“Il fenomeno Ufo è concreto, non si può negare. Ma il vero punto della questione ufologica è cosa siano davvero gli Ufo o almeno quella piccola percentuale di oggetti volanti non identificati ai quali non è stata data alcuna spiegazione. Molti, infatti, risultano poi essere aerei, fenomeni naturali, errate interpretazioni. Eppure c’è una piccola percentuale di avvistamenti- circa il 5%- alla quale nemmeno la scienza sa dare spiegazione. Trovarla è il target dell’ufologo”.
Incontro Paolo Bolognesi ad un convegno alle porte di Milano incetranto sulla vita aliena dove partecipa nelle vesti di relatore. Da una trentina d’anni si interessa di questo argomento e dei presunti avvistamenti di astronavi extraterrestri che da ogni parte del mondo ormai migliaia di persone giurano di aver visto. Bolognesi si dichiara “ricercatore sul campo” : senza cedere a dogmatismi, nei suoi libri ripercorre gli ultimi decenni della storia dell’ufologia e prova a formulare ipotesi. Senza illudersi di aver trovato la soluzione del problema…
“Al giorno d’oggi- dice- purtroppo non c’è ancora una sola prova reale che possa indirizzarci verso una o un’altra ipotesi. La più diffusa e conclamata è quella dell’origine extraterrestre di tali oggetti. Ma si parla anche di viaggiatori temporali: gente del futuro che con una macchina del tempo possa viaggiare a suo piacimento in avanti e indietro. Gli Ufo sarebbero proprio queste “macchine temporali”. C’è poi chi- come il professor Massimo Teodorani- studiando le luci di Hessdalen (in Norvegia, N.d.A.) sostiene che si tratti di plasma ionizzato, praticamente di gas reso quasi allo stato solido dalla piezoelettricità. Nessuna di queste, però, è una spiegazione definitiva. Qualcuno inoltre propone anche la teoria delle dimensioni parallele: gli Ufo potrebbero arrivare dalla 5°, dalla 6° dimensione. La fisica stessa ormai teorizza infinite dimensioni e infiniti universi. Ma anche questa ipotesi non è dimostrabile”.
Dunque, si riparte da zero. E si riparte, secondo Paolo Bolognesi, con un nuovo approccio:
“Io ho intrapreso una nuova strada di ricerca. Penso che l’Ufologia debba rinnovarsi. Certo, quel che è stato fatto finora serve ed è stato utile, però ormai le interviste ai testimoni , le analisi dei filmati hanno fatto il loro tempo. Oggi come oggi, con le moderne tecnologie, foto e video sono facilmente falsificabili ed è sempre più difficile dimostrare se siano falsi o no. Dopo anni di studi e di analisi, io credo invece di aver aggiunto un tassello al mosaico che possa aiutare a dare una risposta al fenomeno Ufo.”
La teoria elaborata da Bolognesi è tutta geocentrica: gli Alieni, in realtà, siamo noi. Noi, molto più evoluti e con una tecnologia superiore. Noi, fuggiti in epoche remote da una casa – la Terra- divenuta all’improvviso troppo scomoda. Quindi, non visitatori extraterrestri, ma ex-terrestri…
“Gli Ufo sono velivoli provenienti dallo spazio esterno- afferma con piglio deciso l’Ufologo- pilotati da esseri provenienti da altri pianeti, da altre galassia, ma di origine comunque terrestre. Voglio dire, esistono miti di civiltà vissute sul nostro pianeta migliaia se non milioni di anni fa- come Atlandide, Mu, Lemuria. Queste civiltà, una volta raggiunto uno sviluppo come il nostro attuale o persino superiore, per motivi a noi sconosciuti- per volontà o per l’inabitabilità del pianeta o per catastrofi naturali- hanno intrapreso la via dello spazio lasciando sulla Terra quei pochi sopravvissuti ancora allo stadio primitivo, magari insieme ad un piccolo gruppo di volontari rimasti per aiutare questi uomini meno evoluti a progredire essi stessi, per arrivare al medesimo livello tecnologico e culturale.”
Un’ipotesi curiosa, che recupera le leggende di remote “età dell’oro” in cui l’umanità viveva felice, prima del tracollo. Miti che- secondo una corrente di pensiero- nasconderebbero molto più che non semplici fantasie di antichi poeti. E Bolognesi si incammina decisamente su questa strada, reinterpretando in questa chiave anche le profezie della “fine dei tempi” e del “ritorno degli dei”…
“Questo popolo che si è allontanato milioni di anni fa magari ora sta tornando, per controllare se queste civiltà primitive si sono sviluppate, se hanno fatto un buon lavoro. Su questo elemento sto ancora lavorando, con ricerche in campo paleoantropologico. Ho scoperto, ad esempio, che archeologi e geologi hanno trovato traccia- in senso letterale- di questi passaggi umani, individuando orme di homo sapiens databili a 3 milioni e 700 mila anni fa, quando sappiamo benissimo che per la scienza ufficiale l’uomo moderno è apparso 200 mila anni fa. Eppure quella datazione incredibile è ufficiale, riconosciuta, ma nessuno ne parla. Io ho collegato questi indizi, questi dati, il fatto che queste orme fossero le orme di una civiltà uguale alla nostra, al nostro stesso livello evolutivo quando non avrebbe dovuto esistere nemmeno il nostro antenato , l’homo erectus… Facendo 2+2, ho detto: se l’impronta di un uomo moderno è datata 3 milioni e 700 mila anni fa, allora qualcosa non ci è stato spiegato nei libri di genetica, di storia, di paleoantropologia. Ho svolto questa indagine e ora auspico che qualcuno con maggior conoscenze in materia di me la condivida e la possa sviluppare, anche meglio di quanto non abbia fatto io.”
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