dall’aspetto anomalo. Mi hanno portato sassi a forma di cuore, reni, dita- ogni tipo di parte anatomica. Eppure, non c’è verso: non danno retta a nessuno e restano della loro idea.”
UN CRANIO FOSSILE O SOLO UNA ROCCIA CURIOSA?
Proprio la reazione di Todd May. In attesa di un esame diretto- una banale lastra ai raggi X sarebbe già molto indicativa- resta convinto di aver fatto la scoperta del secolo ed esorta gli altri ricercatori fai-da-te a seguire il suo esempio:”Bisogna stare attenti ed essere più consapevoli di quello che ci circonda. Credo che ci siano tantissimi reperti, fossili ed altri oggetti attorno a noi. Ci passiamo accanto ogni giorno: se tenessimo gli occhi ben aperti, ce ne accorgeremmo.”
SABRINA PIERAGOSTINI
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