Brien Foerster: “Tra pochi mesi nuovi esami sui Crani di Paracas”

  Individui così diversi da noi, da non far nemmeno parte dell’albero evolutivo umano e da non potersi riprodurre con esemplari di Homo Sapiens. È il responso- parziale, ma sconcertante– di un test del DNA effettuato sui Crani di Paracas, quei teschi straordinariamente allungati scoperti a partire dal 1927 in questa zona del Perù.

 

UNO DEI CRANI ALLUNGATI DI PARACAS

UNO DEI CRANI ALLUNGATI DI PARACAS

A diffondere, sul web, quei risultati preliminari tanto incredibili è stato Brien Foerster, un americano da anni trapiantato in Sud America che con i suoi libri e i suoi tour guidati sostiene l’esistenza di una civiltà antica che avrebbe dominato il mondo prima dell’inizio della storia ufficiale. Anche lui esponente della cosiddetta “Archeologia alternativa” o “eretica”, Foerster è stato subissato dalle critiche quando ha postato quelle poche righe, scritte da un genetista rimasto anonimo, che sembrano riscrivere addirittura la teoria evoluzionista di Darwin. Ne abbiamo trattato diffusamente in un articolo dello scorso 12 marzo.

 Incuriosita, l’ho contattato via mail per chiedergli qualche delucidazione. Innanzitutto, sulla materia del contendere, ovvero quei famigerati crani dalla forma tanto anomala trovati, per la prima volta, dall’archeologo Julio C. Tello durante i suoi scavi nel secolo scorso. Ma anche sulla procedura utilizzata per esaminarli- molto contestata- e sul diritto di Foerster di affrontare questi studi, non essendo nè un antropologo nè un archeologo. Il ricercatore mi ha risposto.

 Innanzi tutto, vorrei sapere qualcosa di più su questi strani teschi: quanti sono?

“Esistono probabilmente oltre mille Crani Allungati di Paracas e questa è una stima per difetto. Il Museo Nazionale di Archeologia, Antropologia e Storia di Lima, in Perù, conserva nella sua collezione almeno 300 mummie complete oltre a numerose teste da sole. Inoltre, i Crani di Paracas compaiono nelle collezioni di molti altri musei in tutto il mondo. È lecito ritenere che ce ne siano varie centinaia ancora sepolte nell’area di Paracas.”

 Quali sono le specifiche caratteristiche di questi crani? 

“Al momento, nella nostra collezione, ci sono circa 40 teschi e ovviamente presentano variazioni nella forma e nelle dimensioni della testa. Ci sono  4 o 5 stili abbastanza differenti di allungamento, risultato di deformazioni craniche volontarie. Ma circa il 5 % di tutti i teschi di Paracas che io ho visto sembrano avere una forma naturale e sono quelli con la classica testa a cono.

Questi che sembrano spontanei tendono ad avere un volume della testa più ampio di un normale cranio umano, anche più del 25/30 per cento; tendono ad avere ossa più sottili, mascelle più prominenti ed orbite oculari più larghe e poi hanno due misteriosi fori sul retro del teschio che forse servivano per i nervi e per la circolazione sanguigna.

ERA QUESTO L'ASPETTO DEL POPOLO DI PARACAS?

ERA QUESTO L’ASPETTO DEL POPOLO DI PARACAS?

Secondo te, chi era il Popolo di Paracas e perché poi è scomparso?

 “Essi apparvero misteriosamente sulla costa peruviana all’incirca 3 mila anni fa: le loro origini sono ignote. Il fatto che la tecnica di produzione dei loro tessuti e delle loro ceramiche sia visibilmente molto più evoluta di quella di culture successive- come ad esempio quella Inca- mi porta a sospettare che almeno parte dei loro antenati potessero provenire da un’altra parte del mondo. Anche perché i Crani allungati di Paracas hanno capelli rosso-castano, che non è una caratteristica dei Nativi Americani. Io ipotizzo che questo enigmatico popolo, specialmente la linea di sangue reale, sia stato sterminato dalla cultura Nazca, che si spostò nell’area di Paracas verso il 100 a.C.”

Pensi che i crani allungati che si trovano in Centro e Sud America siano un’ imitazione di quelli di Paracas? 

 “Le teste allungate, principalmente risultato di una deformazione artificiale, esistono in ogni continente eccetto l’Antartide ed erano molto diffuse circa 2000 anni fa. Ne sono state trovate in Georgia, Germania, Russia, Iraq, Melanesia e in molti altri luoghi. Sto mappando dove e quando i crani allungati sono esistiti in ogni parte del mondo e sto scrivendo un libro sulla loro diffusione in Perù e  Bolivia, riguardo ad una possibile relazione con le antiche strutture megalitiche.”

 Parliamo ora dell’esame del DNA: dove sono stati trovati esattamente i crani analizzati? A chi appartenevano? Quale esito ha avuto l’esame? 

