Pochi giorni fa, il 6 gennaio, la Francia ha ufficialmente celebrato i 600 anni dalla nascita di Santa Giovanna d’Arco, l’eroina nazionale che ispirata da Dio combattè alla guida di un esercito contro gli invasori Inglesi. Ma in realtà della “Pulzella di Orleans” arsa viva sul rogo per eresia e poi santificata nel secolo scorso non si conosce assolutamente nulla di certo: nemmeno il sesso…
Anzichè una ragazza, Giovanna più probabilmente era un “lui”. È la teoria esposta in un libro (“Jeanne d’Arc, le stratageme“), che ha riscosso negli ultimi mesi un certo successo Oltralpe, scritto da Francois Ruggieri, storico e produttore cinematografico. L’autore prende il considerazione i dati biografici tradizionalmente attribuiti alla santa combattente e li mette in relazione con la realtà del suo tempo- il tardo medioevo- per evidenziare contraddizioni inconciliabili.
Secondo l’agiografia comunemente accettata, Giovanna (Jeanne, in lingua originale) nasce il 6 gennaio 1412 nel borgo contadino di Domrèmy ( oggi, Domrèmy-la-Pucelle in suo onore), da Isabelle e Jacques d’Arc, due semplici contadini che- a dispetto del loro stato sociale ed economico- sono affittuari del Castello di Bourlemont. E questa è già una stranezza. Giovanna, a 12 anni, inizia a “sentire le voci”: sono quelle – spiega- di San Michele, Santa Caterina d’Alessandria e Santa Margherita di Antiochia che le rivelano che sarà lei a cacciare le truppe degli invasori inglesi se riuscirà a convincere il Delfino di Francia ad andare a Reims per farsi incoronare Re.
Giovanna, poco più che adolescente, riesce ad avere un incontro con l’erede al trono. Come è possibile? si domanda Ruggieri: una ragazzina, proveniente dalla campagna, incolta, viene accolta dal nobile più importante di Francia. Non solo: non si sa bene come, si esprime anche nella lingua parlata a corte- che non era di certo il francese usato dalla gente ignorante dei borghi.
Durante il colloquio, Giovanna chiede ed ottiene di essere lei a capo dell’esercito che si scontrerà con i nemici inglesi. Ma- chiosa Ruggieri-nel XV secolo ( ed in verità anche in tempi molto più recenti) nessuna donna avrebbe mai potuto ricoprire il ruolo di Generale. Eppure, la giovanissima contadinella– come vediamo nell’iconografia tradizionale- si arma di tutto punto, indossa la sua armatura ed in sella al suo cavallo guida i francesi alla vittoria liberando dall’assedio Orleans. Resta ancora da capire- continua l’autore- come e dove abbia potuto imparare a cavalcare, attività esclusivamente riservata ai nobili, per giunta esclusivamente maschi.
Come la storia tramanda, dopo altre battaglie nelle quali diventa il simbolo della riscossa francese, Giovanna viene però tradita: cade in un’imboscata ed è venduta al nemico. Processata dagli Inglesi per eresia- per aver detto di poter parlare con i santi e di aver visto gli angeli di Dio- il 30 maggio del 1431 è arsa sul rogo. Il suo corpo carbonizzato- dice la tradizione- viene mostrato alla folla e poi di nuovo bruciato, affinchè di lei non resti nulla se non cenere che viene poi sparsa nella Senna. Ma la Vergine guerriera consacrata a Dio ha raggiunto il suo scopo: nel 1429, infatti, ha visto incoronare re il Delfino, che diventa Carlo VII.
Passerranno solo pochi anni e Giovanna verrà riabilitata. Nel 1456, una commissione pontificia voluta da Papa Callisto III la assolve dall’accusa di eresia e la dichiara martire della Cristianità. Dovranno passare alcuni secoli, però, per la sua canonizzazione. Infatti, è nel 1909 che Papa Pio X la beatifica. Sarà poi Papa Benedetto XV, nel 1920, a proclamarla Santa. Da allora, è una delle protettrici della Francia.
Ma- come dicevamo- nemmeno la Chiesa sa per certo quando e dove sia venuta al mondo. La data del 6 gennaio è stata probabilmente inventata da un dignitario francese, Perceval de Boulainvilliers, in una lettera al Duca di Milano. Poco credibile, perchè Giovanna- interrogata durante il processo dagli Inglesi- di sè seppe dire solo che pensava di avere 19 anni: se davvero fosse nata il giorno dell’Epifania, giorno importante per la fede cristiana, di certo se lo sarebbe ricordato. Lo stesso dicasi per l’anno: secondo Pio X Giovanna nacque nel 1407, invece secondo il suo successore nel 1412. Fatto sta che, in quei due anni, a Domrèmy non risulta nata nessuna Jeanne d’Arc.
Ecco allora che l’autore del libro, anche alla luce delle varie incongruenze già evidenziate, rispolvera una leggenda che sembra ora acquisire credibilità. La storia ufficiale infatti racconta che il 10 novembre 1407 la regina Isabella di Baviera, sposa del re di Francia Carlo VI, diede alla luce un bambino di nome Filippo, frutto in realtà dalla sua relazione extraconiugale con il cognato Luigi d’Orléans. Il bambino visse solo poche ore e venne seppellito come Philippe d’Orléans nella Basilica di Saint Denis, a nord di Parigi. Il vero padre, Luigi, lo seguì solo tre settimane dopo, assassinato da un membro di una casa rivale.
Invece, secondo la “storia parallela”, il piccolo Filippo non sarebbe morto. Temendo che il “figlio bastardo” potesse venire ucciso, la Regina lo avrebbe affidato ad una sua dama di compagnia per portarlo in salvo. L’ancella- tale Jeanne – l’avrebbe consegnato ad alcuni suoi parenti che risiedevano in un villaggio controllato direttamente dalla casa regnante: i genitori adottivi sarebbero stati Isabelle e Jacques d’Arc.
Isabella di Baviera avrebbe poi garantito alla coppia e al figlio tutta l’assistenza necessaria: ecco perchè Jeanne/Philippe viveva in un castello, sapeva parlare un buon francese, usare le armi ed andare a cavallo. Si spiegherebbe così anche perchè il futuro Carlo VII diede udienza alla sconosciuta adolescente: in realtà, si sarebbe trattato del suo fratellastro. A prova di questa versione, viene citato un episodio risalente al 1793: quando gli insorti della Rivoluzione Francese fecero irruzione nella Basilica di Saint Denis per profanare le tombe, quella di Philippe d’Orleans risultò vuota.
Tutto chiaro, dunque? Non proprio. Perchè un’altra tradizione- ottocentesca- vuole invece che il neonato nascosto in tutta fretta dalla regina fedifraga fosse in realtà una bimba. Jeanne d’Arc, dunque, sarebbe stata sì una femmina, ma pur sempre di alto lignaggio e per questo avrebbe goduto di privilegi- come un’ottima educazione e la possibilità di muoversi liberamente- che le ragazze dell’epoca non avevano.
Dunque, maschio o femmina? Forse una risposta definitiva potrebbe arrivare dall’esame del DNA sui resti carbonizzati conservati nel museo della città francese di Chinon ed attribuiti proprio alla Santa Patrona di Francia. Il test potrà chiarire, una volta per tutte, se Giovanna era davvero una Pulzella e non piuttosto un giovanotto…
SABRINA PIERAGOSTINI