Da sempre ci affascina e ci inquieta: per i Greci impersonava il dio della guerra, i Cinesi lo chiamavano “la Stella di fuoco” e anche oggi continua a suscitare curiosità ed interesse.Marte, il Pianeta Rosso, meta delle ultime missioni (è appena partita alla sua volta Curiosity), un po’ alla volta sta rivelando i suoi segreti.
IL PIANETA ROSSO
Ma nonostante i milioni di dati inviati sulla Terra dalle sonde che lo hanno fotografato, perlustrato e presto anche analizzato, molto rimane ancora sconosciuto di quel mondo distante da noi solo pochi mesi di viaggio spaziale. Ecco i misteri ancora da chiarire.
IL PAESAGGIO MARZIANO
1) Perchè Marte ha due facce? Gli scienziati da decenni sono sconcertati da questa dicotomia: l’emisfero nord è basso e liscio- forse è il luogo piu piatto dell’intero sistema solare- apparentemente di origini molto più recenti, mentre l’emisfero sud è caretterizzata da altissimi rilievi e profondi crateri ( dai 4 agli 8mila metri) ed è di epoca geologica molto più antica. A separarli, c’e’ il Gale Crater. Le ultime scoperte suggeriscono che la grande disparità tra le due parti sarebbe stata causata dall’impatto con un gigantesco meteorite che ha sconvolto Marte milioni di anni fa, ma è un’ipotesi ancora da verificare.
2) Qual è l’origine del metano presente su Marte? La più semplice delle molecole organiche è stata trovata per prima nell’atmosfera marziana dalla missione Mars Express nel 2003. Sulla Terra, la maggior parte del metano è prodotto dagli esseri viventi (basti pensare ai gas digestivi delle mucche…). Dunque è così anche su Marte? Il gas, secondo alcuni studiosi, si trova in modo stabile nella sua atmosfera solo da 300 anni: qualunque cosa lo abbia prodotto, lo ha fatto in questo arco di tempo. C’è però anche la possibilità che ad emettere il metano siano stati i vulcani. E’ uno dei punti sui quali si concentrerà la missione ExoMars dell’Esa, pianificata per il 2016.
I POLI DI MARTE
3) Una volta, c’erano oceani su Marte? Tutto fa credere di sì: in un tempo remoto, la superficie marziana- sufficientemente calda- era ricca di mari, laghi e fiumi. Insomma, di acqua allo stato liquido: lo proverebbero solchi, vallate e depressioni, ma anche la recentissima scoperta di minerali quali il gesso. Tuttavia, gli attuali modelli intepretativi del nostro sistema solare non riescono a spiegare com’è possibile che milioni o miliardi di anni fa Marte avesse una temperatura più tiepida, visto che ai suoi albori il Sole era molto meno potente di adesso e quindi i suoi raggi non avrebbero potuto scaldare di più il pianeta. Eppure, a quei tempi, l’acqua c’era.
4) L’acqua c’è anche adesso? Qualcuno ipotizza di sì: ancora oggi, sporadicamente, risale alla superficie del Pianeta Rosso. La pressione è troppo bassa- circa un centesimo di quella terrestre- per permettere all’acqua di resistere allo stato liquido. Tuttavia, le immagini scattate in periodi diversi dell’anno nella stessa area mostrano, talora, delle strane linee scure: forse corsi d’acqua salata sotterranei che in primavera emergono.
LA SONDA AMERICANA VIKING 2
5) C’è vita su Marte? Da quando il primo Viking è ammartato, il mistero non si è risolto e il dibattito è tuttora aperto. La sonda ha individuato molecole organiche come il cloruro di metile e il diclorometano, ma molti hanno sospettato che si fosse stata una contaminazione terrestre- ovvero che le sostanze si trovassero già sul Viking prima della sua partenza. La superficie marziana, va detto, è particolarmente ostile alla vita: troppo fredda, arida, colpita dalle radiazioni solari. Ciò nostante, sappiamo ormai che anche sulla Terra alcuni organismi sono in grado di sopravvivere in ambienti estremi– dalle temperature glaciali dell’Antartide al caldo prosciugante del Deserto. Nulla vieta che organismi molto semplici possano fare altrettanto nel ghiaccio o nel terreno arido marziano.
6) La vita sulla Terra ha avuto inizio da Marte? I meteoriti provenienti dal Pianeta rosso e rintracciati al Polo Sud sembrano contenere strutture che sulla Terra sono prodotte da microbi. Ma alcuni studiosi ipotizzano che siano in realtà il frutto di reazioni chimiche e non biologiche: anche su questo punto, il dibattito è aperto.
MARS 500: IL SIMULATORE
7) Potremo mai vivere su Marte? Già nel 1969, la NASA pianificò una missione umana poi ufficialmente non effettuata ( anche se “gole profonde” ed insider invece ritengono che ebbe invece luogo a partire dall’anno successivo: ma questo è un altro discorso…). Ufficialmente venne rinviata, a data da destinarsi, anche la creazione di una base permanente ipotizzata per il 1988. A scoraggiare nel procedere in questi ambiziosi progetti, le difficoltà tecniche e umane che comporterebbe un viaggio lungo alcuni mesi, non da ultimi gli effetti dannosi sul fisico umano dell’assenza di gravità per molto tempo, le conseguenze psicologiche di una permanenza nello spazio , il rischio dell’esposizione alle radiazioni. L’obiettivo però non sembra lontano: i primi astronauti che hanno simulato il viaggio verso Marte dell’esperimento “Mars 500” sono sopravvissuti allo stress, senza mostrare grossi cedimenti o particolari problemi e ora l’ente spaziale americano spera di partire davvero con un equipaggio entro il 2020. Ma un conto è fare un viaggio di andata e ritorno, un conto è fermarsi a vivere lassù: chi di noi vuole essere il primo colono del Pianeta Rosso?
ECCO COME POTREBBERO PRESENTARSI I PRIMI ASTRONAUTI SU MARTE