L’annuncio fa sperare e sognare: c’è un pianeta in orbita attorno a Proxima Centauri che sembra una copia della Terra. Un piccolo mondo roccioso nella Fascia di Abitabilità che potrebbe- forse, chissà…- anche ospitare la vita. La scoperta effettuata dagli astronomi dell’ESO- l’European Southern Observatory- e anticipata qualche giorno fa, adesso è ufficiale: è stata pubblicata sulla rivista Nature dal team di ricerca della Queen Elizabeth University di Londra.
I primi indizi della presenza di questo mondo alieno- a soli 4.2 anni luce, una distanza davvero piccola in chiave cosmica- erano già stati raccolti nel 2013. Ma solo quest’anno è arrivata la conferma grazie ad una intensa campagna di osservazioni. Il progetto è stato chiamato “Pale Red Dot”- insomma, un pallido puntino rosso- per ricordare quella famosa fotografia della Terra, chiamata “Pale Blue Dot”, scattata dalla sonda Voyager 1 una volta arrivata ai confini del nostro sistema solare. Da quel punto di vista, il nostro pianeta sembra solo un vago puntino celeste.
Ad eccitare gli astronomi è la posizione di questo nuovo mondo: con una massa di una volta e mezza quella della Terra, ruota attorno ad una nana rossa, una stella di dimensioni più ridotte e più fredda del nostro Sole, anche se il calore che emana sarebbe comunque sufficiente a garantirne l’abitabilità. Ma soprattutto, tra i 3 mila esopianeti individuati fino ad oggi, è quello più vicino a noi. “È un fatto epocale, è veramente una pietra miliare per l’umanità”, ha commentato l’astronoma Isabella Pagano, dell’osservatorio di Catania dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), intervistata dall’agenzia di stampa ANSA.
A rendere la scoperta di Proxima b davvero unica – dice la ricercatrice- è “l’aver provato che la stella più vicina a noi ha un pianeta nella zona in cui può esistere acqua liquida e dove anche la temperatura potrebbe essere ideale per l’esistenza di forme di vita. È il coronamento di una ‘caccia’ davvero molto lunga, durata ben 16 anni e condotta da Terra, con il telescopio dell’Osservatorio Europeo Meridionale in Cile, a La Silla”.
Tanto vicino da ipotizzare la possibilità di analizzarne a distanza l’atmosfera, per capire la presenza di ossigeno, idrogeno, azoto e carbonio– i mattoni della vita. Sarà presto possibile con la nuova generazione di telescopi che nei prossimi mesi o anni entreranno in funzione. Così se, per esempio, trovassimo contemporaneamente tracce di ossigeno e di metano, avremmo una prova quasi certa della presenza di forme di vita.
I due gas insieme reagiscono creando anidride carbonica e H2O- ovvero acqua. In un ambiente sterile, si trovano in scarse quantità; se i livelli sono alti, significa che ci sono organismi, come batteri o alghe, che li producono. E per quanto semplici ed elementari, sarebbero comunque le prime entità biologiche extraterrestri ad essere scoperte. Proprio questo è il nuovo obiettivo degli astronomi: stabilire se su Proxima b esistono forme di vita.
Ad oggi, nessuno può dire se la superficie dell’esopianeta sia ricoperta di piante ed animali– esattamente come la nostra- ma se così fosse quassù apparirebbero molto diversi. Innanzitutto, anziché verdi, le foglie degli alberi e degli arbusti su questa copia della Terra sarebbero nere o comunque di una tonalità molto scura, per poter effettuare la sintesi clorofilliana anche in condizioni di scarsa luminosità.
Anche la fauna avrebbe caratteristiche sicuramente insolite per noi, ma a priori non si può nemmeno escludere la presenza di specie intelligenti, perché no? Questo pianeta è più anziano del nostro di svariati milioni di anni, quindi- dicono gli scienziati- la vita (se c’è) avrebbe avuto tutto il tempo per svilupparsi ed evolversi. Oppure- aggiungono i meno ottimisti- ha avuto tutto il tempo per estinguersi.
Proxima Centauri è una stella attiva, con brillamenti solari densi di energia e queste emissioni di plasma possono avere effetti catastrofici. L’acqua che si è formata su questo pianeta potrebbe essersi vaporizzata, il clima potrebbe essere diventato insopportabile e le forme di vita una volta presenti oggi forse sono scomparse. Il gemello della Terra potrebbe rivelarsi una grande sorpresa- o una grande delusione.
SABRINA PIERAGOSTINI