Ghostbuster di tutta Italia, attenzione. Anche Milano ha i suoi fantasmi. Anime che vagano tra i parchi e le vie cittadine in cerca di pace, spiritelli dispettosi che tormentano i passanti, o peggio ancora, demoni e banshees assetati di sangue.
A vederla non si direbbe. Milano, il centro del business e dell’economia nazionale, la città dove “se sta mai coi man in man”, avvolta da misteri irrisolti. Eppure, è proprio così. Le vie cittadine pullulano di strane apparizioni e oscure presenze.
Iniziamo dallo spettro milanese più famoso, la “Dama Velata”, che durante le nebbiose notti d’inverno infesterebbe il parco e le vie adiacenti il Castello Sforzesco. Molto pittoresco e romanzato il racconto riportato da alcuni malcapitati che narrano di aver incontrato una bellissima donna dai modi gentili e raffinati avvolta in un elegantissimo abito settecentesco nero di pizzo e velluto, il cui volto rimarrebbe coperto da un impenetrabile velo di organza.
Inebriato da una musica celestiale di inspiegabile provenienza e da un intrigante profumo di violetta, qualche testimone racconta di aver seguito la misteriosa dama in una stupenda villa e, una volta dentro, danzato e giaciuto con lei e di lei essersi perdutamente innamorato. Tanto da essere impazzito e aver trascorso il resto della sua vita alla sua ricerca.
Sempre nel parco del Castello, inoltre, dimorerebbe un altro famoso fantasma: quello di Isabella da Lampugnano, arsa sul rogo nel lontano 1519 con l’accusa di stregoneria. Secondo
i racconti di qualche sventurato, lo spirito della nobildonna si divertirebbe a molestare i passanti, schernendoli e deridendoli. Stessa sorte spetterebbe anche a qualche appassionato di jogging che, durante una corsetta tra i viali del parco, si potrebbe imbattere nello spettro di una donna, anch’essa in tenuta sportiva, che si avvicinerebbe per fare quattro chiacchiere, per poi sparire nel nulla.
Spostandosi all’interno del Castello Sforzesco, infine, è possibile imbattersi in una vera e propria riunione di anime in pena, a iniziare da quella di Bona di Savoia, che infesterebbe la torre quadrata, per finire a quella di Ludovico il Moro, manifestatosi più volte nei pressi della Ponticella del Duca. Spostandosi poi alla fontanella dei Leoni, è possibile imbattersi nello spirito di Bianca Sforza. Girovagando qua e là per i meandri del famoso maniero, infine, si può cadere vittima dei lamenti e delle scorrerie dei fantasmi di Beatrice d’Este e Isabella d’Aragona. Attenzione, però, al più terrificante di tutti: Bianca Scappardone Visconti che, una volta manifestatasi, farebbe rivivere ai malcapitati la macabra scena della sua decapitazione.
Altro fantasma divenuto famoso per le sue gesta e per le numerose storie che si tramandano di generazione in generazione, è quello di Bernarda Visconti, spirito inquieto che infesterebbe il chiostro di Santa Radegonda. Proprio la triste storia della figlia di Bernabò Visconti spiegherebbe i motivi di tanta pena e tanta sofferenza, raccontata da tutti coloro che hanno assistito alla sua manifestazione.
Rimanendo sempre nel centro cittadino – per la precisione dinanzi al sagrato del Duomo– molta curiosità desta l’apparizione della sagoma di una giovane donna vestita di un abito scuro e con gli occhi di un bianco spettrale: secondo i racconti riportati da alcuni novelli sposi, la figura inquietante apparirebbe nelle fotografie di rito che seguono la cerimonia nuziale, senza che i due malcapitati e nessuno dei loro parenti o amici ne avessero avvertito la presenza.
Secondo gli studiosi del fenomeno, il fantasma sarebbe quello di Carlina, una giovane sposa adultera morta suicida gettandosi dalle guglie del Duomo nel tardo medioevo. Una manifestazione, però, che non desta preoccupazione tra gli sposi, poiché tradizione vuole che la rivelazione della sua figura sia benauguranteper il matrimonio appena celebrato.
