Ormai ci siamo. Allo scoccare della mezzanotte, è partito il conto alla rovescia che ci porterà fino al 21 dicembre 2012– la data della fine del mondo secondo la profezia Maya, come sentiamo ripetere ovunque. Cinquanta settimane da vivere sul filo del terrore… Ma è proprio così? Davvero il testo cui si fa riferimento contiene una previsione apocalittica? Dobbiamo avere paura?
Partiamo proprio da questo punto. La cosiddetta “profezia” è contenuta in una lastra di pietra decorata (il cosiddetto “Monumento 6”), risalente al VII sec. a.C., scoperta negli anni ’70 nel sito archeologico di Tortuguero, in Messico. Spezzata in più parti, l’iscrizione è fortemente danneggiata ed alcuni glifi sono andati persi. Per questo, il testo non del tutto leggibile è stato tradotto in modo diverso da vari archeologi che si sono cimentati nell’impresa. A metterli d’accordo, solo l’indicazione di una data– la fine del tredicesimo Baktun- e l’avvento o la manifestazione del dio Bolon Yokte che “scenderà dal cielo”.
Chi era costui? Era la divinità legata alla Guerra e alla Rinascita, alla Distruzione e alla Creazione, venerata proprio nel tempio di Tortuguero: non stupisce dunque che i fedeli e i sacerdoti ne auspicassero il ritorno tra loro. Ma quando? Cosa significa “alla fine del 13esimo Baktun”? Bisogna comprendere il complesso metodo utilizzato da Maya per calcolare il passaggio del tempo. Avevano infatti tre calendari collegati l’uno all’altro come ingranaggi di un orologio: uno religioso, della durata di 260 giorni, che serviva esclusivamente ad uso divinatorio; uno civile che ne durava 364+1, praticamente identico al nostro; e quello del cosiddetto “Lungo Computo”, basato sul moto di Venere e suddiviso in “baktun” – pari a circa 144mila giorni, ovvero 394 anni.
Ogni 5125 anni, i tre calendari finivano con il coincidere: allora, secondo i Maya, il tempo si azzerava e tutto ricominciava da capo. Quel periodo corrispondeva al ciclo completo del Lungo computo pari a 13 Baktun. Considerato che per i Maya l’epoca nella quale vivevano (e nella quale viviamo anche noi) era iniziata il 13 agosto del 3114 a.C., il tredicesimo Baktun si sarebbe concluso proprio il 21 dicembre del 2012 d.C.
Ma ci sono alcune precisazioni di fare. Innanzi tutto, le date ( 3114 a. C. e 2012 d. C. ) sono ovviamente trasportate in chiave moderna, sulla base nel nostro calendario occidentale che ha posto come punto di inizio della Storia l’anno della nascita di Gesù, fissata a posteriori come l’anno zero della Cristianità. Una scelta assolutamente arbitraria, puramente convenzionale, per stabilire uno sparti-acque tra un prima e un dopo, ma senza fondamento storico. Anzi, in virtù dei riferimenti contenuti nei Vangeli ( come i nomi dei Consoli romani all’epoca del censimento o l’anno della morte di Erode) si può ipotizzare che Gesù sia nato verso il 7 o il 6 a. C. Dunque, se fosse vero, noi vivremmo nel 2018 e il pericolo del 2012 lo avremmo scampato senza danni…
Non solo. Il testo di Tortuguero (confermato, nello stesso annuncio del ritorno di Bolon Yokte alla fine del Tredicesimo Baktun, da un’altra iscrizione trovata di recente in un altro sito archeologico, quello di Comalcalco) non contiene esplicite visioni catastrofiche nè viene detto, in alcun modo, che la discesa dal cielo del Dio comporterà la fine del mondo. D’altra parte i Maya, così ossessionati dallo scorrere del tempo al punto da voler stabilire in anticipo tutte le date di tutti gli eventi che ritenevano significativi, come dicevamo avevano una visione ciclica del tempo che si azzerava per poi ricominciare ogni volta da capo. Secondo le loro leggende, questi cicli si erano già ripetuti altre 3 volte. Quindi, nella peggiore delle ipotesi, se il ritorno di Bolon Yokte dovesse significare davvero distruzione, comporterebbe anche la rinascita. Il mondo insomma non finirebbe del tutto…
Ma c’è anche una terza obiezione. Perchè questa profezia dovrebbe avverarsi? Perchè mai dobbiamo pensare che i Maya avessero tali doti di preveggenza? Quanti altri sedicenti profeti, anche nel recente passato, hanno annunciato la fine dei Tempi, per essere poi smentiti dal fatto che siamo ancora qua? A questo proposito, è illuminante la risposta che mi ha dato, nella recente intervista che mi ha concesso, Erich Von Daeniken. Ecco le sue parole:
<Anche adesso in tutto il mondo esistono delle sette cristiane che prevedono il giorno del Giudizio. Indicano la data e poi invece non succede proprio nulla: il calcolo era sbagliato, oppure era solo frutto dell’immaginazione. Chissà, forse anche nella terra maya, 2500 anni fa, c’era una setta, un’elite di sacerdoti che pensavano che il dio Bolon Yokte sarebbero ritornato sulla Terra e ne fissarono la data. Forse era solo una loro aspirazione e non quello che davvero accadrà.>
Non so se nel 2012 si verificheranno cataclismi, sciagure, disastri: non mi stupirebbe, però, vista l’incuria umana nei confronti della Natura, la devastazione che abbiamo provocato sull’ambiente che ci circonda e la frequenza, anche statistica, di terremoti, inondazioni e altre catastrofi naturali. Se poi aggiungiamo le tensioni internazionali legate a conflitti mai risolti o all’instabilità economica crescente, si possono profilare scenari drammatici anche senza scomodare il dio maya. Per la serie: sappiamo farci del male anche da soli… Ma nello stesso tempo, non si può nemmeno escludere che questo anno possa comportare, da altri ed inattesi punti di vista, un momento di svolta, di rivelazione, di cambiamento, di rinnovamento- insomma, un “passaggio” da un mondo all’altro, senza per questo dover per forza pensare al peggio.
Chissà. Di sicuro, però, il 2012 porterà fortuna– e tanti, tanti soldi…- al Messico. La terra del Maya, per i prossimi 12 mesi, attende qualcosa come 52 e passa milioni di visitatori- oltre il doppio del solito. Forse è anche per questo che tra i locali nessuno crede al significato negativo della profezia. “Non sarà la fine della vita, ma solo la fine di un periodo”, dice ad esempio Yeanet Zaldo, portavoce per il settore Turismo dello Stato di Quintana Roo (dove si trovano le rinomate Cancun e Playa del Carmen). “Per noi si tratta piuttosto di un messaggio di speranza“. Come darle torto? Buon 2102 a tutti…
SABRINA PIERAGOSTINI