“Gli UFO nell’Adriatico del 1978? Erano i Sovietici…”

Il 1978 è segnato con un cerchio rosso negli annali del’ufologia: è stato infatti l’anno con il maggior numero di avvistamenti ufficiali- ben  69, un record che non si è più ripetuto. I casi più clamorosi si sono registrati lungo la costa Adriatica, tra le Marche e l’Abruzzo, dove molti testimoni  per mesi riferirono di aver visto luci anomale muoversi fuori e dentro il mare insieme ad altri strani fenomeni, tanto che all’epoca i giornali parlarono di una vera e propria invasione UFO. Ma a distanza di 40 anni esatti, sembra emergere una spiegazione molto più terrestre.

IL 1978 E' STATO UN ANNO RECORD DI AVVISTAMENTI UFO IN ITALIA

IL 1978 E’ STATO UN ANNO RECORD DI AVVISTAMENTI UFO IN ITALIA

La stampa  aveva seguito con grande enfasi i vari episodi che giorno dopo giorno riempivano le cronache locali, soprattutto dopo un fatto drammatico rimasto avvolto nel mistero: la morte di due fratelli di Martinsicuro, Vittorio e Gianfranco De Fulgentiis. Furono ritrovati senza vita nella loro imbarcazione andata a picco tra il 14 e il 15 ottobre davanti a San Benedetto del Tronto. Uno dei due, secondo la vulgata, non aveva acqua nei polmoni. Dunque non  sarebbe annegato: sarebbe morto di paura per quello che aveva visto, dicevano gli amici.

Anche gli altri pescatori della zona avevano assistito a fenomeni spaventosi: il mare che a volte  sembrava ribollire, enigmatiche luci in movimento,  colonne d’acqua che si alzavano per decine di metri. E poi, correnti impreviste che li portavano fuori rotta, guasti alle strumentazioni  di bordo e bussole impazzite, boati  improvvisi e onde anomale. Racconti probabilmente anche esagerati dal passaparola, ma che contribuirono a diffondere una vera e propria psicosi: molti pescatori, scioccati, non volevano uscire più sulle barche tanto che la capitanerie di Porto decisero di mandare delle pattuglie in perlustrazione.

UN GIORNALE DELL'EPOCA

UN GIORNALE DELL’EPOCA

Il 9 novembre 1978, anche i militari in servizio avvistarono qualcosa di insolito ed ebbero un blackout  nel segnale radar, elementi che  confermarono quanto meno che i marinai della zona non si erano inventati tutto. Un colloquio via radio intercorso tra una motovedetta e la capitaneria di Pescara venne captato dai giornalisti della redazione abruzzese del Messaggero e riportato sulle pagine del giornale. “Qui Bellomo, abbiamo notato una specie di segnale di color rosso chiaro che si alza dal mare e va verso l’alto. Ci dirigiamo sul posto”, diceva una voce. “Ok, fate sapere se c’è qualche imbarcazione nella zona che ha sparato il razzo”, la replica dalla base.

Rete8- una tv privata abruzzese- ha rintracciato e intervistato il militare della motovedetta, l’ufficiale Vitale Bellomo, oggi 80enne, che ha ricostruito quanto avvenuto quella notte per la trasmissione “In cronaca”, in onda il 5 aprile. Lui, che non ha mai creduto all’ipotesi aliena, 40 anni dopo sostiene che l’Adriatico sia stato piuttosto teatro di manovre militari super-segrete .”Ad un certo punto – dice nel video diffuso su Youtube dall’emittente- sulla nostra destra vedemmo un segnale luminoso, cioè un razzo, con inclinazione di circa 45 gradi ad una altezza di 200-300 metri,  valutammo noi, e ad una distanza di circa 1 chilometro. Nel frattempo capitò che il radar fu oscurato, cioè non funzionava più. E questa situazione del radar durò per circa mezz’ora.”

Ma l’episodio rivelatore si verificò la settimana successiva, quando Bellomo e i suoi colleghi di pattuglia scoprirono qualcosa di ancora più inquietante. “Sulla spiaggia del molo nord, all’altezza della Madonnina- ricorda- si era spiaggiato un siluro. Naturalmente ce ne preoccupammo subito, con dei teli lo coprimmo e ancora una volta avvisammo il nostro comando superiore cioè Ancona.  Nel giro di poche ore il siluro fu portato via. Le scritte erano in caratteri cirillici, quindi era facilmente intuibile da quale parte veniva… La testata era piena d’acqua fortunatamente”, afferma nell’intervista l’ufficiale in pensione. Furono poi dei soldati a recuperare in tutta fretta l’ordigno inesploso. Dunque, non erano gli Alieni, ma i Sovietici a scorrazzare a quei tempi tra Marche e Abruzzo?

