Sulla faccia oscura della Luna c’è qualcosa che riluce in modo insolito e imprevisto. È una strana sostanza gelatinosa osservata dal rover cinese che nel gennaio 2019 ha toccato il suolo lunare e che da allora sta lentamente esplorando la superficie del nostro satellite, sul lato da noi mai visibile. La notizia, trapelata nei giorni scorsi, ha sollevato curiosità e interrogativi, anche perché al momento gli scienziati non hanno ben compreso l’esatta natura della materia individuata.
LA SONDA CINESE HA RAGGIUNTO IL LATO SEMPRE NASCOSTO DELLA LUNA
La scoperta risale al 27 luglio, durante l’8° giorno lunare di Yutu-2 (Coniglio di Giada, in cinese) iniziato il 25 luglio. Un giorno lunare, infatti, dura quasi un mese terrestre, per l’esattezza 29 giorni, 12 ore e 44 minuti, visto che corrisponde ad un’orbita della Luna attorno al nostro pianeta. Seguendo i piani programmati, il rover ha effettuato un determinato percorso tra alcuni piccoli crateri da impatto, guidato dal Centro Controllo Aerospaziale di Pechino. Il 28, poi, il robottino si è fermato, per il consueto “riposino” necessario per proteggerlo dalle alte temperature e delle radiazioni solari.
Durante questa pausa, un membro del team ne ha approfittato per dare un’occhiata alle immagini riprese dalla telecamera principale di Yutu-2 e ha trovato la sorpresa: un piccolo cratere sembra contenere una sostanza colorata che nessuno ha mai visto prima e con una lucentezza diversa rispetto al resto della superficie lunare. La novità ha creato forte eccitazione tra i ricercatori che hanno deciso di modificare al volo i piani: anziché lasciare dormire per un po’ il rover, lo hanno subito rispedito in quel punto particolare per osservare meglio l’anomalo materiale.
LA MISSIONE CHIENG’E-4 È ARRIVATA SULLA LUNA NEL GENNAIO 2019
Con l’aiuto di altre telecamere per evitare gli ostacoli, Yutu-2 è riuscito ad avvicinarsi al cratere e ha inquadrato la sostanza rilucente e l’area circostante, utilizzando anche uno spettrometro particolare, il Visible and Near-Infrared Spectometer, che rileva la luce diffusa o riflessa dai materiali per rivelare la loro composizione. È lo stesso strumento che ha permesso di individuare interessanti prove di elementi provenienti dal mantello lunare nella regolite del cratere Von Kármán, una scoperta annunciata lo scorso maggio.
Per ora, però, nulla trapela sulla natura dell’insolita sostanza appena rinvenuta. Tutto quello che gli scienziati cinesi hanno detto è relativo al suo aspetto: hanno spiegato che sembra simile ad un gel e presenta un colore inusuale. Una prima ipotesi, ancora senza alcuna conferma e arrivata da ricercatori non coinvolti nella missione, è che possa trattarsi di vetro fuso, prodotto dall’impatto di un meteorite sulla superficie del nostro satellite.
IL ROBOTTINO “CONIGLIO DI GIADA” AL LAVORO
Certo, è suggestivo sapere che il lato oscuro del nostro satellite presenti elementi diversi e del tutto nuovi rispetto a quello noto. È la prima volta, infatti, che un orbiter, un lander e un rover esplorano la faccia sconosciuta della Luna. E Yutu-2, negli otto giorni lunari che ha già passato quassù, ha percorso meno di 300 metri– nulla, rispetto alla superficie da perlustrare. Ora siamo al giorno lunare 9: dopo il riposino durato fino al 23 di agosto, il Coniglio di Giada si è risvegliato e ha ripreso la sua lenta marcia verso ovest, alla ricerca di altri misteri da scoprire.