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Il Dio della Bibbia: Mauro Biglino a confronto con i teologi

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Non capita tutti i giorni di vedere una platea affollata di 450 persone, riunite per seguire un dibattito  culturale. E capita ancora meno di frequente se l’argomento in discussione è la Bibbia. Eppure è successo, a Milano, qualche giorno fa: una sala strapiena ha ascoltato e interrogato per oltre 4 ore gli esperti chiamati a parlare di Dio e dei testi sacri. Non esperti qualunque, ma rappresentanti del mondo cristiano ed ebraico che per la prima volta si sono confrontati in pubblico con Mauro Biglino.

IL TAVOLO DEI RELATORI ALL'INCONTRO DI MILANO (foto Isabella Dalla Vecchia)

IL TAVOLO DEI RELATORI ALL’INCONTRO DI MILANO (foto Isabella Dalla Vecchia)

Biglino si è ormai ritagliato un posto  tra gli scrittori più discussi del nostro Paese: o lo si ama o lo si detesta, difficile che lasci indifferenti. Ovunque vada, in conferenze nelle quali spesso è unico ospite, fa il tutto esaurito. I suoi libri sono diventati un caso letterario:  in un panorama asfittico come quello dell’editoria italiana, i suoi saggi vendono oltre ogni più rosea aspettativa. Eppure, nasce come traduttore dell’ebraico masoretico, analizzato dall’autore con l’accuratezza dell’esegeta e del filologo, parola per parola. Apparentemente, nulla di affascinante, specie per il vasto pubblico. Ma seguendo questo metodo, Biglino è arrivato a conclusioni sconcertanti.

Dall’ interpretazione letterale dell’Antico Testamento ha ricavato una storia ben diversa da quella che insegnano a catechismo. Una storia che assomiglia molto a un racconto di fantascienza: l’essere superiore che guida il popolo di Israele non sarebbe affatto Dio, inteso come entità spirituale, trascendente ed eterno, ma una creatura reale, concreta, dotata di una tecnologia avanzata e per questo adorata e temuta- come gli altri suoi pari, gli “dei” dei vari Pantheon antichi- dai nostri antenati agli albori della civiltà. In estrema sintesi, possiamo dire che Biglino ha riscoperto nella Bibbia gli indizi a sostegno della Teoria degli Antichi Astronauti propugnata da molti altri scrittori in passato. Solo che lui lo fa da erudito, da profondo conoscitore del testo ebraico.

Ovviamente, affermazioni del genere, esplicitate nei suoi libri già a partire dai titoli (“Il Dio Alieno della Bibbia”, “Non c’è Dio nella Bibbia” e così via) gli hanno attirato da un lato la devozione di coloro che credono nell’esistenza degli Alieni e nella loro interferenza nella storia dell’Umanità,  dall’altro la bocciatura senza appello di chi invece da credente o da scettico respinge tali ipotesi come fantasie per poveri sciocchi. Ecco perché trovare teologi e religiosi disposti a discutere con lui pubblicamente non è stato semplice e il dibattito, organizzato dalla casa editrice Uno Editori in collaborazione con il portale web Luoghi Misteriosi.it, si è trasformato subito in evento: i biglietti sono andati esauriti in 48 ore.

UNO DEI LIBRI DI MAURO BIGLINO

UNO DEI LIBRI DI MAURO BIGLINO

Sul tavolo dei relatori si sono seduti Ariel Di Porto, rabbino capo di Torino; Monsignor Avondios, arcivescovo della Chiesa Ortodossa  di San Nicola a Milano; il pastore e teologo valdese Daniele Garrone e don Ermis Segatti, docente di Teologia morale all’università cattolica del Sacro Cuore. In nome della propria fede e dei propri precetti, tutti hanno difeso il loro punto vista rispondendo a quattro domande: da dove nasce la certezza dell’esistenza di Dio, come distinguere i passi da leggere in chiave letterale da quelli allegorico-metaforici, quali sono le traduzioni non condivisibili presenti nei testi sacri, come intendere il peccato originale.

Macro-quesiti ai quali gli ospiti hanno risposto senza sorprese. Se Mauro Biglino ha ripetuto i nodi centrali della sua ricerca, gli esponenti religiosi hanno ribadito il loro credo. “L’esistenza di Dio non deve essere dimostrata, essendo un elemento essenziale della nostra fede e senza questo presupposto non si fa parte di Israele”, ha ad esempio spiegato il rabbino Di Porto. “Noi sappiamo di Dio solo quello che lui ci dice e la sua voce parla dalle pagine delle Sacre Scritture”, ha detto invece il professor Garrone. “Non è l’uomo a fare Dio, ma Dio a fare l’uomo. E senza di lui, non potremmo neanche porci la domanda sulla sua esistenza, perché il Caos non crea nulla”, la posizione del teologo cattolico.

Un dibattito di alto livello, sempre misurato, che si è scaldato però nella parte finale. Prima, con la presenza di un sesto relatore, Emilio Salsi, convinto che Gesù non sia mai esistito: un intervento stonato, il suo, non tanto per le idee esposte- c’è un intero filone di ricerca che ha messo in dubbio la storicità del Cristo- ma per il tono inutilmente aggressivo e provocatorio nei confronti dei teologi seduti al suo fianco. E poi, per le domande del pubblico, che si sono principalmente focalizzate sulle apparenti contraddizioni contenute nell’Antico Testamento, come quando si parla di Dio come condottiero o Signore degli Eserciti che ordina massacri. “La Bibbia riflette l’interpretazione umana della storia e la violenza in nome di Dio è un dato di fatto, ma molte delle battaglie descritte non sono mai avvenute”, è stato il senso della replica.

