Scritto in una lingua incomprensibile, decorato con decine di misteriose miniature e risalente a qualche centinaio di anni fa: sono le caratteristiche principali del famigerato “Codice Voynich”, il manoscritto che fa impazzire cripotgrafi e storici ormai da secoli.
Ora uno studioso fai-da-te annuncia di aver trovato la chiave per risolvere l’enigma. È un uomo d’affari finlandese di nome Viekko Latvala che ha dichiarato di aver decodificato il libro svelando così i misteri nascosti in quelle antiche pagine di pergamena. La spiegazione però sembra più intricata del manoscritto stesso. A FoxNews.com, un collega ricercatore di Latvala, Ati Ketola, ha rivelato infatti che la scrittura indecifrabile sarebbe composta da “onde sonore e sillabe vocaliche”.
Ma di cosa parlerebbe il Codice Voynich? Secondo Ketola, è un libro di medicina che potrebbe essere utile anche ai giorni nostri. “L’autore era uno scienziato esperto di botanica, farmacia, astrologia ed astronomia. Nel libro ci sono profezie relative ad eventi successivi di vari secoli la data della composizione del testo”.
Dunque, questo bizzarro manoscritto- attualmente conservato presso la Biblioteca dell’Università di Yale, nel Connecticut- è una sorta di erbolario che contiene la descrizione di svariate piante con i relativi usi a scopo medico e scientifico, oltre che “preveggenze” di avvenimenti futuri. Per dare la prova di essere davvero riuscito ad interpretare il testo, Latvala ha reso nota la traduzione di un passo del libro relativo ad un fiore che nasce in Etiopia. Ecco, secondo lui, cosa direbbe:
“Il nome del fiore è Cuore di Fuoco. Rende bella la pelle quando se ne fa un unguento. L’olio è pressato dalle gemme. Questo unguento è usato contro le rughe. È utile per i reni e per la testa, visto che il fiore previene le infiammazioni: è un antibiotico. La pianta è 10 centimetri in altezza. Cresce sui pendii caldi e secchi. La pianta è verde brillante di colore. “
Interessante. Ma quando è stato chiesto come abbia fatto il signor Latvala a “scardinare” il codice più intricato del mondo, riuscendo in un’impresa fallita dai più abili criptografi del mondo- è arrivata questa risposta disarmante: “per ispirazione divina“. Il suo portavoce ha infatti dichiarato:”Nessun essere umano lo può decodificare, perchè non esiste una chiave o un metodo per leggere il testo. L’unico canale possibile è quello della profezia. Queste persone speciali, in diretto contatto con Dio, sono molto rare, eppure esistono e sono sempre esistite attraverso i millenni, dall’inizio dei tempi. Il signor Latvala ha ottenuto la grazia di questo dono 20 anni fa”.
Bè, forse è per questo che nessuno studioso ufficiale ha accettato l’invito del sito giornalistico di commentare la clamorosa scoperta del profeta finlandese, nè per contestarla nè per offrire interpretazioni alternative: meglio il silenzio e l’oblio. Da parte sua, Ketola, non potendo spiegare nel dettaglio come abbia agito l’intervento divino sull’amico ispirato dall’Alto, ha provato a dare qualche informazione sugli oscuri caratteri usati per scrivere il voluminoso tomo antico.
“L’autore del Codice Voynich ha creato un proprio alfabeto e un proprio vocabolario: non sapeva scrivere in nessuna delle lingue esistenti ai suoi tempi e così si è inventato una scrittura che solo lui sapeva leggere e pronunciare.” Forse si trattava persino di una sorta di grafia “stenografica“, utilizzata per prendere rapidamente appunti.
Ma c’è un particolare, in questa spiegazione parecchio arzigogolata ed indimostrabile, che intriga. Ecco infatti cosa ha aggiunto- parlando a FoxNews.com- Ati Ketola: “Il linguaggio di questo libro è piuttosto contorto, il suono delle sillabe è un misto tra italiano e spagnolo, a sua volta mescolato con il linguaggio che l’autore era solito usare, ovvero un raro dialetto babilonese parlato in una piccola area asiatica.” Ma allora, di quale Dio stiamo parlando?
SABRINA PIERAGOSTINI