Velocità stratosferiche- fino a 250 mila miglia orarie- e accelerazioni inimmaginabili- oltre 10 mila G. I velivoli anomali non identificati presi in esame dal fisico Kevin Knuth hanno caratteristiche così peculiari da essere paragonabili solo a mezzi spaziali- e anche parecchio più avanzati dei nostri. Eppure, mentre sfrecciano nella nostra atmosfera come saette, non emettono alcun boato, non rilasciano gas di scarico, non alterano l’ambiente circostante né si trasformano- come ci si aspetterebbe- in palle di fuoco. Anzi, restano incredibilmente freddi. «Non sappiamo dove prendano l’energia necessaria per muoversi così velocemente utilizzando almeno 1000 Gigawatt. Ma non sappiamo nemmeno dove vada a finire quell’energia quando si fermano. Non può scomparire, deve andare da qualche da parte! Si calcola che l’energia dissipata sia paragonabile a quella prodotta dallo scoppio simultaneo di 250 missili Cruise Tomahawk. Solo che non c’è alcuna esplosione, non c’è calore, non c’è niente», ha sottolineato Knuth nella sua intervista al podcast The Good Trouble Show with Matt Ford.
IL DOCENTE DI FISICA KEVIN KNUTH
In questa lunga chiacchierata di cui vi abbiamo parlato anche in questo articolo del blog, il ricercatore accademico che ha lavorato in passato per la NASA ha spiegato perché un uomo di scienza come lui abbia deciso, un giorno, di occuparsi di UFO. «Nel 1988 ero appena arrivato all’Università del Montana per studiare Fisica, quando vennero trovate due mucche orrendamente mutilate. Tutti i notiziari ne parlavano, dicevano che era colpa degli alieni o dei satanisti. Noi studenti ci domandavamo in che razza di posto fossimo mai finiti… Un docente ci sentì e intervenne nella nostra discussione. Ci disse che ogni tanto succedeva, in concomitanza di avvistamenti UFO, e che avevano indagato senza mai arrivare a nulla. Non solo: ci raccontò di un suo amico che lavorava nella base militare aerea di Malmstrom e lì, quando arrivavano i dischi volanti, addirittura i missili nucleari intercontinentali– i Minuteman- andavano in blocco e non potevano più essere controllati. Noi ci mettemmo a ridere, perché se davvero un UFO poteva fare una cosa del genere, allora il nostro sistema difensivo e il nostro governo erano spacciati. Doveva essere falso».
I MISSILI INTERCONTINENTALI MINUTEMAN, CON TESTATE NUCLEARI
«Molti anni dopo- era il 2015- insegnavo in una classe di astronomia all’Università di Albany e gli studenti volevano conoscere le probabilità che gli Alieni fossero già giunti sulla Terra. Intendevo parlare dell’equazione di Drake, ma per poter rispondere a eventuali domande e avere più informazioni, feci un giro sul web. Così mi imbattei nel video della conferenza stampa che Robert Hastings aveva organizzato nel 2010 con vari ex militari. Il primo a parlare dei suoi incontri con gli UFO era l’ex capitano dell’USAF Robert Salas, in servizio a Malmstrom negli Anni Sessanta. Mentre lo ascoltavo, mi dicevo: ma io ho già sentito la medesima storia 30 anni fa dal mio professore di Fisica, allora è vero! E subito dopo ho pensato: tutto ciò è molto pericoloso, perché la gente ride di questi racconti, come facemmo noi studenti, pensando siano assurdità. Invece accadono realmente, ci sono incursioni sopra le nostre strutture militari e nessuno se ne cura ritenendole impossibili. Così iniziai a interessarmi dell’argomento. Due anni dopo, il New York Times uscì con lo scoop sul programma AATIP del Pentagono. Un’altra conferma, era tutto reale. Solo che se ne dovevano occupare gli scienziati, non le agenzie del governo: quelli sono abituati a nascondere i dati, non ci si può fidare. Invece gli scienziati raccolgono le informazioni, testano le ipotesi, condividono le idee per cercare di spiegare i fenomeni. Ecco perché ho deciso che dovevo studiare gli UFO.»
