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“I viaggi nel tempo? Per la scienza sono possibili”

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Una macchina per spostarsi avanti e indietro nel tempo, per vedere con i propri occhi i fatti più importanti della storia passata o per scoprire quali strabilianti scoperte ci riserva il futuro… Alzi la mano chi non ha desiderato almeno una volta di possederne una. Il cinema e la letteratura l’hanno immaginata spesso come espediente per trame fantastiche. Eppure, i viaggi nel tempo sono meno incredibili di quello che pensiamo. Anzi, hanno un fondamento scientifico.

A DESTRA NELL'IMMAGINE, L'ASTROFISICO SALVATORE CAPOZZIELLO

A DESTRA NELL’IMMAGINE, L’ASTROFISICO SALVATORE CAPOZZIELLO

 “La fisica dice che sono almeno concepibili. Nel senso che tutta una serie di soluzioni dell’equazione di Einstein dice che esistono possibilità di creare delle strutture, come per esempio  i wormhole, che permetterebbero di viaggiare -anziché nello spazio- nel tempo. Quindi diciamo così: dal punto di vista concettuale, ad oggi, sono possibili”, conferma Salvatore Capozziello, docente di astrofisica all’Università Federico II di Napoli e presidente della SIGRAV, la  Società italiana di Relatività Generale e Fisica della Gravitazione. Insomma, uno che di questi argomenti (astrusi per i più, compresa la sottoscritta…) ne capisce.

Grazie poi alla sua capacità di spiegare anche i concetti più complessi in  termini semplici, il professor Capozziello è la persona ideale con la quale confrontarsi. Il ragionamento- la premessa è d’obbligo- procede per pure ipotesi e supposizioni, ma sempre sui binari tracciati dalla scienza. E la scienza dice che il tempo può essere diverso da quello che l’esperienza ci fa sperimentare nella quotidianità. Noi viviamo un presente attuale, ricordiamo un passato trascorso e aspettiamo un futuro che verrà, in una visione lineare. Ma se non fosse così?

“Noi siamo abituati a percepire il tempo in maniera causale, nel senso che supponiamo di  avere il passato, il presente e il futuro sempre in successione”, spiega Salvatore Capozziello. “Se invece considero l’eventualità  che il tempo possa avere, per esempio, una natura circolare e possa dunque essere riportabile al passato, in questo caso potrei violare questa causalità stretta e quindi avere la possibilità di influenzare sia il passato che il futuro. Accanto a questo c’è un altro punto estremamente importante, la cosiddetta teoria del multiverso. In pratica: esiste un  universo solo oppure ci sono più universi? Nella possibilità che esistano più universi, andare nel passato o andare nel futuro vorrebbe dire cambiare universo.”

L'IMMAGINE ARTISTICA DI UN WORMHOLE

L’IMMAGINE ARTISTICA DI UN WORMHOLE

Insomma, così si bypasserebbe il famoso “paradosso del nonno”: se torno indietro nel tempo e involontariamente ammazzo il mio antenato, io non potrei nascere, quindi non potrei viaggiare nel passato e non potrei uccidere nessuno… Invece, con il multiverso, tutto è possibile: il mio atto creerebbe solo una nuova linea temporale in un universo diverso da quello dal quale provengo. In quell’universo, mio nonno morirebbe; nel mio, no e io potrei comunque nascere. “Ma qui siamo nel mondo della pura speculazione!”, dice ridendo il professore. Pura speculazione, ma pur sempre scientifica.

E da tempo presa in esame dai fisici: da decenni studiano e si confrontano su quelle che chiamano “time machine solutions”, alla ricerca di formule matematiche che facciano quadrare il tutto. “Proprio così, la fisica teorica sta impiegando molte risorse in questo e la storia è anche abbastanza vecchia. In effetti il primo che ha ipotizzato soluzioni circolari è stato Kurt Goedel che ne regalò una ad Albert Einstein per il suo 70esimo compleanno. La time machine physics è quella che si propone, almeno teoricamente, di trovare soluzioni dell’ equazioni di campo gravitazionale di Einstein in cui esiste l’eventualità che la linea temporale non sia l’unica possibilità, ma possa avere linee temporali verso il passato o addirittura linee chiuse, le cosiddette CTC, closed timelike curves.”