“I tre teschi di Paracas che sono entrati nella prima serie di test arrivano tutti da un antico cimitero della zona: le teste sono state portate al Museo Storico di Paracas da gente del posto che le ha trovate. Quelle esaminate sono sia maschili che femminili. Nella collezione ci sono crani di ragazzi e anche uno appartenuto ad un bimbo di 2 anni.”

Ecco l’esatta citazione di quanto scritto dal genetista dopo il test iniziale: <Brien, da qualsiasi esemplare provenga il campione definito 3A, esso ha un DNA mitocondriale ( quello che si trasmette per linea materna, N.d T.) con mutazioni sconosciute in ogni essere umano, primate o animale finora noto. I dati sono molto lacunosi e c’è ancora bisogno di fare MOLTE sequenze per recuperare l’intero DNA. Ma i pochi frammenti che sono stato in grado di sequenziale da questo campione 3A indicano che, se queste mutazioni verranno confermate, abbiamo a che fare con un nuovo tipo di creatura umanoide, assai distante dall’Homo Sapiens, dai Neanderthal e dai Denisova. Non sono neppure certo che potrà entrare nell’albero evolutivo conosciuto. La questione è: se erano così diversi, avrebbero potuto non riprodursi con gli esseri umani. Accoppiarsi all’interno di una popolazione ristretta può aver prodotto effetti degenerativi a causa della consanguineità. Questo potrebbe spiegare i bimbi sepolti> Quello che ora si richiede è un ulteriore esame, per vedere se i risultati preliminari siano un’anomalia oppure se reggono ad una replica watches. Molti campioni stanno per essere inviati al laboratorio di genetica negli Stati Uniti dai nostri archeologi peruviani.”

 

L'AMERICANO BRIEN FOERSTER

L’AMERICANO BRIEN FOERSTER

Le contestazioni più veementi da parte dei detrattori di Foerster hanno riguardato sia la divulgazione frettolosa di questo responso- saltando a piè pari la procedura, che prevede invece di rendere pubblici gli studi scientifici solo dopo una attenta verifica da parte di altri ricercatori, ovvero la peer review o revisione tra pari– sia il sospetto che ad effettuare quei test sia stata la veterinaria Melba Ketchum, già nell’occhio del ciclone per le sue conclusioni molto discusse sul Big Foot. Critiche giustificate? Ecco la replica di Brien Foerster.

Sul web, l’annuncio ha provocato una forte reazione. Innanzi tutto: perché utilizzare l’account di Facebook?

 “I campioni sono stati inviati almeno 3 anni fa ed in seguito abbiamo organizzato una campagna per raccogliere i fondi necessari per pagare i test genetici. Dal momento che ci sono voluti due anni per ottenere quei risultati preliminari e visto che tanta gente si mostrava interessata a quegli esami, ho pensato che fosse importante anticipare i risultati.”

 Ma perché è ancora segreto il nome del genetista? Qualcuno sostiene che l’esperto del DNA sia la dottoressa Ketchum: è vero?

“È stato il genetista a scegliere l’anonimato fino a quando non sarà in grado di condurre ulteriori esami. Una volta che sarà soddisfatto ed avrà dati sufficienti, sarà lui stesso a rendere pubblico il suo nome e scriverà un articolo sull’argomento. La dottoressa Melba Ketchum non è coinvolta in questa serie di test.”

 Chi ti critica, dice che non hai alcuna competenza in materia: non sei uno scienziato né un accademico. Cosa rispondi?

“Io ho studiato approfonditamente, sul campo, questo argomento- a Paracas e in giro per il Perù e la Bolivia- per più di quattro anni. Mi sono laureato in Scienze all’ Università di Vittoria, nella British Columbia, in Canada, con una specializzazione in Scienze Biologiche. “

Come ha reagito la comunità scientifica? Cosa pensi che accadrà se questa scoperta verrà confermata?

“Non ho ricevuto alcun riscontro personale da parte di accademici, ma li invito a farlo. Quello dei Crani di Paracas è solo uno dei misteri del passato che getta nuova luce sulla storia dell’Umanità. Gli altri riguardano la vera età delle Piramidi di Giza in Egitto, la Sfinge e molte delle strutture megalitiche in Perù e in Bolivia.

MOLTI CRANI TROVATI A PARACAS HANNO CAPELLI ROSSICCI

MOLTI CRANI TROVATI A PARACAS HANNO CAPELLI ROSSICCI

 Quali saranno i prossimi passi? Quando prevedi i risultati definitivi?