L’EX UFFICIALE DELL’USAF ROBERT SALAS INTERVISTATO DA SABRINA PIERAGOSTINI
Secondo il professore, uno degli aspetti più trascurati, ma di certo non secondari, è capire come questi velivoli -capaci di spostarsi da un punto all’altro dei nostri cieli in frazioni di secondo (come testimonia il caso della Nimitz)- possano anche muoversi molto rapidamente nelle profondità dell’oceano. Oggi questi mezzi vengono chiamati “transmedium”, perché viaggiano indifferentemente in aria e in acqua, quindi in due ambienti molto differenti, ma fino a pochi anni fa venivano chiamati USO, ovvero Unidentified Submerged Objects. «C’è stato un caso in Antartide: una nave ha visto uno di questi oggetti spaccare la crosta ghiacciata per immergersi sott’acqua; poi è riemerso ed è volato via. Anch’io avrei voluto vederlo!» ha affermato il fisico. Nei briefing per i membri del Congresso ai quali ha partecipato in qualità di esperto anche il professore, i politici hanno mostrato un particolare interesse per questo tipo di fenomeni, molto difficili da individuare e da controllare. I dati scarseggiano, anche perché queste informazioni vengono raccolte dai sonar militari e tutto viene poi classificato, quindi è coperto dal segreto. Ma qualche notizia, nel corso degli anni, è trapelata, come ad esempio l’esperimento condotto in Nuova Zelanda nel 1986.
UN UFO TRANSMEDIUM RIPRESO DAI MILITARI AMERICANI
Per due mesi, una nave dotata di sonar si mosse avanti e indietro tra il golfo di Hauraki e l’Oceano Pacifico, alla ricerca proprio di USO. In più occasioni, venne inseguita da alcuni piccoli oggetti rimasti non identificati, senza eliche o altri visibili mezzi di propulsione. Ma una volta, a seguire la nave in perlustrazione fu anche un oggetto decisamente più grosso: doveva essere lungo 800 piedi e largo circa 150 (quindi, 240 metri per 45). Ad oggi, il sottomarino più grande al mondo è il K-329 Belgorod russo, lungo “solo” 184 metri. La nave aumentò la velocità fino a 45 nodi, ma l’oggetto, dietro, la raggiunse facilmente percorrendo 25 chilometri in 30 secondi. Poi, prima di dileguarsi, passò sotto l’imbarcazione producendo un black-out totale. A causa della perdita di energia a bordo, la nave non fu nemmeno in grado di chiamare aiuto via radio: dovette aspettare ore prima di essere soccorsa da alcuni pescherecci. «Ho parlato con l’operatore sonar che ha avuto i tracciati di questo inseguimento, è stato lui a parlarmi di quei 25 chilometri percorsi in mezzo minuto. Io ho fatto i calcoli, l’accelerazione minima doveva essere di 5 G: quindi quella cosa ha superato cinque volte la forza di gravità, ma l’ha fatto sott’acqua- il che è pazzesco! La velocità massima deve essere stata all’incirca tra 1500 e 3000 miglia orarie (2700/5500 km/h). Ma senza produrre scie, cavitazione, onde, nulla…»
IL GOLFO DI HAURAKI, IN NUOVA ZELANDA
Il professor Knuth ha poi sottolineato un altro aspetto poco noto relativo a questi incontri in mezzo al mare, ossia che si verificano addirittura da due secoli, almeno stando a quello che ha potuto visionare personalmente. Negli archivi, esistono infatti registri di bordo risalenti all’inizio del XIX secolo- libri nei quali erano riportati tutti gli avvenimenti degni di nota accaduti durante la navigazione- nei quali sono stati annotati episodi sconcertanti, come la descrizione di oggetti a forma di disco visti uscire a grande velocità dal mare, che hanno sorvolato la nave per poi sparire tra le nuvole. Oggi, gli UFO fanno parte della cultura popolare e racconti del genere potrebbero essere spiegati come suggestioni, ma nel 1800? Chi pensava ai dischi volanti allora? Ecco perché Kevin Knuth ritiene molto credibili queste testimonianze, del tutto sovrapponibili a quelle più recenti sulle quali il docente vuole fare chiarezza perchè- dice- ne va della sicurezza dei nostri cieli.
