La Valmalenco non si smentisce. La “Valle degli UFO”, da anni al centro di fenomeni bizzarri, continua a sfornare avvistamenti ed immagini che fanno la gioia dei ricercatori alternativi: luci pulsanti, corpi plasmatici che cambiano forma, flottillas di oggetti volanti in cielo e via di questo passo. Nuove foto e video inediti sono stati presentati nel corso dell’ultimo convegno organizzato dal Gruppo Accademico Ufologico di Scandicci che si è svolto domenica 11 novembre al Castello dell’Acciaiolo, alle porte di Firenze.
L’incontro ha vissuto di altri momenti forti, come ad esempio l’intervento dell’astrofisico francese Jean-Pierre Petit, uno dei pionieri della magnetoidrodinamica, finito ai margini del mondo scientifico dopo aver raccontato che le sue intuizioni sulla struttura del cosmo sono il prodotto delle informazioni inviategli per lettera dagli Alieni provenienti dal pianeta Ummo. Una vicenda complessa e controversa, iniziata nel lontano 1966, che Petit ha brevemente ripercorso (con l’aggiunta di qualche aneddoto) per poi illustrare la sua visione, basata sul concetto dell’universo gemello, identico ma diametralmente opposto al nostro, formato da antimateria. Un vero personaggio, istrionico e brillante- ne riparleremo prossimamente.
Fede ed ETI– sigla che sta per “intelligenza extraterrestre”- sono state al centro della tesi discussa da Tosco Irene, neolaureato in Teologia, che ne ha esposto i punti essenziali al pubblico, mentre la dottoressa Serena Perfetti ha illustrato la sua ricerca-confluita anch’essa in una tesi di laurea- sull’interferenza aliena, per la quale ha svolto un sondaggio tra circa 100 persone che ritengono di aver subìto un’abduction. Sara Rolando e Filippo Sarpa, giovane coppia di ricercatori torinesi, hanno invece presentato i loro lavori di traduzione di due libri inediti in Italia, Unacknowledged di Steven Green e Contatto dal Pianeta Apu di Ricardo Gonzales, oltre a fare il punto sul caso di Corio Canavese.
Le nuove prospettive dell’ufologia mondiale sono state analizzate alla luce sia della recente ammissione del Pentagono di avere- per anni – studiato segretamente di UAP, sia del tentativo in corso ad opera di Cina e Russia di portare il tema UFO all’attenzione del mondo attraverso un panel di esperti sotto l’egida delle Nazioni Unite. Io ne ho parlato da “osservatrice esterna”, ricostruendo i vari momenti storici in cui l’ONU si è interessata di questo argomento di difficile decifrazione; Roberto Pinotti– segretario del CUN- lo ha fatto invece da “addetto ai lavori”, coinvolto com’è in prima persona in questa nuova avventura: nei mesi scorsi ha partecipato alle due riunioni promosse dalla principale associazione ufologica cinese per spingere l’acceleratore sulla disclosure.
Ma come anticipato, la Valmalenco ha preso prepotentemente il sopravvento non appena Pietro Marchetti, presidente del GAUS, ha iniziato a snocciolare i dati e a mostrare le immagini. Contatti personali e visite frequenti in questa vallata in provincia di Sondrio, a quanto pare teatro di incontri ravvicinati ripetuti nel tempo, hanno permesso a Pietro e a Marco Baldini– che del GAUS è uno dei fondatori- di guadagnarsi la fiducia dei valligiani che li avvisano ogni volta che qualcosa di insolito spunta tra le montagne e il cielo di questo angolo di Lombardia e spesso mandano a loro le presunte prove di questi avvistamenti.
“Dal 2014 ad oggi abbiamo raccolto 580 fotografie e 50 video realizzati da 38 dispositivi differenti- cellulari, videocamere, tablet… Se dietro agli UFO della Valmalenco c’è davvero un falsario, dobbiamo immaginare l’esistenza non di una persona, ma di un gruppo organizzato e ben attrezzato, anche economicamente”, ha esordito Marchetti, prima di passare in rassegna le ultime immagini. Come la foto scattata il 3 febbraio 2018 da un signore a spasso con il cane nell’abitato di Chiesa: nel cielo azzurro si staglia un disco trasparente, che il testimone ha descritto come “una bolla di sapone grande 2 metri” che silenziosamente si è dissolta senza lasciare traccia.
