Un giorno, prima o poi, diventeremo una vera civiltá dello spazio. Gli scienziati e i futurologi ne sono convinti: tra qualche decennio dovremo affrontare sfide che ora ci sembrano impossibili, come creare colonie umane su altri pianeti. A renderlo necessario, il progressivo e inarrestabile esaurimento delle risorse della Terra, a partire da quelle del sottosuolo.
Se la crescita mondiale- in termini di aumento della popolazione e dei consumi- proseguirá al ritmo attuale, si calcola che entro 50 o 60 anni al massimo non avremo più scorte di minerali e metalli comuni come ferro, rame, alluminio, manganese e nickel, né di quelli pregiati come oro, argento e platino, ma finiranno anche quelli rari, utilizzati in ambito industriale e tecnologico, come palladio, iridio, osmio, tungsteno. Una possibile alternativa, già contemplata dai ricercatori, consiste nel ricavarli da asteroidi o comete, che ne sono estremamente ricchi.
Una volta estratti, questi materiali verrebbero rimandati sulla Terra oppure potrebbero essere usati sul posto per costruire i medesimi macchinari per lo scavo o magari persino delle basi spaziali nelle quali vivere andandosene a zonzo nel sistema solare. È questo il progetto- a prima vista, folle….- proposto da alcuni astrofisici dell’Università di Vienna in uno studio pubblicato online su arXiv.com. Installare una base dentro un asteroide permetterebbe innanzitutto di sfruttare la sua rotazione per creare la giusta gravità necessaria per procedere senza problemi all’estrazione dei minerali da quel fornito deposito celeste.
Per far sì che la base resti ben ancorata ed evitare che gli strumenti utilizzati per estrarre i materiali fluttuino nello spazio, servirebbe infatti una forza di gravità pari a circa il 38% di quella terrestre. Per ottenerla, secondo i calcoli, la roccia spaziale dovrebbe ruotare su se stessa tra 1 e 3 volte al minuto: solo così produrrebbe la forza centrifuga sufficiente per tenere fermi a terra uomini e oggetti. Non solo: un insediamento umano costruito al suo interno sarebbe protetto dai dannosissimi raggi cosmici.
Insomma, la scelta avrebbe i suoi vantaggi. I ricercatori austriaci- Thomas Maindl, Roman Miksch e Birgit Loibnegger- hanno valutato quali dovrebbero essere le dimensioni ideali di un corpo celeste per poter ospitare un insediamento umanp: dovrebbe essere grande almeno 500 metri per 390. “Carichi derivanti dalle forze centrifughe rendono fattibile una base spaziale costruita nella cavità di un asteroide minerario”, affermano nello studio, aggiungendo però anche che è necessario stabilire in anticipo se è abbastanza resistente.
“Le applicazioni pratiche dipenderanno in modo cruciale dalla conoscenza non solo della composizione, ma anche della struttura interna del corpo celeste prescelto “, dicono infatti. Inevitabilmente, la scelta di abitare o meno l’asteroide potrà avvenire solo dopo aver iniziato le operazioni di estrazione dei metalli. Ecco perché, pur sapendo dell’esistenza di rocce che corrispondono alle misure richieste, come ad esempio 3757 Anagolay, 99942 Apophis e 3361 Orpheus, al momento non si può ipotizzare se siano adatte allo scopo perché non ne conosciamo le caratteristiche geologiche.
In un futuro dunque non troppo prossimo, dei minatori spaziali potrebbero andare a lavorare e a vivere in queste miniere in orbita nel sistema solare. L’habitat ideale potrebbe essere ricreato in strutture cilindriche in metallo , ma potrebbe anche non essere necessario:”Se troviamo un asteroide abbastanza stabile, potremmo non aver bisogno di queste pareti di alluminio o altro, potremmo utilizzare l’intero asteroide come base spaziale”, ha dichiarato Thomas Maindl parlando con il sito New Scientist.
Se davvero un giorno, prima o poi, saremo costretti a costruirci una nuova casa al di fuori del nostro pianeta, potrebbe avere un senso iniziare con ciò che ci è più vicino e dal quale possiamo ricavare materie prime, come appunto un asteroide minerario. Non mancano però le criticità, a partire dal rischio che l’asteroide si possa spezzare, o che la sua rotazione rallenti o che addirittura precipiti frantumandosi. Maindl riconosce che la strada è ancora lunga prima che il progetto possa tramutarsi in realtà. ”Ottimisticamente penso che ci vorranno almeno 20 anni prima di ricavare minerali dagli asteroidi. Il confine tra scienza e fantascienza, qui, è piuttosto sfocato.”
SABRINA PIERAGOSTINI