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Russia, il mistero inspiegabile dell’ “uomo-ariete”

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Uno scheletro d’ariete  dotato di testa umana. E’ un vero rompicapo il ritrovamento compiuto da una squadra di archeologi russi, al lavoro nel sito medioevale di Nevinnomyssk.

Gli scavi risalgono al 2008 e a tutt’oggi nessun esperto del settore è riuscito a trovare una risposta soddisfacente a questa sepoltura, unica in tutta la storia dell’archeologia. A  parlarne, pochi giorni fa, è stato il canale televisivo NTV, che ha paragonato i ricercatori a Dana Scully: come lei, alle prese con un X-file di difficile decifrazione.

Scavando un tumulo risalente al XIII secolo, infatti, gli studiosi hanno scoperto in una tomba  uno scheletro davvero anomalo: il cranio apparteneva ad un giovane uomo, di età inferiore ai 25 anni. Ma il corpo era quello di un possente montone, di taglia molto robusta, superiore alla media.  Subito si sono profilati gli scenari  più assurdi: si trattava forse di una  creatura misteriosa, metà  umana e metà caprina? magari un essere ibrido venuto da altri mondi? Anche se per lo scheletro è stato coniato, proprio dagli scienziati, un nome ad hoc – ovvero, chelovekobaran, “uomo-ariete” –  tuttavia  gli archeologi si sono ovviamente rifiutati di avvalorare qualsiasi ipotesi non scientifica. E così, in attesa di certezze- e degli esami genetici- ancora non sanno dire cosa abbiano trovato. Ritengono, tuttavia,  che qualcuno, molti secoli fa, abbia deliberatamente decapitato il capro- con precisione chirurgica e perfette nozioni di anatomia –  per impiantagli la testa del giovane morto.  Il corpo così ricomposto è stato sepolto sul fianco sinistro, con il capo rivolto a nord-est, le zampe piegate verso il petto e  con l’intero corredo funerario  tipico dell’epoca- armi ed utensili.  Ma perché questo insolito funerale?  Quale lo scopo, quale il significato?   Era il  sacrificio rituale di un ariete ritenuto per qualche motivo sacro o magico? Oppure era straordinario il giovane defunto, tanto da meritarsi una sepoltura senza precedenti?

Come dicevamo, infatti, non esistono altre  simili tumulazioni in nessuna parte del mondo. L’archeologo russo che ha condotto gli scavi, Sergei Savenko,  ha rivolto un appello anche  ai colleghi stranieri, per avere aiuto e segnalazioni. Ma senza risultati. “L’unico caso  vagamente simile è stato scoperto in Crimea – ha spiegato Savenko alla tv russa-  in quel   caso però al corpo umano, privo di mani e piedi,  sono stati aggiunti gli arti di   una capra”.

A complicare il quadro, poi, un‘ altra stravagante sepoltura rinvenuta a poca distanza dalla tomba dell’ ”uomo-ariete”. In una enorme  vasca da bagno in terracotta, tutta foderata di erba, giaceva un cavallo dalle dimensioni inusitate:  164 centimetri al garrese e una spina dorsale lunga oltre 2,5 metri- esclusi collo e coda… ”Non ho mai visto ossa equine di queste dimensioni, era un vero Bucefalo!”, ha commentato la paleontologa Anna Shryreva.

 Una bestia gigantesca, assolutamente unica,  che si è guadagnata un riposo eterno speciale, come il suo (probabile) cavaliere sepolto lì vicino:   il cavallo infatti si trovava a pancia in sù, con la testa reclinata sul lato sinistro e con le zampe ripiegate verso il corpo.

Insomma, un puzzle davvero complesso da ricomporre, che per ora presenta  più domande che risposte.

 

 

 

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