“Una pietra miliare lungo la strada per trovare un pianeta gemello della Terra”. La trionfante dichiarazione pubblicata sul sito ufficiale della Nasa fa ben capire l’importanza che gli scienziati danno alla scoperta di Kepler 22b. Secondo il team di astronomi del Centro di ricerca Ames dell’ente spaziale americano, si tratta del pianeta finora individuato con le caratteristiche più simili al nostro e dunque con le più alte probabilità di ospitare la vita.
Tante le similitudini tra noi e questo mondo lontano. Kepler 22b è due volte e mezzo più grande (per la precisione, il suo raggio è 2,4 volte quello terrestre) ed orbita attorno al proprio sole in 290 giorni circa. La stella è di tipo-G, solo appena più piccola e fredda della nostra. La sua orbita si colloca nella cosiddetta “Goldilocks zone“- o fascia abitabile, ossia la distanza ideale per consentire una temperatura superficiale gradevole ( si calcola sui 22 °C) e la presenza di H2O allo stato liquido in superficie. Anche se gli scienziati ancora non sanno se il pianeta sia prevalentemente roccioso o gassoso, ipotizzano comunque che sia ricco di acqua.
Negli ultimi mesi, il telescopio Keplero ha scoperto oltre mille potenziali candidati, raddoppiando in breve tempo il numero di pianeti extrasolari. Di questi, 207 sono grandi come la Terra, 680 sono circa il doppio, 1181 hanno le dimensioni di Nettuno, 203 quelle di Giove e 55 sono ancora più grandi. Tra tutti i pianeti scoperti, si ritiene che solo 54 siano nella “fascia di abitabilità” dei loro sistemi solari e finora solo per Kepler 22b è arrivata la conferma ufficiale.
Keplero riesce ad individuare un pianeta in base all’emissione della luminosità di una stella: il passaggio del corpo celeste determina una provvisoria diminuzione della luce. Dopo tre passaggi a distanza di tempo regolare, si ha la prova dell’esistenza di un pianeta in orbita. “Siamo stati molto fortunati in questo caso-ha detto William Borucki, a capo dell’equipe di ricercatori. “Abbiamo individuato il transito di Kepler 22b soltanto 3 giorni dopo l’inizio delle osservazioni e siamo stati testimoni del terzo transito nel 2010”.
Le osservazioni per ora si concentrano sulle stelle della costellazione della Lyra e del Cigno, visibili dai telescopi posizionati a terra solo nella stagione primaverile. Il nuovo pianeta che sta suscitando tante aspettative ha un unico difetto: dista dalla Terra qualcosa come 600 anni luce.