Anni e anni di assordante silenzio. Fino ad oggi, le 42 antenne del Seti indirizzate verso il cosmo alla ricerca di un qualche segnale radio che provi l’esistenza di vita intelligente nell’Universo non hanno prodotto assolutamente niente. Ecco perchè adesso il progetto cerca di arruolare volontari per coinvolgerli nell’ascolto di potenziali messaggi spaziali.
LE ANTENNE DEL SETI ALLA RICERCA DI SEGNALI DI VITA INTELLIGENTE EXTRATERRESTRE
Dopo lo stop forzato di un anno dovuto alla crisi economica e alla drastica riduzione del budget, da dicembre il Seti ha ripreso la sua attività grazie al generoso contributo di società, ricchi privati, ma anche semplici contribuenti, tutti convinti dell’importanza di portare avanti– nonostante l’attuale magrissimo bilancio- la ricerca attraverso il campionamento delle emissioni radio captate dallo spazio.
Un lavoro immane, al quale il Centro scientifico con sede ad Hat Creek tenta di dare maggior ordine e razionalità. L’obiettivo può essere raggiunto focalizzandosi su precise aree della nostra galassia in sinergia con altre strumentazioni, come ad esempio il telescopio spaziale Kepler che ha praticamente stilato una sorta di mappa dei punti “caldi”– i pianeti extrasolari con caratteristiche più simili al nostro o comunque più incoraggianti.
Così, anzichè ascoltare “random”, un po’ a caso, tutti i possibili rumori cosmici, ora le antenne collocate lungo questa vallata della California del Nord sono state orientate secondo le linee guida dettate da Kepler, nella speranza di cogliere, finalmente, una qualche prova dell’esistenza di vita aliena. Ma non basta. Serve anche più mano d’opera, perchè gli astronomi e i ricercatori impegnati nel progetto da soli non ce la possono fare a studiare l’enorme massa di segnali.
IL SOFTWARE PER COLLABORARE CON LA RICERCA DEL SETI
Ecco allora l’idea: chiedere aiuto alla gente comune, non solo astrofili e studiosi del settore, ma anche tanti semplici cittadini. Il tutto, grazie ad un software chiamato SETILive: lo ha inventato Zooniverse- un team di programmatori e di scienziati – ed è scaricabile sul web dal sito online “setilive.org”. Con questo sistema, anche da casa chiunque può partecipare alla ricerca. Lanciata il mese scorso, all’iniziativa ha già aderito un vero e proprio esercito di “cacciatori-audio”.
In due settimane, si sono iscritti al programma ben 40mila volontari che hanno già analizzato qualcosa come un milione di tracce radio. “È un esperimento, mi auguro che dia frutti”, dice al “New York Times” la dottoressa Jill Tartar, direttrice del Centro di ricerca Seti che ha ispirato la figura dell’astrofisica impersonata da Jodie Foster nel film “Contact”.
La speranza è che l’approccio umano al problema possa servire a perfezionare gli algoritmi usati finora per individuare i segnali più interessanti distinguendoli dalle radiazioni naturalmente emesse dalle stelle o dalle interferenze prodotte da noi stessi. Un singolo telefono cellulare, infatti, può disturbare la ricezione delle sensibilissime antenne, tenute a temperature sotto zero e capaci di eseguire la scansione della maggior parte delle onde radio, comprese tra 1 a 10 gigahertz.
LA DIRETTRICE DEL CENTRO DI RICERCA SETI, JILL TARTER
Non è la prima volta che un team di ricerca ufficiale si rivolge ai non addetti ai lavori per avere “un aiutino”. Nei mesi scorsi, Paul Davies– anch’egli coinvolto in prima persona nella pluriennale esperienza del Seti- aveva invitato gli appassionati ad analizzare, pixel per pixel, tutte le foto ad alta definizione della Luna per inviduare eventuali artefatti riconducibili ad una civiltà aliena: sonde, strumenti, edifici, costruzioni, persino rocce dall’aspetto troppo geometrico.
Ora si tenta di fare lo stesso con i rumori registrati nell’Universo. “Certo, abbiamo software che trovano segnali a banda stretta molto meglio dell’occhio umano, ma ci interessa capire come procede un uomo al posto del computer: potremmo imparare qualcosa “, dice la Tarter. Sempre ammesso, ovviamente, che dallo spazio arrivi un’emissione degna di nota. E soprattutto, che davvero una civiltà extraterrestre evoluta utilizzi i segnali radio per comunicare…
SABRINA PIERAGOSTINI