“Come dicevo prima, molti campioni di DNA stanno per essere isolati dai nostri archeologi peruviani per essere spediti nello stesso laboratorio degli Stati Uniti. Ci vorrà tempo, perché il governo del Perù deve autorizzare l’invio di questi campioni. Noi abbiamo assicurato i membri del Ministero della Cultura che condivideremo con loro tutti i risultati. Dopo di ciò, stiamo pianificando di mandarne altri, prelevati da altri crani allungati di Perù e Bolivia, per farli analizzare negli Stati Uniti. Nuovi esami del DNA dovrebbero essere compiuti nel giro di pochi mesi

SABRINA PIERAGOSTINI

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4 risposte a Brien Foerster: “Tra pochi mesi nuovi esami sui Crani di Paracas”

  1. fabio scrive:

    ehilà!..passata bene la Pasqua?.. :)

    questo l’ho trovato eh!eh! nell’ultimo “ovetto…pasquense”…

    http://pianetablunews.wordpress.com/2014/04/23/oggetti-fuori-posto-perche-larte-antica-raffigura-aerei-elicotteri-e-dinosauri/#comment-6482

    avrà mica a che fare con il digamma di Abydos, poi stigma…e poi con il siiibilante eh!eh! “sigma-tau”… 😀

    http://www.altrogiornale.org/images/newspost_images/yggdrasil.jpg

    http://it.wikipedia.org/wiki/Digamma

    http://it.wikipedia.org/wiki/Stigma_(lettera)

    http://it.wikipedia.org/wiki/Sigma_(lettera_greca)

    http://it.wikipedia.org/wiki/Tau_(lettera)

    e che ovviamente ci riportano al Osireion di Abydos!..e ai relativi simboli -E VALORI CORRELATIVI- lì riscontrabili… o_O

    http://www.kch42.dial.pipex.com/egypttour_osirion.html

    e poi thò!?! ma guarda un pò che caso…i muri che circondano l’Osireion presentano LE STESSE IDENTICHE tecniche costruttive -OLTRE CHE LE ANOMALIE- ancora sconosciute di Cuczo e Ollantaytambo in Perù!?!… 😀

    http://www.duepassinelmistero.com/Antico3.jpg

    maaa i Paracas non erano mica del Perù?.. o_O

    ma vatti un pò a fidare degli “scienziati di una volta” ah!ah!ah! mmmh!..maaa vuoi vedere che questi Para-cas, dal cranio lungo-conico, (Chip, di là, dagli “scienziati anti-fuffici” 😀 è riuscito a chiamarli “teste a pinolo”! ah!ah! grande Cazzarooo! 😀 ) erano “parenti stretti” dei Para-egiziani, sempre dal cranio lungo-conico, ANTECEDENTI alla lista conosciuta ed UFFICIALE dei re terrestri di Abydos?..

    http://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_Abydos

    mmha! sto correndo troppo?!? sarà il caso “di riposarsi” un pò…maaa intanto pensateci èh?..

    http://it.wikipedia.org/wiki/Nut_(mitologia)

    a Nut, la nocciolina, il pinolo…e “l’uovo cosmico” (tenuto “in mano” dal “coniglio lunare”)… 😉

    http://www.parcoalimentare.ve.it/immagini/prodotti/noce_dei_grandi_fiumi.jpg

  2. Grazie Sabrina per questo importantissimo e preziosissimo contributo!

    Aspettavo con ansia la pubblicazione di questa intervista poiché ritengo la ricerca di Foerster sui teschi allungati di Paracas di fondamentale importanza per gettare luce sui misteri che ancora attanagliano la nostra storia antica.

    Le mie personali e modeste ricerche si intrecciano continuamente con queste tematiche e ritengo al momento che gli esponenti di questo popolo di “crani allungati” siano i responsabili delle opere architettoniche impossibili nella regione come Puma Punku, Tihuanaco, Ollantaytambo, etc.etc.

    Non dimentichiamo che anche il Quetzalcoatl dei Maya era ricordato come di carnagione chiara con capelli e barba rossa così come anche il Viracocha degli Inca

    E’ forse possibile che i “crani allungati” fossero in possesso di tecnologie e/o conoscenze più avanzate rispetto allo standard storico tradizionalmente attribuito ai popoli mesoamericani. Penso allo Shamir di Re Salomone descritto nella tradizione midrashica ebraica il cui utilizzo sembra testimoniato dai fori di Valle Pisco oltre che nei blocchi H di Puma Punku e perché no?! Anche a Nazca i cui ‘architetti’ costruttori potrebbero essere stati proprio questi “Crani lunghi” poi sostituiti solo in seguito dalla cultura Nazca nella regione.

