Dopo le nuove rivelazioni sul famigerato crash di Roswell, spunta un nuovo testimone anche per l’altrettanto noto episodio di Rendlesham Forest, non a caso definito “la Roswell inglese”. È un poliziotto dell’USAF che, una volta in pensione, ha pensato di non essere più obbligato a mantenere il silenzio su quanto sostiene di aver visto ben 36 anni fa.
Steve Longero– ci spiega il Sun che pubblica la sua storia in esclusiva- ha svolto servizio tra il personale delle due basi NATO in terra britannica, Bentwaters e Woodbridge, nel Suffolk. Basi gemelle gestite direttamente dall’aeronautica militare degli Stati Uniti e divise da una foresta, Rendlesham Forest per l’appunto. Fu proprio qui che per più sere consecutive, alla fine del dicembre 1980, si verificarono fenomeni molto particolari davanti agli occhi di molti militari stupiti.
C’è chi vide una luce abbagliante aggirarsi nel bosco, chi ne seguì il tracciato sul radar, chi osservò un UFO sorvolare gli arsenali (dove- si vocifera- erano custodite anche armi nucleari), chi si avvicinò fino al punto di toccare un oggetto triangolare fermo tra le piante e chi scorse persino le sagome di alcune creature aliene. Almeno, stando ai racconti che nel corso del tempo sono emersi su questa vicenda. Racconti- va detto- spesso contraddittori.
Ed ecco aggiungersi oggi la testimonianza di Longero, all’epoca sergente della polizia militare. Era di guardia ai depositi delle armi, quando sentì scattare le sirene.”Mentro ero in servizio quella notte, il sofisticato sistema di allarme che avevamo risuonò. Allora riuscii a vedere quelle luci sopra le punte degli alberi. E pensai: ma che sta succedendo? Fu allora che iniziarono a mandare personale a controllare e all’inizio fu difficile da credere, tutte quelle luci brillanti… era dura da capire”, racconta al giornale inglese.
L’ex militare oggi in pensione continua: ”Per quello che mi ricordo, le luci erano fluorescenti, tipo un bagliore rossastro, sembravano davvero molto calde”. Anche lui fu inviato insieme ad altri nella foresta e ricorda di aver visto un gruppo di molti soldati impegnati nelle ricerche, incluso il sergente Jim Burroughs e l’aviere Larry Warren- due dei testimoni più noti di questo caso. In particolare, il primo fece degli schizzi dell’oggetto.
Una volta giunto più vicino, Longero si accorse che “le luci erano colorate, rosse e verdi, sembravano così. Le potevo vedere mentre stavano sospese sugli alberi, come un occhio che tiene tutti sotto controllo”. Non solo. “C’era una quiete assoluta mentre questa cosa sorvolava le cime delle piante. Stavo lì a tracciarla e intanto pensavo ‘ma cos’è?’ Era come se ci seguisse, se ci guardasse. Sì, sembrava qualcosa che ci osservava. “
Questi strani avvistamenti si sarebbero poi ripetuti anche le sere seguenti. Persino il vicecomandante della base di Bentwaters, il tenente colonnello Charles Halt, si trovò di fronte- insieme alla sua squadra- ad un oggetto volante non identificato. “Eccomi qui, un ufficiale esperto che regolarmente nega questa specie di cose e lavora diligentemente per smascherarle e adesso mi trovo coinvolto in qualcosa che non so spiegare”, ebbe modo di dire in seguito.
Il colonnello Halt, da quando si è ritirato a vita privata, ha puntato il dito contro il governo inglese e quello americano per aver insabbiato le indagini sui misteriosi episodi che lui stesso denunciò, senza ottenere soddisfazione: l’inchiesta fu archiviata in fretta e ufficialmente si stabilì che i militari avevano visto soltanto dei meteoriti cadere dal cielo e il fascio di luce emesso da un vicino faro. Affermazioni che ancora oggi fanno ribollire il sangue all’anziano colonnello.
Dopo le versioni di Halt, Warren, Borroughs, ora arrivano le parole di Steve Longero. “Ricordo che ci fu un piccolo briefing e che noi tutti non potevamo credere a quello che vedevamo. La nostra adrenalina era al massimo e la gente diceva “che diavolo è?…”. E oggi ha una certezza: “Credo che quell’oggetto non fosse di questo di mondo.”
SABRINA PIERAGOSTINI