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Caso Roswell, conto alla rovescia per il 5 maggio

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La data si avvicina, una data attesa da molte persone sparse nel mondo: da chi spera di conoscere la verità su uno degli episodi più noti dell’ufologia e da chi al contrario è certo di assistere semplicemente ad un bluff. La data è il 5 maggio e l’argomento è l’UFO crash di Roswell. Per quel giorno, il giornalista Jaime Maussan promette una rivelazione sconvolgente.

IL GIORNALISTA MESSICANO JAIME MAUSSAN

IL GIORNALISTA MESSICANO JAIME MAUSSAN

Nell’auditorium di Città del Messico, davanti a qualche centinaio o forse a qualche migliaio di spettatori seduti in platea (non si sa quanti altri lo guarderanno in diretta via streaming), Maussan mostrerà il contenuto di due immagini– datate agli anni ’40 del secolo scorso- che raffigurerebbero una creatura aliena. A suo dire- e secondo gli altri ricercatori che hanno studiato le foto- l’E.T. in questione sarebbe uno di quelli morti durante lo schianto di un disco volante precipitato il 4 luglio 1947 nel New Mexico.

 “Sé testigo– Be witness”: sii testimone- insomma, guarda con i tuoi occhi- è il titolo della serata che inizierà alle 17.30 (ora locale, notte fonda in Italia), ma raggiungerà il suo clou alle 19.30 quando- in lingua inglese- il conduttore e i suoi ospiti spiegheranno come sono arrivati a ritenere quelle due KodaChrome  la ”pistola fumante” dell’ufologia. Dalle prime indiscrezioni, sappiamo che sarà uno show molto tecnologico: sarà proiettato un ologramma per presentare al pubblico l’alieno in modo virtuale e tridimensionale.

 Ad assistere all’evento- che molti già annunciano storico- ci saranno tv, reporter e ricercatori da tutto il globo. Tra gli italiani, sarà presente Pier Giorgio Caria, che realizzerà immagini ed interviste. Non ci sarà invece Roberto Pinotti, che per motivi personali ha dovuto declinare l’invito ricevuto dagli organizzatori. Tuttavia, il segretario del Centro Ufologico Italiano ha voluto condividere con loro un ricordo, che risale ai tempi del suo servizio militare, e che sembra confermare l’esistenza di un segreto a lungo custodito dall’Air Force degli Stati Uniti. Ecco parte del testo.

IL CARTELLO CHE RICORDA L'UFO CRASH DI ROSWELL

IL CARTELLO CHE RICORDA L’UFO CRASH DI ROSWELL

“Nel 1970 (nel pieno della Guerra Fredda), dopo l’università vinsi un concorso e fui selezionato per diventare ufficiale nella III Brigata Missili dell’esercito italiano, un’ unità di élite della NATO con armi nucleari. La III Brigata Missili includeva anche personale militare americano dell’esercito degli Stati Uniti che aveva il controllo delle testate atomiche da utilizzare in caso di conflitto con l’Unione Sovietica e con i Paesi del Patto di Varsavia.

 Alla fine del servizio militare, nel mese di marzo 1972, il mio comandante ( che era a conoscenza del mio interesse in materia) mi ordinò di preparare una lezione sugli UFO allo scopo di “informare adeguatamente” gli ufficiali superiori della mia unità. Così feci e fu un grande successo, dal momento che in seguito il mio comandante decise di pubblicare il testo della mia presentazione sull’organo ufficiale dell’esercito italiano, “Rivista Militare”. La mia conferenza fu una rassegna generale sul problema UFO considerando anche l’ ipotesi extraterrestre come unica possibile risposta.

 Ma ad essere estremamente importante per me fu il fatto che- mentre stavo scrivendo la presentazione- mi vennero a trovare due ufficiali americani ( un capitano e un tenente dell’esercito degli Stati Uniti). “Tenente Pinotti”, mi chiesero “cosa dirai sull’argomento?”. Mostrai loro il testo e mi dissero che andava bene. Ma prima di andarsene, il capitano affermò:”Sai, negli Stati Uniti, noi abbiamo anche alcuni dischi volanti precipitati e i corpi dei loro piloti…”. Io non feci commenti.

Ovviamente ne fui sorpreso e piuttosto scettico ( il caso Aztec citato da Frank Scully era stato appena smascherato e nessuno sapeva alcunché di Roswell a quei tempi) e così pensai che avesse semplicemente espresso una sua opinione. Ma d’altro canto, ne aveva parlato come se stesse descrivendo un fatto, non un parere.

 Soltanto in seguito ( il libro su Roswell di Berlitz e Moore fu pubblicato nel 1979) mi resi conto che le sue parole erano davvero un’ informazione confidenziale per un collega e un alleato come io ero, ben consapevole del fatto che eravamo entrambi militari e come tali con l’obbligo di rispettare argomenti confidenziali e classificati. Diciannove anni dopo, nel 1991, ho svolto indagini sul caso Roswell sul posto,contattando molti testimoni e mi sono convinto della autenticità della vicenda…”

UN FRAME DEL VIDEO PROMOZIONALE DELL'EVENTO DEL 5 MAGGIO

UN FRAME DEL VIDEO PROMOZIONALE DELL’EVENTO DEL 5 MAGGIO

Insieme all’attesa, come prevedibile, stanno crescendo anche le polemiche sulla serata di Città del Messico. Una delle due diapositive che saranno ufficialmente presentate al pubblico il 5 maggio in realtà già circola sul web: è bastato ingrandire, filtrare  e adattare l’immagine mostrata nel video promozionale dell’evento. La foto mostra in effetti una creatura grigiastra con una testa sproporzionata, ma -a detta di molti utenti del web- non sarebbe altro che la piccola mummia di un bimbo malato di idrocefalia scattata in un museo degli Stati Uniti.

Qualche dubbio deve serpeggiare anche tra i più grandi esperti in materia UFO, come dimostra Stanton Friedman, che non prenderà parte alla serata a Città del Messico ed ha motivato così al blog “The UFO Chronicles” la sua scelta: “Non ho visto elementi specifici che mi convincano che le foto siano dei falsi. Ma ciò non stabilisce un legame con i fatti di Roswell. Sì, resto dell’idea che un’astronave aliena con corpi a bordo si sia schiantata vicino a Corona, nella piana di San Augustin, e vicino ad Aztec. Ma non voglio che la mia presenza a Città del Messico sembri dare maggior legittimazione, in assenza di prove serie che le diapositive siano davvero quello che si dice che siano”.

UNA DELLE DIAPOSITIVE AL CENTRO DELLE POLEMICHE

UNA DELLE DIAPOSITIVE AL CENTRO DELLE POLEMICHE

Insomma, è tutto da verificare se davvero – tra pochi giorni- sarà scritta la parola definitiva sul mistero di Roswell oppure se assisteremo all’ennesimo scoop montato ad arte e destinato a sgonfiarsi. C’è una coincidenza curiosa: proprio il 5 maggio di venti anni fa – era il 1995- fu proiettato a Londra, in prima mondiale, alla presenza di pochissimi e selezionati invitati (tra loro c’erano gli italiani Maurizio Baiata e Roberto Pinotti), il filmato dell’autopsia su un corpo alieno, il cosiddetto “Santilli Footage“. Poco tempo dopo, si rivelò un falso clamoroso. Che la storia sia destinata a ripetersi?

SABRINA PIERAGOSTINI

 

 

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