A pensare che le autostrade del tempo siano già aperte e trafficate sono gli utenti del web. Anni fa, era diventato famoso grazie ad una chat un presunto viaggiatore arrivato da futuro che si faceva chiamare John Titor e che raccontava di imminenti, catastrofiche guerre per fortuna mai avvenute. Era solo un millantatore oppure proveniva da un universo parallelo? E che dire degli altri presunti personaggi fuori contesto, dotati di oggetti anacronistici– come cellulari all’orecchio all’inizio del ‘900 o occhiali da sole moderni negli anni ’50? Illusioni ottiche, errori di interpretazione delle immagini o qualcosa di più? Bè, per ora forse dovremmo sospendere il giudizio, perché persino la scienza alza le mani in segno di resa.

UNO STARGATE IMMAGINATO DA HOLLYWOOD...

UNO STARGATE IMMAGINATO DA HOLLYWOOD…

Quando ho chiesto al professor Capozziello se è possibile- sempre per ipotesi…- che individui del futuro siano già venuti a farsi un giro ai tempi nostri, la sua risposta è stata questa: “Questa è una possibilità, però onestamente ancora non abbiamo la tecnologia per poter stabilire se sia vero o no. Il viaggiatore  dal futuro o il viaggiatore dal passato- perché la fisica è simmetrica e potrebbe prevedere anche questo – avrebbero una tecnologia tale che magari non potrebbe comunicare con la nostra. In effetti,  noi abbiamo una tecnologia abbastanza rozza per poter interagire in questo modo. Però, nel futuro, wait and see, vediamo che succede!”

E ancora più a sorpresa, il docente dell’università di Napoli ha spiegato che persino i fantasmi potrebbero avere una realtà molto più concreta di quanto immaginiamo. Esattamente come mostra “Interstellar”,  uno dei più recenti successi al cinema. Le misteriose presenze che sembrano interagire con i personaggi fin dall’inizio del film si rivelano alla fine nient’altro che tentativi del protagonista (l’astronauta-esploratore interpretato da Matthew Mc Conaughey) di comunicare con chi è rimasto in un’ altra dimensione spazio-temporale. Nel colossal di Hollywood, c’è l’intero repertorio della fisica quantistica: blackhole, cunicoli spaziotemporali, ipercubi quadridimensionali o tesseract che dir si voglia…

“Esattamente, Interstellar è proprio il paradigma di quello che sto dicendo, cioè è fatto in maniera molto professionale da fisici che hanno costruito il film su soluzioni appunto delle equazioni di Einstein. Nel film si parla ad esempio di tesseract oppure di buchi neri che ritardano lo svolgimento del tempo. In quel caso, abbiamo proprio situazioni in cui il tempo viene deformato e il viaggiatore che viene dal futuro è qualcuno che sta tentando di comunicare con il passato per evitare una catastrofe.

UNA SCENA DEL FILM "INTERSTELLAR"

UNA SCENA DEL FILM “INTERSTELLAR”

Però la fisica deve essere immaginifica, ma avere i piedi per terra– dice a questo punto il professore-  perché altrimenti  possiamo dire di tutto e di più. E tenere i piedi per terra significa che solo ciò che è effettivamente testabile è vera fisica. Ricordiamoci che le ipotesi e le tesi vanno sempre verificate con le osservazioni e con gli esperimenti. Attualmente abbiamo soluzioni teoriche, però la realizzazione della macchina del tempo, in questo momento, è al di là da venire…”

Quindi per ora non abbiamo a disposizione portali alla “Stargate” o una DeLorean modificata come nella saga di “Ritorno al futuro” che ci possa far scorrazzare a nostro piacimento nel tempo. Almeno, non noi. Chissà, forse l’Uomo del 3000 invece è riuscito nell’impresa e ogni tanto si diverte a far visita agli antichi abitanti del pianeta- noi, del 2016. Oppure, magari altre civiltà di altri mondi possono aver già trovato il sistema di attraversare i wormhole arrivando fin qua da remotissime stelle. Eventualità , questa, che il professore non si sente di escludere.

“Certo, questa sarebbe una delle possibilità dei cosiddetti cunicoli temporali. In pratica, l’idea è  che- anziché viaggiare nello spazio e dunque impiegare un tempo grandissimo- se trovassi quello che noi astrofisici chiamiamo spacetime short cut, ovvero delle scorciatoie spaziotemporali,  dovute al fatto che gli oggetti astrofisici deformano lo spazio-tempo, in quel caso viaggi che sarebbero impossibili perché limitati da distanze enormi potrebbero essere realizzabili.” Sempre per mera ipotesi, ovviamente. Ma pur sempre scientifica. E come dice Salvatore Capozziello: wait and see, aspettiamo e vediamo…

SABRINA PIERAGOSTINI

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