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Alla scoperta del lago Vostok, il più “alieno” della Terra

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Vent’anni di lavoro, in condizioni climatiche proibitive, e di trivellazioni attraverso chilometri di ghiaccio antartico. Ma dopo  due decenni, gli scienziati russi sono vicini alla meta: stanno per raggiungere le acque buie e misteriose del vastissimo Lago Vostok, il più “alieno” di tutti i bacini d’acqua presenti sulla Terra.

LA POSIZIONE DEL LAGO VOSTOK, COPERTO DAI GHIACCI ANTARTICI

Un risultato importante: si tratterà del primo contatto diretto con uno degli oltre 200 laghi subglaciali coperti dalla calotta dell’Antartide in epoche remote. Il lago Vostok infatti era in superficie quando il Polo Sud non esisteva ancora e il continente bianco era ancora caldo e collegato all’Australia. Poi, per i successivi  20 milioni di anni, è rimasto sigillato, sotto due miglia di ghiaccio- circa 3 km e mezzo- mantenendosi allo stato liquido grazie al calore proveniente dal centro del pianeta.

Per questo le operazioni dell’Istituto di ricerca russo dell’Artico e dell’Antartico (AARI) sono andate avanti con estrema lentezza ed attenzione, per evitare un grosso rischio: quello di contaminare involontariamente quelle acque pure con i liquidi della trivellazione o con i batteri presenti in superficie, rovinando per sempre quell’ecosistema  inalterato  da tempi immemorabili.

 Così come c’è il pericolo di una improvvisa- ed esplosiva-  degassificazione di queste acque straordinarimente ricche di ossigeno ed azoto (anche 50 volte di più rispetto ai laghi superficiali). Per evitare questo repentino rilascio di gas, il team russo ha previsto di non far scendere il trapano in profondità, ma di fermarlo non appena raggiunta la superficie dell’acqua, che si congelerà nel giro di pochi minuti.

UN' IMMAGINE DELLA NASA MOSTRA IL PROFILO DEL LAGO VOSTOK

Tra i ricercatori c’è un clima di entusiasmo e di grande attesa. “Sarà  un momento straordinario per la scienza e per l’esplorazione quando riusciremo a penetrare in questo lago enorme di cui conosciamo l’esistenza solo dal 1990”, ha affermato John Priscu, docente presso l’Università di Stato del Montana, che ha lavorato a lungo in Antartide. “Se tutto andrà nel verso giusto, sarà aperto un capitolo completamente nuovo nella nostra comprensione del nostro pianeta, di alcune lune del nostro sistema solare e anche di  pianeti lontani“, ha concluso il professor Priscu.

Perchè queste grandi aspettative? Appunto perchè il lago Vostok, una sorta di capsula del tempo rimasta identica a se stessa nonostante il trascorrere delle ere geologiche, secondo i ricercatori potrebbe contenere forme vegetali ed animali sopravvissute in quell’ambiente ostile e arrivate direttamente dalla preistoria. Scopriremmo così molto di più sull’origine della vita sulla Terra. Ma non solo.

EUROPA, LA LUNA GHIACCIATA DI GIOVE

Se batteri o altri organismi più o meno complessi si sono moltiplicati qua sotto, senza luce, con pochissimi principi nutritivi e a temperature rigide, potrebbe essere successo altrettanto nei bacini- oceani, mari e laghi- nascosti sotto la spessa corazza di ghiaccio che ricopre Europa, la luna di Giove, o Encelado, la luna di Saturno. Insomma, in questi satelliti nei quali si ripetono le condizioni climatiche estreme dell’Antartide potrebbe esistere la vita.

 

LA SPESSA COLTRE DI GHIACCIO SU ENCELADO

Ora è una lotta contro il tempo. Adesso la squadra di scienziati russi sta lavorando a circa 40 gradi sotto zero. Ma tra qualche settimana, inizierà l’inverno antartico che può portare le temperature anche fino a -70. E con quel freddo è impossibile resistere all’esterno per più di pochi minuti. Se non riusciranno a perforare l’ultimo strato entro i prossimi giorni, questa storica missione dovrà essere rinviata. Dovremo aspettare fino al prossimo dicembre per svelare tutte le incognite del Lago Vostok.

 SABRINA PIERAGOSTINI

 

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