Definirlo gigantesco appare riduttivo. Avrà un diametro di 500 metri, coprirà una superficie pari a 30 campi da calcio e una volta terminato costerà un miliardo e duecento milioni di Yuan- pari a oltre 165 milioni di euro. Stiamo parlando di FAST– acronimo delle parole inglesi Five-hundred-metre Aperture Spherical radio Telescope, il mega radiotelescopio voluto da Pechino. Obiettivo dichiarato: trovare segnali di vita extraterrestre.
La colossale antenna, la cui costruzione è iniziata nel 2011, sarà in funzione entro il prossimo autunno. Sorge nella provincia di Guizhou e per evitare interferenze radio il Governo cinese sta procedendo al trasferimento e al ricollocamento dei 9110 abitanti dei villaggi che si trovano nel raggio di 5 chilometri dal cantiere. Ognuno di loro riceverà una somma di poco superiore a 1500 euro a titolo di rimborso. Non è la prima volta che in Cina intere comunità vengono spostate quasi di peso in nome di grandi opere statali. Ad esempio, negli anni precedenti le Olimpiadi del 2008, si calcola che almeno un milione e mezzo di persone sia stato costretto a lasciare le proprie case.
FAST è destinato a far impallidire quello che attualmente è il più vasto radiotelescopio al mondo, ovvero l’Osservatorio di Arecibo, a Porto Rico, con “appena” 300 metri di diametro. È l’ultima dimostrazione di forza della Cina, ormai da anni impegnata in una sorta di gara a distanza con Russia, Stati Uniti e Europa per affermarsi come super-potenza anche dal punto di vista dell’esplorazione spaziale, colmando il gap accumulato nei decenni precedenti.
È un programma da svariati miliardi di euro che contempla – ad esempio- la costruzione di una stazione spaziale permanente entro il 2020 e persino una missione con equipaggio umano sulla Luna- la prima da 40 anni a questa parte. Il governo cinese, insomma, pensa in grande e non lesina sulle spese, specie quando si tratta di sbaragliare la concorrenza. Anche nel caso di FAST ha voluto progettare una strumentazione all’avanguardia per quanto riguarda la tecnologia e da record per quanto riguarda le dimensioni.
Non senza orgoglio, uno degli scienziati che sta lavorando alla realizzazione di FAST ha affermato che se il radiotelescopio fosse riempito di vino, ognuno dei sette miliardi di abitanti del pianeta potrebbe spillare da qui l’equivalente di 5 bottiglie. Ma, ovviamente, non è questo lo scopo di Pechino. I ricercatori cinesi, più volte intervistati in patria, hanno spiegato l’enorme valore scientifico di questa impresa titanica. Secondo quanto riferito dai giornali cinesi, FAST sarà composto da 4450 pannelli mobili di forma triangolare.
Una volta in azione, sarà usato per una vasta gamma di ricerche: riuscirà a coprire un’area del cielo due o tre volte maggiore di quella oggi controllata dall’ Osservatorio di Porto Rico e potrà essere sfruttato per studiare la materia oscura e l’energia oscura, misteri ancora insondabili per gli scienziati, oltre che l’origine delle galassie e le pulsar. Ma non solo. A detta del China Daily, i pannelli saranno soprattutto utilizzati per riflettere i segnali radio provenienti da luoghi anche molto distanti del cosmo.
Come ha spiegato Nan Rendong, uno dei responsabili del progetto, il Radio Telescopio con Apertura Sferica da 500 metri “è come un orecchio sensibile, per ascoltare i segnali radio dotati di significato tra i rumori di fondo dell’universo. Praticamente, è come identificare il frinire delle cicale dentro a un temporale.” Senza troppi giri di parole, ecco dunque quale è il fine ultimo di questo super-radiotelescopio: scoprire l’esistenza di vita intelligente nello spazio.
Lo ha dichiarato Wu Xiangping, Direttore generale della Società Astronomica; lo ha confermato l’astronomo Shi Zhicheng. Per lui, “se esistono Alieni intelligenti, i messaggi che producono o che si sono lasciati alle spalle, se sono stati trasmessi nello spazio, possono essere rilevati e ricevuti da FAST.” Tutte dichiarazioni ufficiali che elenca, nel suo articolo online, il britannico “The Guardian”.
E questo angolo di Cina– in una regione scarsamente popolata, incastonata in un paesaggio carsico- è stato scelto proprio perché sembra il luogo ideale per captare i segnali extraterrestri. Anche in questo, Pechino mira al primato: vuole essere il primo Paese al mondo a scoprire l’eventuale presenza di altre creature intelligenti. In un articolo celebrativo dei trionfi scientifici raggiunti dal colosso asiatico, pubblicato qualche mese fa dal South China Morning Post, c’era infatti scritto: “Se riusciremo ad entrare in contatto con gli Alieni, la Cina potrà giocare un ruolo chiave: i nostri occhi e le nostre orecchie inseguono la possibilità che ci sia vita su un altro pianeta.”
In un comunicato diffuso dalla direzione del mega radiotelescopio, il messaggio è ancora più esplicito: “La ricerca di vita extraterrestre è di solito considerata un compito ad alto rischio. Tuttavia, in caso di successo, oscurerebbe ogni altro traguardo scientifico raggiunto dall’Umanità. E l’unica via per comunicare con civiltà su pianeti distanti è cercare segnali elettromagnetici artificiali.” La Cina ci crede, la NASA è avvertita…
SABRINA PIERAGOSTINI