All’interno del Teatro alla Scala, invece, dimorerebbe un fantasma di identità non ben definita: alcuni lo identificano come lo spettro della celebre Maria Callas, mentre alcuni con quello del soprano Maria Malibran. Le improvvise apparizioni avverrebbero nelle ore mattutine nei pressi del Loggione, luogo in cui lo spirito farebbe sentire i suoi atroci lamenti, tormentando chiunque capiti da quelle parti. Sempre in tema di arte, poi, occhio anche alla Pinacoteca di Brera: l’anima di Lucrezia Borgia è all’eterna ricerca della teca contenente i suoi biondissimi capelli.
Altra presenza misteriosa e divenuta famosa nel corso dei secoli è quella di una bambina che, durante la notte del 2 novembre, prenderebbe “vita” dalla catasta di ossa che popolano la misteriosa San Bernardino alle Ossa di piazza Santo Stefano.
Altra zona ricca di miti e leggende, spesso ricolma di oscure presenze, è quella nelle immediate vicinanze di Santa Maria del Suffragio: in questa porzione di città, soprattutto nei pressi di via Cadore, si aggirerebbe addirittura un cane infernale di enormi proporzioni che sputerebbe addosso ai passanti pericolosissime nuvole di acetilene.
Alle maledizioni e alle oscure presenze non si sottrae neanche il mercato di Porta Romana, luogo in cui molti sostengono di aver incontrato lo spirito di una strega arsa viva nel XVI secolo, apparso sotto forma di una mendicante. Così come la zona di piazza Tecla e del Lazzaretto, dove le anime dei condannati al rogo e dei morti di peste riecheggerebbero tra i vicoli e le strade.
Attenzione, inoltre, se ci si ritrova a passare in tarda serata dalla zona di via Paolo Sarpi, luoghi in cui dimora il celebre “Monaco fantasma”: riconoscerlo è molto semplice, poiché il religioso, avvolto nel tradizionale saio, è solito camminare e agitarsi in modo vistosamente nervoso, inveendo contro il mondo intero e contro la corruzione e la mancanza di valori della società odierna.
Stessa sorte per chi deve transitare per piazza Maggi: lo spettro di un anziano signore potrebbe seguire da vicino i vostri passi e pretendere qualche monetina per lasciarvi in pace. E se, infine, ci si trova a passare nella strettissima via Bagnera, non ci si preoccupi se un alito di vento gelido ci assale all’improvviso: è lo spettro di Antonio Boggia, un pluriomicida che, nella metà del diciannovesimo secolo, uccise quattro persone in circostanze atroci.
E non si creda che scappare da Milano possa sottrarre alle maledizioni e ai tormenti di queste anime in pena: nei meandri della Stazione Centrale si aggirerebbe un vampiro assetato di sangue il cui pasto principale è rappresentato dagli sventurati clochard in cerca di riparo.
Anche le zone più periferiche della città non si sottraggono alle oscure presenze. Nei locali della bellissima Villa Simonetta (via Stilicone, zona Bullona), ad esempio, si aggirerebbero i fantasmi di Celia Simonetta e dei suoi numerosi amanti. In via Mecenate, invece, si aggirerebbe lo spettro di un ex aviatore in rigoroso giubbotto di pelle e più precisamente nella zona dove un tempo sorgeva la storica fabbrica di velivoli della Caproni. Qualcuno lo assoggetta addirittura all’anima del titolare Gianni Caproni, in ricerca perenne delle sue officine.
Ma non finisce qui. Storie fantastiche avvolgono nel mistero anche la zona di Quarto Oggiaro, dove alcuni automobilisti giurano di essersi imbattuti nello spettro di un vagabondo che,
senza alcun preavviso, si getta sotto le ruote delle automobili dei malcapitati.
Verità o menzogna? Il solito dilemma… Chi li ha incontrati giura che siano assolutamente reali, mentre gli scettici continuano a denunciarne la loro falsità, attribuendo la colpa alla credenza popolare e alla superstizione. Dal canto nostro, possiamo solo dire: “Guardatevi le spalle…”.
ROBERTO BONIN