21 Febbraio 2025
A caccia di fantasmi nel castello di Azzurrina
26 Giugno 2011
Azzurrina
Perché Marino è uno dei “cacciatori di fantasmi” che si sono dati appuntamento sulle colline riminesi per una giornata psi- come dicono loro. Sensitivi- o meglio “persone sensibili”-, ricercatori del paranormale e medium riuniti in questo castello rinomato soprattutto per la leggenda di Azzurrina, la bimba dai capelli blu che scomparve un giorno lontano senza lasciare traccia. Era il 21 giugno del 1375.
In quella che forse nei secoli passati veniva utilizzata da cella, lo strumento rileva invece prima una cavità, poi un probabile gioiello d’oro sepolto a circa un metro e mezzo di profondità. “Proprio nel punto che gli ho indicato io, sono meglio del georadar!”, scherza Mattia Mascagni, stretto collaboratore di Gullà. “Ma ricordiamoci sempre che noi sensitivi non siamo infallibili. Abbiamo solo delle intuizioni che vanno interpretate e capite. E procediamo con molto rispetto”.
Qui non c’è alternativa: o si crede oppure no. Non c’è prova che regga ai racconti straordinari che ascolto. Guardo negli occhi i miei interlocutori, sembrano tutti in buona fede. Ma basta questo per stabilire che dicono la verità? D’istinto vorrei aver fiducia in loro, ma i dubbi sono più forti. Nonostante tutto.
Metempsicosi, dunque. Per questi cultori del paranormale è naturale che sia così. L’anima non muore, ma sopravvive alla materia e quasi sempre torna a reincarnarsi in un nuovo corpo. Salvo rare eccezioni: i fantasmi, appunto, anime tormentate incastrate tra le due dimensioni.
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