Altri scatti risalenti allo scorso 9 marzo immortalano una sagoma scura di forma triangolare sospesa sopra gli edifici di Chiesa Valmalenco e poi lo stesso velivolo in compagnia di tre luci nel cielo. Quel giorno, più persone avrebbero notato una croce, nitida e precisa, formata dall’incrocio di due nette scie bianche. Ma l’evento clou si verifica il 5 aprile, un episodio con 7 diversi testimoni in due diversi punti della vallata. Cinque operai marchigiani che soggiornano all’Hotel Mirage di Lanzada, quella sera sul tardi, vedono una strana luce lampeggiante nel cielo e chiamano il proprietario per domandargli di che si tratti. “Ah sì, sono i soliti UFO”, ribatte lui senza scomporsi. Ma nello stesso momento, un’altra persona, a Chiesa Valmalenco, vede e riprende. Il video è singolare. Nel buio notturno si vede una luce verde-azzurra cambiare continuamente forma: da sferica a quasi triangolare, poi a disco. E sparisce di colpo.
È mutevole anche il corpo globulare rosa ripreso lo scorso settembre. In questo caso, il rallenty permette di visualizzare tre distinte sfere e persino l’emissione di un raggio. Poi, tra settembre e ottobre, un’altra persona per due volte filma delle luci che si accendono e si spengono tra i rami degli alberi che circondano il suo pollaio. Il 9 novembre, l’ultimo scatto: qualcuno ha visto e fotografato una luce triangolare rossa, descritta delle dimensioni di una utilitaria. Anch’essa scomparsa di punto in bianco, nel nulla. Strano, molto strano, poi, quello che ha immortalato un turista toscano, invitato dal GAUS a prendere la parola durante il convegno per spiegare di persona l’accaduto.
Giuseppe Tricoli ha così raccontato di essere stato in vacanza in Valmalenco la scorsa estate e di aver scattato moltissime foto, amante com’è della natura. Una volta a casa, però, un suo amico gli ha fatto notare, in una posa, un elemento singolare: allargando l’immagine panoramica realizzata con il grandangolo (soggetto: montagne e alberi), ai piedi di un abete sembra di vedere un grande oggetto scuro dalla forma allungata che ricorda tanto un disco volante. “Avevo con me anche il teleobiettivo, se me ne fossi accorto di sicuro avrei usato l’altra macchina”, ha detto al pubblico in sala. “Io sono qui perché vorrei sapere cos’era, io ci metto la faccia”, ha aggiunto.
Su questa foto, il giudizio resta aperto. Su molte altre, come ha riconosciuto Marchetti, si può dire con certezza che siano delle bufale. Ma per alcune non si può dire altrettanto. Sono ad esempio le foto che nel corso degli anni il GAUS ha fatto analizzare al FORLAB Multimedia Forensics Laboratory, un laboratorio di analisi forensi dell’Università di Firenze. Nei giorni scorsi, questi esperti di immagini digitali hanno esaminato una serie di scatti risalenti al 29 gennaio 2018 che mostrano due dischi volanti muoversi tra le vette alpine per poi scomparire dietro una montagna. La relazione tecnica ha evidenziato la presenza di una doppia compressione delle immagini, dovuta però alla elaborazione avvenuta automaticamente in camera per ottimizzare la luminosità e non ad una successiva manipolazione.
“Tutti i dati Exif di queste foto sono corretti e coerenti: i metadati dicono che non sono state modificate. Ovviamente, lo sappiamo, ci sono programmi in grado di alterarli a posteriori. Ma lasciano delle tracce che un tecnico riesce ad individuare”, ha spiegato il presidente del GAUS. “Gli esperti del FORLAB, tuttavia, non hanno trovato nulla di sospetto, tutto sembra regolare. Quando abbiamo domandato: ‘ma è possibile che qualcuno abbia usato un programma che passa indenne attraverso le vostre analisi?’, ci hanno risposto: ‘bella domanda. Se così fosse, sarebbe un bel problema, visto che noi lavoriamo per i tribunali e le forze dell’ordine…’ Insomma- ha concluso Marchetti- se siamo di fronte a dei falsi, sono fatti in modo perfetto da un gruppo di persone estremamente preparate. Ma a che scopo?”
SABRINA PIERAGOSTINI