UN'IMBARCAZIONE DELLA CAPITANERIA DI PORTO

UN’IMBARCAZIONE DELLA CAPITANERIA DI PORTO

Nel 1978 la tensione tra i due blocchi Est-Ovest era ancora tangibile e l’Adriatico fungeva da confine (pensiamo, ben sorvegliato) tra i Paesi del Patto Atlantico e quelli del Patto di Varsavia: al di là del mare, c’erano Jugoslavia e Albania legate all’URSS a doppio filo, al di qua c’era l’Italia con le sue  basi militari NATO. Si può davvero immaginare che Mosca rischiasse di scatenare un conflitto nucleare schierando i propri sommergibili davanti alla trafficatissima costa italiana? E a che scopo farsi notare sparando razzi in continuazione e addirittura un siluro? Oppure, ad organizzare una simulazione di scontro navale con i Sovietici (esercitazioni durate insolitamente per mesi…) sono state le forze NATO? In questo caso, il siluro con scritte in cirillico e non armato ( la testata era vuota, dice Bellomo) è stato sparato dai nostri per rendere più realistico un attacco nemico?

Tutto è possibile– la realtà riserva sorprese che nemmeno la fiction più fantasiosa potrebbe creare- ma lo scenario non sembra molto plausibile. Anche perché già all’epoca fu presa in considerazione la possibilità che a muoversi in quel tratto di mare fossero mezzi subacquei convenzionali ( insomma, assolutamente umani per quanto tecnologici),  ma fu anche esclusa: la profondità dell’Adriatico (con una media di 252 metri)  rende la navigazione dei sottomarini a dir poco proibitiva. Né la presenza di sommergibili  spiegherebbe tutti i fenomeni  riferiti- ammesso che i testimoni abbiano detto la verità, ovviamente- come le luci in movimento nel cielo.

COME SPIEGARE LE LUCI APPARSE NEL CIELO?

COME SPIEGARE LE LUCI APPARSE NEL CIELO?

Altrettanto non esaustive e non sufficienti a spiegare tutti gli eventi riportati sono le altre ipotesi avanzate, prima fra tutte l’esplosione di gas metano  liberato dal fondale marino dopo un maremoto e responsabile del ribollire del mare e dei fenomeni luminosi . Ma in realtà il 21 giugno 1978- giorno in cui la costa adriatica, specie quella balcanica, fu investita da uno tsunami- non fu registrata alcuna scossa sismica e ancora non si sa con certezza cosa abbia provocato quell’onda anomala alta fino sei metri che investì soprattutto le attuali Croazia e Montenegro: scartata nel tempo anche l’eventualità della frana sottomarina, oggi si propende per l’ipotesi del meteotsunami, evento tra l’altro piuttosto raro e di solito molto circoscritto.

Certo, a forza di scartare ipotesi, alla fine resta solo quella extraterrestre– la più incredibile e la meno accettabile da parte dei più. In quest’ottica, i fatti assurdi del 1978 sarebbero collegati o meglio strettamente connessi ad una vicenda ancora più assurda, nota come il Caso Amicizia– un presunto contatto tra un gruppo di Alieni (con basi sparse proprio lungo l’Adriatico) e un gruppo di cittadini italiani durato per decenni. Di questa storia si è detto e scritto moltissimo (lo abbiamo fatto anche sul nostro blog), senza poter stabilire in modo inequivocabile se si tratti di realtà o immaginazione, tanto che detrattori e sostenitori del Caso Amicizia, a distanza di tanti anni, si mantengono arroccati sulle proprie posizioni.

LA FOTO DI UN UFO SCATTATA ALL'EPOCA DEL "CASO AMICIZIA"

LA FOTO DI UN UFO SCATTATA ALL’EPOCA DEL “CASO AMICIZIA”

Sono state astronavi aliene,  in conflitto le une con le altre, ad aver scatenato un putiferio sui lidi tradizionalmente tranquilli dell’Adriatico? O forse erano semplicemente micidiali bolle di gas emerse dalla crosta terrestre? O ancora,  a turbare le attività di pescherecci e motovedette sono stati evoluti mezzi subacquei nostrani- targati NATO o URSS- coinvolti in manovre ed esercitazioni in acque territoriali italiane, a pochi metri da porti e spiagge, come suppone l’ufficiale di Marina Vitale Bellomo?  Tante domande alle quali se ne aggiunge una, altrettanto importante: cosa o chi ha ucciso i fratelli De Fulgentiis, un fenomeno naturale, un incidente o un atto deliberato? A 40 anni di distanza, le risposte ancora mancano.

SABRINA PIERAGOSTINI

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