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Mostri acquatici e mammut: quando il web diffonde falsi ed illusioni

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Un piccolo mammut ripreso mentre attraversa un torrente siberiano. Una creatura sconosciuta filmata nelle acque di un fiume islandese. Gli appassionati di criptozoologia e gli amanti del mistero hanno avuto di che discutere, negli ultimi giorni, grazie a questi due video che hanno ottenuto un successo mondiale forse senza precedenti.

IL VIDEO CHE FA DISCUTERE, RIPRESO IN ISLANDA

Le immagini dell’essere sinuoso che sembra procedere nuotando tra il ghiaccio islandese sono state visualizzate oltre 3 milioni di volte e si sono guadagnate titoli su principali giornali online ( da noi, ne hanno parlato anche Corriere.it e Repubblica.it). Un mostro acquatico stile Lochness– si leggeva negli articoli, nei quali veniva citato il nome impronunciabile della creatura che popola le leggende di quella terra lontana: Lagarfljótsormurinn, ovvero “il verme del lago Lagarfljót”, una sorta di  enorme serpente lacustre.

I più realistici hanno subito obiettato che forse un serpente in quelle acque glaciali proprio non si sarebbe trovato a suo agio. I rettili infatti sono animali a sangue freddo: non sono in grado di regolare la loro temperatura interna che si adatta a quella dell’ambiente in cui si trovano- preferibilmente, caldo e umido. Quelli acquatici abitano bacini dalle correnti temperate. Se si trovassero in acque sottozero, congelerebbero essi stessi.

L’unica alternativa è allora immaginare che il filmato  sia  semplicemente un falso: un finto animale creato al computer oppure un meccanismo metallico. Ipotesi respinta al mittente con sdegno dall’uomo che lo ha ripreso. “Non ho prodotto alcun falso e non è uno scherzo, sono accuse ridicole– ha detto Hjörtur E. Kjerúlf alla radio  locale.”Non ho mai detto che si tratti del mostro del Lago  Lagarfljóts, lascio decidere agli altri. Ho solo visto quella cosa strana muoversi in acqua dalla finestra mentre bevevo il caffè. Quando ho finito, ho visto che era ancora lì e sono andato a prendere la videocamera.”

UN'ALTRA IMMAGINE DEL PRESUNTO MOSTRO ISLANDESE

Kjerùlf ha poi inviato il video alla tv della sua città: sono stati i giornalisti  a caricarlo su Internet facendolo diventare un caso internazionale. Incuriosita da questa spiegazione e da alcuni dettagli del filmato, un’investigatrice del mistero scandinava si è messa a studiare frame per frame le immagini. Per prima cosa, Miisa McKeown si è accorta che in realtà la creatura non si muove affatto nell’acqua: isolando alcuni fotogrammi a distanza di qualche secondo e prendendo come riferimento dei punti fermi nel paesaggio, ha appurato che la supposta testa del mostro rimane sempre nello stesso identico punto. È il movimento dei blocchi di ghiaccio e dell’acqua intorno ad essa a dare l’illusione ottica dello spostamento.

Insomma, quella “cosa” sembra solo nuotare; in realtà è ferma nel fiume. Proprio come ha raccontato il testimone oculare, che ha avuto tutto il tempo di bersi un caffè, cercare la videocamera, tornare alla finestra e trovare ancora il super-verme lì, davanti ai suoi occhi. Semplicemente perchè- nonostante le apparenze- non si era mai mosso. Allora cosa c’era, lì sotto? 

Per la ricercatrice, qualcosa di flessibile intrappolato nel ghiaccio e agitato dalla corrente: forse delle reti di pescatori ( il che spiegherebbe sia l’effetto del movimento sinuoso sia la sensazione  che sia metallico), o forse della stoffa incagliata tra le radici e le rocce sott’acqua. Comunque, un oggetto inanimato, non un essere vivente- per quanto anomalo. Una spiegazione molto plausibile, che può soddisfare anche il videoamatore: ha detto la verità, non si tratta di una bufala. L’uomo non ha nè artefatto nè manipolato le immagini: ha semplicemente ripreso un fatto curioso e per nulla misterioso.

ECCO IL PRESUNTO MAMMUT IN UN TORRENTE SIBERIANO

Se l’enigma del serpente lacustre islandese si risolve così, diversa è la soluzione per il presunto mammut visto sguazzare in un fiumiciattolo della Siberia.  Anche questo video ha sollevato scalpore tra quanti sostengono che in aree remote della Asia settentrionale potrebbero sopravvivere ancora esemplari ufficialmente estinti da migliaia di anni. E queste immagini, molto sgranate e davvero poco chiare , attribuite ad un non ben precisato “ingegnere della regione autonoma di Chukotka”, sembravano dare loro ragione.

Anche in questo caso il dibattito si è subito acceso, tra sostenitori e critici. Volendo scartare l’ipotesi dell’inganno volontario, gli scettici hanno proposto che a guadare il torrente ci sia in realtà un orso. Il colore fulvo del pelo e la forma del corpo lo ricordano molto. L’animale sembra avere in bocca qualcosa- come un grande pesce– che nella resa sfocata delle riprese può essere confuso con le zanne del mammut.

Insomma, un errore in buona fede? Forse, in questo caso, no. Sembra che qualcuno abbia volutamente aggiunto, con un passaggio in digitale, quella sagoma in mezzo al fiume. E a dirlo è l’autore stesso delle immagini: Ludovic Petho, un regista che la scorsa estate stava effettuando delle riprese per un documentario proprio lungo il fiume Kitoy, tra i Monti Sayan della Siberia. Quel piccolo  filmato è tratto dal suo girato. Lo ha riconosciuto subito quando lo ha visto sul web. Ma ha notato anche la differenza.

STESSO FIUME, STESSO FILMATO, MA NESSUN MAMMUT...

<Io non mi ricordo di aver visto dei mammut. C’erano orsi e cervi, ma nessun mammut peloso>– ha affermato in un’ intervista al sito “Life’s Little Mysteries”. Ha poi aggiunto: <Non avevo idea che il mio filmato fosse stato usato per produrre questo falso.> E in effetti l’originale, identico in tutto e per tutto al video del mammut che circola da qualche giorno, mostra solo il fiume, la corrente, le montagne. E basta.

Questi due episodi sono significativi sotto vari aspetti. Ci dimostrano che non sempre le cose sono come sembrano; che trovare una notizia scritta sul giornale non è per forza garanzia di veridicità; che il rischio di imbattersi in furbi e furbetti che si divertono alle spalle dei creduloni è quanto mai alto. Ma- ancora più importante- provano che spesso, troppo spesso, vediamo solo quello che vogliamo vedere e che talora il desiderio di poter confermare le nostre convinzioni ci priva del nostro sano senso critico e ci induce a credere di tutto. Anche le assurdità più evidenti. Anche ciò che non esiste.

SABRINA PIERAGOSTINI

 mammut

islanda

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