LA SALA AFFOLLATA DI PUBBLICO (foto Isabella Dalla Vecchia)

LA SALA AFFOLLATA DI PUBBLICO (foto Isabella Dalla Vecchia)

Tutti, naturalmente, sono rimasti sulle proprie posizioni e non ci sono state né clamorose aperture né inaspettati dietrofront. Ma per lo meno è iniziato un dialogo con l’”eretico” Biglino- come è stato anche definito in ambienti cattolici- senza preclusioni o pregiudizi, un risultato di per sé notevole. Anche perché i relatori si sono detti disponibili a ripetere l’esperienza in futuro, probabilmente colpiti dalla passione e dalla volontà di capire dimostrate dalle centinaia di persone presenti in sala. E dunque forse il confronto si ripeterà, magari- chissà- anche alla presenza di un esponente del mondo islamico questa volta assente.

Alla fine della lunga giornata, ho voluto comprendere cosa pensassero davvero gli altri conferenzieri delle idee di Biglino, soprattutto relativamente all’ipotesi aliena. Ariel di Porto aveva già lasciato il dibattito per rientrare a Torino, ma gli altri hanno risposto alle mie domande. “Non conoscevo affatto le sue teorie”, ha confessato Don Ermis Segatti , “ma direi che semmai queste teorie dicono che la Bibbia è stata scritta da uomini. Vale sia per l’Antico Testamento sia per la Torah, così i Vangeli, scritti secondo Luca, secondo Matteo… La grande scommessa della Bibbia è che le mani d’uomo sono state capaci comunque di trasmetterci qualcosa di Dio.

Oppure, capovolgendo il punto di vista,  Dio non ha avuto paura di passare attraverso la storia degli uomini, ma neanche si è fatto incasellare dentro la nostra storia: la accompagna. Così puoi avere il Vangelo secondo Matteo, ma Dio non si riduce solo a quello che dice Matteo… E per quanto riguarda la vita extraterrestre, secondo me la teologia farebbe bene a star zitta su ciò che non si sa e noi non sappiamo nulla della vita extraterrestre. La teologia taccia, chè fa un gran lavoro, ha chiacchierato fin troppo in passato! ”, ha detto con enfasi  il sacerdote.

UNA PAUSA DEL DIBATTITO (foto Isabella Dalla Vecchia)

UNA PAUSA DEL DIBATTITO (foto Isabella Dalla Vecchia)

“Ho letto il suo ultimo libro per prepararmi all’incontro”, ha ammesso invece Daniele Garrone. “Da un lato lo trovo un po’ ingenuo, solleva dei problemi sui quali discutiamo da un secolo, per esempio sulla presenza di elementi politeistici nella Bibbia ebraica. Fa delle giuste obiezioni alle imprecisioni di certe traduzioni, ma dice delle cose sull’ebraico che io non condivido . Non capisco tutta l’emozione, tutto il pathos  attorno a questioni che non risolvono i problemi, se uno crede o non crede, se Dio c’è o non c’è… La sua è un’interpretazione fantasiosa come alcune della tradizione cristiana.

La parola Elohim, che per Biglino  ha grandissima importanza, ancorché un plurale nella Bibbia ebraica con il verbo al singolare, con gli aggettivi al singolare, è usata esattamente per indicare Dio nel senso dell’essere superiore, trascendente e unico alla fine dell’evoluzione del pensiero ebraico. Discutiamo se quel racconto su quel Dio ci può dire qualcosa di importante anche per noi oppure se si può ridurre alle fantasie di un popolo antico, ma se questo è il livello dello scontro, non si fa con delle dubbie interpretazioni grammaticali,” ha chiosato il teologo protestante.

Si discosta in parte la posizione di Monsignore Avondios, protagonista in passato di una intervista doppia con Mauro Biglino realizzata da Sergio Succu e Isabella Dalla Vecchia di Luoghimisteriosi.it e poi ospite del convegno di Extremamente “Figli delle Stelle”, lo scorso settembre. Senza rinnegare nulla delle sue certezze di cristiano ortodosso, mi ha risposto: “Nell’ultimo periodo posso dire di essere diventato quasi un fan di Biglino! Sono molto incuriosito dalle sue teorie, perchè la Chiesa non deve assolutamente chiudersi come ha già fatto in passato, chiudersi in un recinto nell’incapacità di guardare ciò che è al di là di quanto ha sempre detto e ribadito. Per  questo io ho letto i suoi scritti, l’ho seguito,  perché trovo tante delle sue teorie interessanti da combattere dal punto di vista teologico e interessanti da approfondire dal punto di vista scientifico, per avere più conoscenze di quello che è intorno a noi.”

UN ALTRO MOMENTO DELLA "TAVOLA ROTONDA"  (foto Isabella Dalla Vecchia)

UN ALTRO MOMENTO DELLA “TAVOLA ROTONDA” (foto Isabella Dalla Vecchia)

In merito  alla presenza di elementi che nella Bibbia rimanderebbero a oggetti volanti non identificati, abduction e presenze aliene, Monsignor Avondios è stato possibilista: ”La Chiesa, soprattutto nell’ultimo periodo, non ha negato e non può negare che al di là di quello che noi conosciamo e abbiamo sempre saputo attraverso la letteratura teologica e storica, può esistere qualcosa altro. Non possiamo negare il fatto che sono stati scoperti certi graffiti di epoca  preistorica in Africa, in America del Nord, in America latina e che in India si parla dei  Vimana. Quindi è possibile che anche nella Bibbia ci sia un’interpretazione di forme esterne alla Terra, di una possibilità che nell’universo possa esistere la vita.  Ma questo non nega assolutamente l’esistenza di Dio e non entra in conflitto con la Chiesa .”

SABRINA PIERAGOSTINI

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