Chi ama gli animali- e magari ne ospita un esemplare domestico in casa- spesso sostiene che siano dotati di una tale sensibilità da avvertire ciò che a noi umani sfugge. Non solo vedono e odono meglio di noi, ma sembrano anche percepire il dolore in chi li circonda: a volte comprendono quando una persona è malata, a volte- si dice- riescono addirittura a capire quando la morte è imminente.
Molte storie e racconti, poi, tramandano di animali che all’avvicinarsi di un cataclisma- come un terremoto- assumono comportamenti anomali, dimostrandosi particolarmente nervosi e irrequieti. Ora la scienza ha appurato che, almeno in questo caso, non si tratta di leggende o di superstizioni, ma di reali capacità. In particolare, uno studio ha verificato che alcuni tipi di anfibi percepiscono l’imminenza di un sisma.
IL GRAFICO DI UN SISMOGRAFO
Punto di partenza, il grave terremoto che ha colpito L’Aquila nell’aprile del 2009. Pochi giorni prima che la catastrofe si verificasse, avvenne qualcosa di molto strano: un’intera colonia di rospi abbandonò all’improvviso lo stagno dove si riproducevano, senza apparente motivo.
I ROSPI "SENTONO" IN ANTICIPO I TERREMOTI
Da lì a poche ore, ebbe luogo la scossa sismica. Dopo un attento esame, gli scienziati sono arrivati alla conclusione che gli anfibi avevano effettivamente previsto il terremoto, anche se il loro “sesto senso” non c’entra.
Nell’articolo pubblicato sul “International Journal of Environmental Research and Public Health ” (Giornale internazionale di ricerche sull’ambiente e pubblica salute), i ricercatori descrivono il meccanismo grazie al quale, dalle rocce della crosta terrestre sottoposte allo stress di un terremoto, si sprigionano cariche elettriche che combinandosi con l’aria producono degli ioni. “Gli ioni positivi dell’aria provocano nausea e mal di testa negli esseri umani, mentre alterano il livello di seretonina negli animali”, spiega il dottor Friedman Freund della Nasa, a capo del team di scienziati insieme alla biologa Rachel Grant dell’Open University di Gran Bretagna. “Inoltre essi possono reagire con l’acqua, trasformandosi in periossido di idrogeno”. Si sviluppa dunque una catena di reazioni che modifica il materiale organico disciolto nello stagno in sostanze potenzialmente tossiche.
NELLO STAGNO AVVENGONO REAZIONI CHIMICHE PERCEPITE DAGLI ANFIBI
Ecco allora che gli animali che sono a stretto contatto con la terra e con l’acqua che da essa fuoriesce percepiscono i cambiamenti chimici nell’ambiente in cui vivono. Così, con giorni di anticipo, “sentono” che sta succedendo qualcosa nel sottosuolo. E iniziano la fuga verso un contesto più sicuro.
Quello dei rospi dell’Aquila non è l’unico esempio presente nella letturatura scientifica. Si ricorda anche un episodio avvenuto nel 1975, in Cina: la popolazione di Haicheng vide i serpenti maculati uscire dalle loro tane un mese prima che si verificasse un violento terremoto.
Il fatto fu notato perchè avvenne in pieno inverno, con temperature vicine alla zero: eppure, i rettili- animali a sangue freddo- si svegliarono dal loro letargo e scapparono dai loro rifugi, esponendosi al rischio di morte. Evidentemente, fuggivano da un pericolo ancora peggiore.
Ma questi e altri episodi simili finora sono stati relegati nell’ ambito dell’anedottica. Invece, il caso italiano è stato il primo ad essere stato studiato scientificamente ed ad aver dato una risposta univoca. “Ora sappiamo che il comportamento degli animali è dettato da cambiamenti che avvengono nella crosta terrestre – precisa Freund- Una volta compreso che questi e altri segnali sono correlati, se li notiamo in contemporanea potremo sapere che qualcosa sta per succedere”.
LA SEZIONE DELLA CROSTA TERRESTRE
Insomma, questa scoperta potrebbe salvare vite umane: biologi e geologi, lavorando insieme, saranno capaci di prevedere i sismi attraverso l’osservazione del comportamento animale ed i cambiamenti chimici nel terreno, lanciando in tempo l’allarme.