    E’ possibile infine che la loro “regalità” e “divinità” sia stata poi effettivamente opera di emulazione da parte di quelle popolazioni Sapiens che per qualsiasi motivo hanno avuto contatti con questo misterioso popolo. Quante leggende e miti in tutto il mondo chiamano in causa popoli dai capelli rossi (o biondi)…

    http://www.progettoatlanticus.net/2013/08/i-rossi-del-passato.html
    http://www.progettoatlanticus.net/2014/02/out-of-atlantis-una-storia-alternativa.html

    Capire CHI sia quel popolo di “Crani allungati” credo sia davvero di fondamentale importanza per poter posizionare molti tasselli sul nostro “mosaico” … Forse scoprire chi siano ci permetterà per la prima volta di avere davvero davanti un quadro di insieme univoco e vedere tutti i tasselli del mosaico andare al loro posto automaticamente.

    Potremmo scoprire che gli Anunnaki dei Sumeri, i Vigilanti di Enoch, i sovrani e i semi-dei antidiluviani dell’età dell’oro presenti nelle leggende di tutte le culture del mondo siano tutti collegati al popolo dei “Crani Lunghi” la cui identità attende solo di essere svelata.

  3. Malles scrive:

    Heilà, Ecco qui un bell’articolo sui capoccioni..

    L’archeologia non è ancora in grado di spiegare sufficientemente gli interrogativi su certe usanze dei popoli precolombiani, Incas e maya, i quali davano alla deformazione del cranio una strana (ma ben conosciuta) importanza razziale, deformazione che notoriamente avveniva applicando assicelle di legno fin dalla più tenera età, così facendo cercavano di ottenere una razza superiore soltanto schiacciando e comprimendo alcune circonvoluzioni del cervello.
    Al riguardo, EH! EH! Ed anche UH! UH! mi bolle la tastiera…maaa, che fosse un modo per adattare la testa ai copricapi che erano di moda??? AH! AH! è certamente plausibile…

    Eheheh! Mi scuso e torno (si fa per dire) serio come qualcuno di mia conoscenza…Lascio il Sud America e mi reco in Egitto, dove si venerava un dio pigmeide dalla testa enorme rispetto allo sviluppo del corpo, questi era il dio BES, deità d’importazione araba che come il BAFOMET aveva un duplice aspetto nelle sue potenzialità divine. Poteva rappresentare a volte un dio del bene come altre un dio del male, o presiedere ad un baccanale per feste orgiastiche o messaggiero di morte e di sapienza. Di questo ambiguo dio furono modellate immagini da portare al collo come portafortuna, come del resto per tutti gli altri dei del Pantheon egiziano.

    L’unico aspetto INSOLITO della cosa, è che questo dio NON fa parte della mitologia egiziana classica, infatti oltre ad essere nano, dalle raffigurazioni si può osservare dalla proiezione della regione parietale laterale delle tempie, anche un notevole sviluppo della regione occipitale. Nessun altro dio egizio porta queste caratteristiche antropologiche e data l’importanza attribuita a questo dio si potrebbe desumere che l’archetipo del fatto religioso (come afferma Jung nella teoria dei simboli) possa essere un CONTATTO dal quale ebbe sviluppo l’origine imitativa. Una conformazione simile si trova anche nel busto del principe Anhhaf (2550 a.C).

    Le teorie evoluzionistiche dimostrano chiaramente come nel tempo il nostro cranio si muti progressivamente, mentre per certi organi l’atrofizzazione sia il risultato del disuso. Le varie successioni nell’aumento del cranio dal Pitecantropus all’Homo Sapiens fanno supporre che se avvenisse uno sviluppo di questi poteri che solo ora vengono studiati dalla parapsicologia, il nostro cranio subirebbe altre trasformazioni. Sarebbe dunque possibile che qualche popolo, forse anche extra, avesse subito questa evoluzione ed avesse avuto contatti con le civiltà terrestri più arretrate come cultura?

    Se questo fosse successo, si potrebbero spiegare le ORIGINI IMITATIVE delle usanze incaiche o maya o delle divinità che esulano dalla logica della personificazione negli elementi naturali degli dei di tutte le varie civiltà.
    Rimane ancora sconosciuta l’origine del dio Quetzalcoalt come quella di Qhac- Mool, e forse uno di questi “dei” venuto chissà come e chissà da dove, avrà insegnato qualcosa delle sue conoscenze agli indigeni. A quest’ultimi, ossessionati dalla religiosità, non rimase che cercare di imitare questi dei, pensando che la sapienza e la nobiltà si acquistasse, deformando il cranio o, nel caso degli egizi, rapandoselo completamente. Puede ser? Ab aeterno…

  4. Aspettiamo con ansia i nuovi risultati dei test come prospettato in chiusura del post di Sabrina… Nel frattempo, a prescindere dal DNA, ci sono altri elementi che dimostrerebbero (il condizionale è sempre d’obbligo in questi casi) la natura ‘non umana’ di questi teschi o comunque che gli stessi non possano essere il risultato di semplici deformazioni craniali checché ne dicano gli “accademici”.

    Per esempio: qualcuno riesce a spiegare l’assenza della sutura sagittale in questi crani?!

    :-)