Ecco un ricordo di Monsignor Loris Capovilla, segretario personale di Papa Giovanni XXIII, appena scomparso all’età di 100 anni. Lo ha scritto l’amico Alberto Negri che ha avuto il piacere di conoscerlo e di parlargli. L’articolo è pubblicato sul sito SpazioTesla.it, con il titolo ” Il saluto di un piccolo grande uomo”
Erano diverse notti durante le quali mi svegliavo e mi si “materializzava” nella mente un nome…Loris Capovilla… mi domandavo cosa significasse, perché si ripeteva in quei giorni, in quelle notti questo episodio… Era l’inverno 2014.
Mons. Loris Francesco Capovilla per noi – appassionati studiosi e ricercatori nel campo dell’Esobiologia- ha sempre rappresentato il trait d’union di ciò che accadde nei giardini della residenza Papale di Castel Gandolfo nel luglio del 1961 tra Giovanni Roncalli e un “Essere dalle sembianze Umane” (si dice) disceso dal cielo a bordo di navi di luce; un incontro di circa venti minuti che come riportano le cronache fu molto cordiale, come se si fossero rivisti due vecchi amici.
Era la mia passione a innescare questo tarlo nella mente? Oppure come spiega la Nuova Scienza, la Fisica dei Quanti, è stato un “Dominio di Coerenza” ? La risposta non si fece attendere: il viaggio verso Sotto il Monte avvenne di lì a poco.
Ci tengo in particolar modo a evidenziare questi passaggi, che forse per il lettore possono apparire tedianti, ma credetemi, desidero trasferire alcuni dettagli per immergere chi legge a provare (anche forse lontanamente) le emozioni, la gratitudine, l’onore che ebbi nell’incontrare quello che fu il Segretario Privato di Giovanni XXIII.
Era il 6 Febbraio del 2014 quando arrivai nel pomeriggio a Sotto il Monte, piccolo paesino della Bergamasca che conosco bene grazie al mio lavoro: prima tappa la Casa Natale di Papa Giovanni, dove incontro Don Paolo, un sacerdote con il quale mi è capitato di dialogare piacevolmente in altre occasioni. A lui racconto quanto mi accadeva da alcuni giorni e gli chiedo se è possibile avvicinare Mons. Capovilla per una chiacchierata…
Già, una chiacchierata. Tra me e me pensavo :” Sì, ma poi a Capovilla come gli chiedo “quella cosa…””. Don Paolo con gentilezza mi “istruisce” su come fare per incontrarlo: “Senti, tu vai lì a Cà Maitino dalle Suore, suoni il campanello, gli dici chi sei e che desideri parlare al Monsignore… Semplice no?” ” Si certo- risposi– come no…vado lì e…. mah, sarà, se lo dice Lei Don Paolo…”
Poche centinaia di metri e raggiungo la residenza di Cà Maitino, una Casa di Accoglienza con annesso un piccolo museo dedicato a Papa Giovanni. Una “suorina” gentile mi riceve e mi chiede il motivo della visita (si.. adesso che le dico…?). Le dico chi sono e cosa faccio – semplice no? Lei scrive il mio nome su un piccolo biglietto e lo porta a Capovilla (le speranze sono al lumicino, è molto impegnato, mi aveva detto).
Dopo 2 minuti torna velocemente e sorridente mi dice: “Vieni…vieni.. ti riceve”. L’emozione saliva, il tragitto tra l’ingresso e lo studio del Monsignore sembrava non finire tra i lunghi corridoi. Appena varcai la soglia, Capovilla mi venne incontro sorridente e mi disse: “Mi scusi, ho pochissimo tempo, si sieda… Mi dica , mi dica…”
Dopo le presentazioni, pensai che la cosa migliore era dirgli cosa facevo nella vita, il mio lavoro nel settore petrolifero, quali erano le mie passioni per il Volontariato (visto che faccio soccorso sanitario in ambulanza) e gli allungai il biglietto da visita di Spazio Tesla. “Sa, Eminenza, faccio parte di un gruppo di studio ricerca e divulgazione nel campo dell’Esobiologia”. Silenzio.
“Ho avuto la fortuna di conoscere e collaborare con il Cardinal Tonini… Sa, è delle mie parti. Ho conosciuto anche Mons. Corrado Balducci, il demonologo studioso di vite extradimensionali…” Ormai avevo esplicitato la mission.
Parlammo di tutto, della sua nomina di lì a poco a Cardinale e del viaggio a Roma per l’investitura: “Un viaggio che il mio medico e le suore non vogliono che faccia, sa hanno paura…con la mia età.”
Parlammo di politica, economia, di ecosistema, di Vaticano, di Papa Giovanni e del suo forte e a volte spigoloso temperamento, della scampato olocausto della Terza Guerra Mondiale dove la figura di Papa Giovanni ebbe un ruolo determinante, delle sue speranze per i popoli della Terra, che diedero forma a “Pacem in Terris”.
Il tempo sembrava non passare, mi regalò tre piccoli opuscoli scritti da lui poco tempo prima; dopo cinquanta minuti con garbo deciso, si alzò, mi strinse la mano (sembrava se lo sentisse che gli dovessi fare la domanda del luglio 1961): ” Adesso ti devo salutare, devo terminare una lettera e devo ricevere delle persone.”
Arrivai a pochi millimetri dal “target” , come gli atleti che stanno per tagliare il traguardo, ma cadono un millimetro prima… Doveva andare così… Forse è giusto così, ma ero contento di aver ricevuto il dono di aver incontrato Mons. Capovilla.
Mi ricordo che ripartendo da Sotto il Monte, chiamai Sabrina Pieragostini per dirle che l’avrei raggiunta a Segrate, a Mediaset, per consegnarle del materiale video su degli avvistamenti avvenuti da noi nel Piacentino. Le raccontai con emozione lo straordinario che mi era accaduto. Ricordo la sua soddisfazione e ricordo anche la “tirata d’orecchi simbolica” che mi diede sorridendo, per la mancata domanda sul mistero di Castel Gandolfo.
Ricontattai telefonicamente due volte il Cardinal Capovilla nei mesi a seguire, per formulare un incontro, ma con gentilezza e fermezza (doti che lo contraddistinguevano) mi rispose che “non era più possibile parlare”…
Cari lettori, questa è la mia storia, la storia di un incontro con un Piccolo Grande Uomo di nome Loris Francesco Capovilla, che ho avuto l’onore e la fortuna di conoscere nel cammino della mia vita terrestre e diversi miei amici, alla notizia della sua scomparsa, mi hanno rapidamente informato, ben sapendo quant’era stato importante per me quell’ incontro.
ALBERTO NEGRI