Se gli Usa lasciano, la Russia raddoppia. La posta in palio è la Luna. Mentre il Governo di Washington, dopo annunci e smentite, sembra ormai intenzionato a puntare il futuro programma spaziale su Marte ( da raggiungere, con una missione umana, entro i due decenni a venire), Mosca invece cerca di recuperare il gap con l’eterno concorrente pianificando, per i prossimi anni, una nuova stazione orbitante attorno al nostro satellite nonchè la prima base costruita sul suolo lunare.
Un programma ambizioso per il quale il Roscosmos- l’Agenzia spaziale russa- chiede la collaborazione anche della Nasa e dell’Esa. Il progetto prevede un passaggio per gradi: prima, con l’invio di due missioni senza equipaggio umano (chiamati Luna-Glob e Luna-Resource). Poi, in un secondo momento- si parla del 2030 come data probabile- toccherà ai primi uomini sperimentare la permanenza per un lungo periodo attorno o sulla Luna.
Un’idea che piace molto all’attuale dirigente del Centro spaziale moscovita, Vladimir Popovkin, che in un’intervista radiofonica qualche giorno fa ha confermato i contatti già avvenuti con i colleghi americani ed europei. “Non possiamo accontentarci di aver posato un piede sulla Luna. Stiamo valutando il sistema migliore in prospettiva di viaggi umani fino lassù. Ormai la conosciamo abbastanza bene e sappiamo che esiste acqua allo stato solido nei suoi poli”.
Una scoperta piuttosto recente, confermata anche dagli ultimi studi. Il ghiaccio si annida nei punti meno conosciuti del nostro satellite- i poli, appunto- tra i crateri più profondi mai illuminati dal sole e quindi perennemente in ombra. Le sonde e i telescopi non sono mai riusciti a fotografarli in condizioni di luce ideale: per questo, i ricercatori hanno dovuto trovare un metodo diverso per osservarli.
Lo stratagemma consiste nell’utilizzare la luce riflessa dagli atomi di idrogeno fluttuanti nell’Universo e che si diffonde in ogni direzione, anche nelle zone più oscure. Questa luce è chiamata “emissione lyman-alpha” e brilla su una particolare lunghezza d’onda. Lo strumento in grado di misurare questa emissione è a bordo del Lunar Reconnaissance Orbiter della Nasa, il satellite che orbita attorno alla Luna. Le ultime foto provenienti dalla sonda mostrano che le regioni dei poli reagiscono diversamente a questa particolare luce.
“La nostra spiegazione migliore per la diversità nella riflettanza è che la superficie dei poli sia più soffice e più porosa– afferma Kurt Retherford, ricercatore presso il Southwest Research Institute di San Antonio, in Texas.”Sembra polverosa, come coperta di farina”. Gli scienziati pensano che si tratti di polvere di ghiaccio: l’acqua in questa forma potrebbe costituire fino al 2% della superficie polare.
Ecco perchè la prospettiva di fondare una base umana permanente sulla Luna sta prendendo corpo: i futuri coloni sarebbero autosufficienti almeno per quanto riguarda l’approvvigionamento di questo elemento indispensabile alla nostra vita. Nè deve stupire la collaborazione tra Russi, Americani ed Europei: avviene già, da oltre un decennio, con la ISS– la Stazione Spaziale Internazionale in orbita attorno alla Terra. Anche la Nasa ha ammesso che i colloqui con il Roscosmos sono ben avviati.
“Crediamo che il dott. Popovkin possa essere un punto di riferimento per il lavoro dell’ISECG ( il Gruppo di Coordinamento Internazionale per l’Esplorazione Spaziale) e la sua roadmap per l’esplorazione globale“, ha dichiarato il portavoce dell’ente spaziale americano J.D. Harrington. “La Nasa ha avuto già una serie di incontri con esperti russi e di altre agenzie spaziali per implementare un comune programma di esplorazione”.
In particolare, la “tabella di marcia” vede come punto di partenza la costruzione di una stazione spaziale e come punto di arrivo la colonizzazione umana dei pianeti del sistema solare, primo fra tutti Marte. Due i possibili tragitti: o puntando prima su un asteroide oppure su una delle lune marziane.
Probabilmente Phobos: il misterioso satellite sulla cui superficie si erge un monolite dall’aspetto molto poco naturale e alla cui esplorazione, da tempo, anche con pubbliche esternazioni, sembra molto interessato l’ex astronauta Buzz Aldrin.
SABRINA PIERAGOSTINI