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Più veloce della luce?

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E’ nei titoli di  tutti i quotidiani, di tutti i siti online, di tutte le tv: i neutrini  sono più veloci della luce. Una notizia che potrebbe sconvolgere la Fisica moderna e anche la nostra realtà quotidiana. La scoperta, effettuata da un’equipe guidata dall’italiano Antonio Ereditato, risale a tre anni fa, ma solo ieri il professore Antonio Zichichi ha rotto il silenzio- e l’embargo- imposto dalla comunità scientifica internazionale  e bruciando i tempi l’ha rivelata alla stampa, prima dell’ annuncio ufficiale di Cern e Istituto Nazionale  Fisica Nucleare. Cos’è dunque successo? Un fascio di neutrini- particelle prive di carica elettrica ma dotate di massa infinitesimale, osservate per la prima volta solo nel 1956- “sparato” da Ginevra, sede del Cern,  al laboratorio del Gran Sasso è arrivato a destinazione prima di un raggio di luce: esattamente, con 60 nanasecondi di anticipo. L’esperimento (denominato “Opera”) ha sconcertato dapprima  gli stessi ricercatori, che lo hanno ripetuto per ben 3 volte. E ogni volta, con il medesimo risultato: i neutrini hanno viaggiato a più di 299.792,458 chilometri al secondo– limite invalicabile, invece, secondo la teoria della relatività di Albert Einstein. Per scrupolo, l’equipe ha anche ricontrollato tutti i calcoli per sei mesi. Gli scienziati hanno persino preso in considerazione che l’esito sorprendente potesse essere stato influenzato da fattori esterni, come la deriva dei continenti o il terremoto dell’Aquila (il Gran Sasso si trova a poca distanza ) . Niente. Dopo 15mila rilevazioni, si sono arresi. “Abbiamo provato a cercare tutte le possibili spiegazioni, volevamo trovare un errore, anche banale, e non ne abbiamo trovati – ha detto il professor Ereditato- A questo punto, siamo piuttosto certi dei nostri risultati, ma abbiamo bisogno che altri colleghi li confermino”. La reazione dei colleghi non si è fatta attendere, tra scetticismo ed estrema cautela. Ma se il fenomeno è reale, altri laboratori potranno riprodurlo e dimostrarlo, come gli scienziati dell’Infn auspicano e sperano. Se hanno ragione, però, se i calcoli sono esatti e se davvero queste particelle riescono a muoversi ad una velocità più elevata di quella della luce, tutto ciò cosa comporterebbe?  L’immenso e geniale lavoro di Albert Einstein verrebbe scardinato, buttato all’aria come  un castello di carte?  Il collega Luigi Bignami, giornalista scientifico, (https://sites.google.com/site/luigiscienza/) lo ha chiesto proprio al Professor Zichichi. Ecco la sua risposta: “Non cambia quello che gli esperimenti ci hanno mostrato da tanto tempo a questa parte, ma cambiano enormemente le estrapolazioni che abbiamo fatto osservando gli esperimenti. Una prima conseguenza di ciò sarebbe il fatto che verrebbe a tremare l’equazione E=mc2 e ci porterebbe più vicini all’esistenza del Supermondo. Questo vorrebbe dire che non siamo figli di uno spazio-tempo a 4 dimensioni, ma a 43 dimensioni, di cui una sola è dedicata al tempo. E allora questo darebbe fiato alla mia ricerca che da anni porto avanti per trovare i “neutralini” (si badi bene: non i neutrini che appartengono al mondo che conosciamo) che sarebbero le prime particelle del Supermondo. Ci sarebbero poi impatti notevoli sullo studio dei neutrini e della luce che ci arriva dalle stelle, in quanto i primi ci arriverebbero prima della luce stessa. E perché? Questo non lo sappiamo. Ovviamente tutto questo deve ancora essere sottoposto a riproducibilità. Ed è proprio per questo che abbiamo messo a punto tecniche di misura che rilevano i picosecondi, cioè miliardesimi di secondo”.   E scusate se è poco… Un Supermondo in cui la materia non risponde del tutto  alle regole della fisica previste per  il nostro mondo  e nel quale le nostre 4 dimensioni sono solo una delle varianti possibili. Un Supermondo   nel quale i viaggi del Tempo e  il teletrasporto(sostanzialmente negati dalle teorie einsteiniane)  non più delle mere utopie. Un Supermondo nel quale, in sostanza, ci stiamo affacciando solo ora e di cui realmente non conosciamo nulla.

 Da qui, al futuro, tutte le strade sono aperte.

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