Un nuovo nome illustre si aggiunge alla lista dei VIP non solo convinti dell’esistenza della vita aliena, ma addirittura protagonisti (a loro dire…) di strani incontri ravvicinati con esseri di altri mondi. A farsi avanti per raccontare pubblicamente, per la prima volta, i suoi contatti con gli ET è un attore afroamericano che- ironia della sorte- ha legato la sua carriera ad un famosissimo film di fantascienza incentrato proprio su questo argomento, ovvero “Alien” di Ridley Scott.
Nel primo fortunato episodio della saga, Yaphet Kotto interpretava infatti Dennis Parker, ingegnere capo dell’astronave Nostromo il cui equipaggio viene falcidiato dalla creatura mostruosa proveniente dal planetoide LV-426. Prima e dopo quel ruolo, Kotto ha recitato in molti altri film e telefilm (ad esempio, in “oo7- Vivi e lascia morire”, “Blue Collar” e nella serie tv “Omicide: Life on the street”). Pur non essendo una vera e propria star di Hollywood, negli Stati Uniti è un volto noto ed è considerato un attore di ottimo livello. Ora, a 77 anni, ha deciso di parlare delle sue esperienze aliene in un’intervista concessa alla rivista Vice.com
“Avevo nove o dieci anni, ricordo che mi avevano detto di non uscire di casa, così dalla finestra guardavo gli altri bambini giocare a stickball per le strade del Bronx, a New York. Quando mi sono girato, c’era qualcuno dietro di me: era alto al massimo 5 o 6 piedi (150/180 centimetri) e aveva una testa allungata. Mi è apparso, poi è saltato dietro di me ed è scomparso. Da quel momento, ho vissuto un’esperienza dopo l’altra, culminate con quanto mi è successo nelle Filippine e durante le riprese di Alien”, ha detto Kotto al giornalista piuttosto incredulo.
Tra le varie situazioni bizzarre riferite dall’attore, la presenza di velivoli luminosi sopra la sua casa, la frequente comparsa di cerchi simili a fumo nei luoghi in cui si trovava e persino il cosiddetto “missing time”, un “buco di memoria” lungo alcune ore in concomitanza di questi fenomeni che gli hanno fatto sospettare di essere stato persino rapito. Ma l’episodio più clamoroso sarebbe accaduto quando lavorava nelle Filippine. Un giorno, la moglie e i camerieri, molto spaventati, gli urlarono di uscire subito dal suo ufficio. “Quando lo feci, vidi il solito enorme cerchio di fumo sopra la casa.”
Ma gli altri, invece, vedevano un UFO grande quanto uno stadio da football messo sottosopra e ne erano terrorizzati. “Due o tre notti dopo, lo vidi anche io. Quella cosa copriva l’intero cielo, la luna, tutto: era mostruosamente grande. Ricordo solo di aver detto: Oh Gesù…Insomma, ero molto nervoso perché non si può vedere qualcosa di simile senza diventare molto vulnerabile ed essere sbalordito. Hai paura, per dirla molto francamente. Mi ha scombussolato per almeno tre o quattro giorni”. Ma a fargli comprendere che tutte quelle esperienze erano correlate a forme di vita extraterrestre sarebbe stata una delle scene più famose e raccapriccianti di “Alien”, quella in cui il feroce parassita alieno esce squarciando il torace del vicecomandante Kane.
“Non ci avevano avvisato di come sarebbe stata la scena. Così, quando abbiamo incominciato a girare e quella dannata cosa è schizzata fuori dal petto dell’attore, ci ha spaventati e traumatizzati, tutti quanti. Ciò mi ha semplicemente riportato indietro a tutto quello che avevo sperimentato fino a quel punto in quanto legato agli Alieni e agli UFO. Sono diventato un ufologo. Se vivi questo genere di esperienze con alieni nella vita reale, attraversi dei cambiamenti psicologici, incominci a chiederti se per caso non sei stato seguito (…) Si mostravano esattamente dove mi trovavo io (…) Ho sempre sentito di avere una connessione con loro”.
Yaphet Kotto nega di avere un qualche interesse personale nel fare, solo ora, queste rivelazioni. “Altri magari possono farlo per ottenere dei vantaggi e diventare famosi. Io lo sono già, non ho nulla da promuovere, non ho scritto libri e non ho film in uscita. Questo era il momento giusto per parlarne proprio perché nessuno può collegarlo ad un guadagno economico oppure a visibilità sui mezzi di informazione. Quando qualcuno mi domanderà se ho provato qualcosa che abbia anche lontanamente a che fare con un alieno, io dirò: dannazione, sì. Mi è successo quando avevo 9 anni e continua anche adesso.”
L’ingegnere Parker di “Alien” non ha mai sofferto di problemi mentali (“Ho un Quoziente Intellettivo di 196”, ha detto ridendo all’intervistatore) così come pensa che siano perfettamente capaci di intendere e di volere centinaia di altri personaggi altamente credibili e molto in vista che nel corso degli ultimi anni si sono esposti in prima persona sulla questione aliena. Ad esempio, ha citato l’ex Ministro della Difesa canadese Paul Hellyer, convinto assertore della presenza, qui sulla Terra, in mezzo a noi, di varie specie aliene e del cover-up promosso dal governo americano per celare alla pubblica opinione la verità.
“Questa è la prima volta che ne parlo e non so perché. Ho deciso che doveva essere quest’anno. Sono arrivato ad un punto in cui non potevo più tenermi tutta questa storia per me (…) Credo veramente che queste specie siano sul punto di palesarsi in questo secolo, a questa generazione”, conclude Kotto. “Penso che vogliano essere sicuri che non ci uccidiamo: stiamo distruggendo i fiumi, i laghi, le montagne e i ghiacciai si stanno sciogliendo. Dobbiamo considerare seriamente quello che stiamo facendo e che loro ci aiuteranno. Non siamo soli nell’Universo.”
SABRINA PIERAGOSTINI