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Il Nono Pianeta, tra ipotesi e fantasie

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Dov’è il nono pianeta? Esiste davvero? Potrebbe essere pericoloso per noi? Domande che si inseguono, dopo l’annuncio della possibile esistenza di un nuovo inquilino del sistema solare, diffuso nei mesi scorsi da due autorevoli ricercatori. Un mondo così lontano da noi e dal nostro Sole da essere invisibile anche per i più potenti telescopi, ma dagli effetti gravitazionali evidenti, secondo i suoi scopritori. Eppure, di lui ancora non c’è nessuna traccia.

GLI SCOPRITORI DEL NONO PIANETA, BROWN E BATYGIN

GLI SCOPRITORI DEL NONO PIANETA, BROWN E BATYGIN

Nel gennaio scorso, l’astronomo Mike Brown- uno dei responsabili della bocciatura di Plutone, declassato a pianeta nano o planetoide- e il suo giovane collega alla Caltech, Konstantin Batygin, hanno sorpreso la comunità scientifica internazionale sostenendo di aver trovato le prove della presenza di un nono pianeta, ad oggi sconosciuto,  grande forse quanto Nettuno e ad un’enorme distanza dal Sole, tanto da compiere un’intera rivoluzione in un periodo compreso tra i 10 e 20 mila anni. La sua esistenza sarebbe dimostrata dalle perturbazioni delle orbite di alcuni oggetti rocciosi dal comportamento anomalo all’interno della Fascia di Kuiper.

Dopo l’annuncio, altri astronomi si sono messi al lavoro per verificare l’importante affermazione dei due ricercatori. Innanzitutto, per stabilire la plausibilità di un ulteriore pianeta. La nostra stella, formatasi da un ammasso circa 5 miliardi di anni fa, una volta aveva centinaia- se non migliaia- di “sorelle”. Tutte avrebbero sviluppato dei proto pianeti e in questi sistemi solari giovani relativamente molto vicini è possibile che una stella abbia “scippato” uno di questi mondi in formazione all’altra o anche che uno di questi mondi sia stato espulso venendo attratto da un altro sole.

Insomma, il nuovo intruso ipotizzato da Brown e Batygin potrebbe essersi inserito in questo modo ai margini del nostro sistema solare, si legge in un articolo appena pubblicato sulla rivista New Scientist da un team di studiosi guidati da Alexander Mustill, dell’Osservatorio Lund in Svezia.  Secondo i loro modelli matematici, che prendono in considerazione anche gli Oggetti Trans Nettuniani, non si può escludere che il nostro Sole abbia attirato nella sua orbita tanto degli esopianeti quando degli agglomerati formati da piccoli corpi celesti- delle specie di “mini nubi di Oort”. La possibilità è molto bassa- non più del 2%- però è pur sempre esistente e dunque l’ipotesi è plausibile.

IL NUOVO PIANETA AVREBBE UNA TEMPERATURA SUPERFICIALE DI -228 GRADI

IL NUOVO PIANETA AVREBBE UNA TEMPERATURA SUPERFICIALE DI -226 GRADI

Ma come potrebbe essere? Secondo Christoph Mordasini e Esther Linder, astrofisici dell’Università di Berna specializzati nella simulazione delle dimensioni dei pianeti esterni al Sistema Solare, questo sconosciuto vicino di casa  potrebbe essere poco più piccolo di Urano o Nettuno, avere  un raggio di 3,7 volte superiore a quello della Terra, con una massa 10 volte maggiore e una temperatura di 226 gradi sotto zero. La distanza dal Sole, oltre a renderlo invisibile, lo condannerebbe ad un inverno glaciale perenne. L’identikit è stato pubblicato sulla rivista Astronomy & Astrophysics ed è una delle tante ipotesi- in mancanza di osservazioni dirette- elaborate dagli addetti ai lavori.

Quello che non è assolutamente credibile è invece l’allarme lanciato sul web a proposito dei potenziali rischi di questo nono pianeta nascosto da qualche parte alla periferia del sistema solare. Un video, che lo associa al famigerato “Planet X” , Nibiru o Nemesis  che dir si voglia, sostiene che questo grande mondo ignoto potrebbe spingere comete e asteroidi in direzione della Terra, con potenziali effetti devastanti e per giunta imminenti: addirittura, il disastro potrebbe avvenire entro un mese. La notizia è stata ripresa persino dal New York Post.

MOLTI ASTROFISICI SONO DUBBIOSI SULLA REALE ESISTENZA DEL PIANETA N° 9

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È stato lo stesso Brown a smentire categoricamente l’affermazione, definendola “un’idiozia”. Con un altro  tweet, ha poi avvisato che le teorie sul nono pianeta non sono tutte uguali. Senza contare poi che la maggior parte dei suoi colleghi ritiene che questo nuovo cugino della Terra non esista affatto. Lo ha detto all’ANSA anche Giovanni Valsecchi , dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziale dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Iaps-Inaf): ”L’ipotesi del nono pianeta si basa su un numero esiguo di corpi celesti, sei o sette, di cui conosciamo poco: ricostruire la loro orbita con i dati che abbiamo oggi comporta un enorme margine di errore”. Per Valsecchi,  ”bisognerebbe osservare direttamente il nono pianeta ma è come cercare un ago nel pagliaio: lento nel movimento e poco luminoso, si potrebbe confondere in mezzo ad un miliardo di stelle”.

SABRINA PIERAGOSTINI

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