Gli incontri ravvicinati del 4° tipo? Sono solo sogni, frutto della nostra immaginazione. E’ la conclusione alla quale è giunto il primo studio scientifico effettuato in materia di “abduction”.
La ricostruzione di un incontro ravvicinato del Terzo Tipo
Forse stimolati dalle ultime statistiche- in base alla quali svariati milioni di Americani si dicono vittime di rapimenti alieni- i ricercatori della UCLA (l’Università della California- Los Angeles) hanno sottoposto venti volontari ad un singolare test.
Per 3 giorni, li hanno addestrati a compiere determinati esercizi mentali al fine di condizionare il loro stato di sonno e di veglia, così da poter provare “esperienze extracorporee”. Tecnica appresa alla perfezione dalla metà dei volontari. Già il fatto che in così breve tempo si possa imparare a controllare la propria mente, come un esperto guru indiano, è stupefacente. Ma ancora più sorprendente è il risultato di tali “viaggi”: sette volontari, infatti, su esplicito suggerimento dei ricercatori, hanno incontrato delle creature non terrestri.
A promuovere l’esperimento è stato il dottor Michael Raduga, da sempre convinto che i racconti di rapimenti alieni siano in realtà il resoconto di sogni molto realistici. Per poter provare che sono solo prodotti della nostra fantasia, doveva istruire qualcuno per insegnargli a “costruire” un ricordo onirico su commissione. “Quando la gente vive esperienze di abduction, non sa di sperimentarle sempre quando si trova nella fase Rem, quando cioè il sonno è più profondo ed è più frequente provare esperienze extracorporee”. Per Raduga, è quello che capita ad un milione di Americani ogni anno. “I rapiti sono in buona fede, credono davvero di aver vissuto un contatto diretto con gli alieni e non si rendono conto, invece, che è stato un fenomeno assolutamente umano, insito nella nostra mente”
Uno dei mostri del film “The thing”
I partecipanti allo studio dovevano cercare di separarsi dai loro corpi ogni volta che stavano per svegliarsi o durante le fasi di lucidità nel sonno. Se erano in grado di sognare di uscire dai loro corpi addormentati, allora dovevano cercare di vedere se c’erano creature extraterrestri in casa. Chi invece non riusciva ad avere l’esperienza extracorporea, poteva continuare a dormire e riprovare in un secondo momento. “Qualcuno c’è riuscito subito, altri al terzo o al quinto tentativo. Qualcuno invece non ce l’ha proprio fatta, aveva troppa paura”- spiega ancora il ricercatore. Ma alla fine dell’esperimento, il 35 per cento dei volontari ha affermato di aver visto gli alieni e li ha descritti. Alti e metallici come dei robot, oppure simili agli esseri deformi del film “La cosa”. Comunque, tutti piuttosto ostili e spaventosi.
Lo studio dell’UCLA è sicuramente interessante: chiunque ha sperimentato- almeno una volta nella propria vita- un sogno così intenso da non poter capire- al risveglio – se fosse fantasia o vita vissuta. Così come a tutti noi, nel sonno più profondo, è successo di sentire- come se fosse reale- qualcuno che ci stringe, ci lega o ci impedisce i movimenti- proprio come raccontano i testimoni di ipotetici esperimenti alieni. Il nostro cervello è un meccanismo complesso, dalle potenzialità straordinarie che ancora non conosciamo nè dominiamo del tutto.
Ma spiegare tutto solo con la una spiccata propensione della nostra mente a girare fantastici film notturni di fantascienza- dei quali siamo contemporaneamente sceneggiatori, registi, interpreti e spettatori…- è un po’ riduttivo. Non si giustificano, ad esempio, i presunti rapimenti avvenuti in pieno giorno, con il testimone perfettamente sveglio e cosciente. Non si giustificano i presunti incontri ravvicinati del 4° e del 5° tipo condivisi da più persone.
Come nel caso degli avvistamenti Ufo , per i quali- scremando i falsi, gli scherzi, gli errori, i fenomeni naturali – le grandi cifre di partenza si riducono a poche decine di casi effettivamente inspiegabili, così anche per i rapimenti alieni, una volta eliminati milioni di incontri avvenuti soltanto in sogno, ne restano comunque alcuni- pochi, ma significativi- per i quali è ancora necessario studiare per capire.