UN’IMMAGINE ARTISTICA DI UN USO
Senza mezzi termini, il fisico di Albany ha tacciato di ignoranza i cosiddetti debunker e gli scettici a oltranza che non fanno altro che ridere di tutti gli avvistamenti e fanno pressioni perché si smetta di studiarli, considerandoli una perdita di tempo. «Durante una missione con la UAPX, David Mason mi ha mostrato un bel video di un oggetto non identificato che sembrava un incrociatore dei Klingom, a forma di trifoglio. A parte gli scherzi, stava inseguendo un aereo passeggeri con 250 persone a bordo in fase di atterraggio a Seattle. Che intenzioni aveva? Non lo so. Ma cosa sarebbe successo se il pilota si fosse fatto prendere dal panico? Io non vorrei veder accadere queste cose mentre viaggio in aereo: voglio che i piloti sappiano cosa possono incontrare in cielo, che siano preparati. Se i debunker sono tranquilli con i piloti all’oscuro di tutto, ci salgano loro su quegli aerei. Non comprendiamo i potenziali rischi ridendoci su, facendo cadere il discorso o rendendo complicato il mio lavoro di scienziato. Anche molti miei colleghi scherzano parlando di Omini Verdi. Io non parlo mai di alieni, non ne parlano nemmeno i testimoni. Qui agisce solo la pura ignoranza. Ma io sostengo la ricerca, sempre, perché studiare è il nostro lavoro. Non farlo solo perché si crede che un argomento sia sciocco non è il modo giusto di procedere. È una vergogna.»
UN MISTERIOSO OGGETTO RIPRESO DA UN DRONE MILITARE IN UCRAINA
Chissà cosa pensa il professore dell’ultimo video sensazionale diffuso sul web, quello che mostra un UFO in pieno teatro di guerra in Ucraina. A riprenderlo pochi giorni fa, un drone da ricognizione ucraino in volo nei cieli di Donetsk e dotato di telecamera termica. L’intruso- un enorme oggetto piatto e lungo– se ne stava immobile, nonostante i forti venti, a circa un miglio da terra. Nel breve filmato diffuso dall’account Instagram Frontier_Conflict, si sentono le voci stupite dei militari di Kiev che si interrogano sulla natura di quell’oggetto misterioso. «Pensavamo fosse una nuova diavoleria dei Russi, ma poi ho capito, doveva essere un UFO», ha dichiarato uno dei militari secondo il Daily Mail. Il velivolo era freddo: la temperatura si aggirava tra i 36 e i 54 gradi Fahrenheit (3/11° C). Impressionanti le dimensioni: secondo i testimoni, aveva una lunghezza di 400 metri e un’altezza di 150. Praticamente era grande come un grattacielo, ma stava sospeso nell’aria. Qualcuno ha ipotizzato che potesse essere solo un effetto ottico chiamato “Fata Morgana”, un fenomeno che si manifesta lungo la linea dell’orizzonte, prodotto dal passaggio dei raggi luminosi attraverso strati d’aria a temperature diverse. Ma un miraggio del genere non si vedrebbe c0n una telecamera termica. Difficile poi immaginare che si tratti di un video falso: i militari ucraini non hanno certo tempo da perdere in giochi e scherzi. Allora, cosa era quel gigantesco velivolo? E cosa ci faceva proprio sopra la linea del fronte?