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Quanto è strano Mercurio, il pianeta meno studiato del sistema solare

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Come lui, nessuno mai… Almeno, nel nostro sistema solare. Parliamo di Mercurio, il pianeta più piccolo e più veloce,  ma anche il più negletto e il più sottovalutato dagli astronomi. Ingiustamente ritenuto privo di appeal, da quando è iniziata l’era dell’esplorazione spaziale gli è stato dedicato solo un rapido “fly-by” della sonda Mariner 10 negli anni ’70 e poi più nulla. Solo adesso sta ricevendo un po’ di meritate attenzioni, che ricambia svelando il suo aspetto davvero affascinante.

 

UN'IMMAGINE DI MERCURIO INVIATA DALLA SONDA MESSANGER

La sonda Messanger– costata alla Nasa qualcosa come 450 milioni di dollari (in euro, circa 350 milioni) – dopo un lungo viaggio durato quasi 8 anni, lo scorso marzo è finalmente entrata nell’orbita di Mercurio dove rimarrà per almeno un anno. Per tutto questo tempo, scatterà migliaia di immagini da inviare sulla Terra, utili per studiare la sua composizione chimica, la sua storia geologica, la natura della sua esosfera.

Le prime foto arrivate sono già all’esame degli scienziati che si sono trovati concordi: questo pianetino vicinissimo al Sole è proprio strano. Basta fare l’elenco della sue anomalie per capire:  il suo nucleo è troppo grande, la sua superficie molto rovinata, come raggrinzita. Ha più ferro del dovuto e una struttura interna disorientante. Presenta un campo magnetico asimmetrico e un paesaggio molto frastagliato, con pinnacoli svettanti, profonde fratture, crateri semisepolti, vulcani spenti e misteriosi pozzi. Appare dunque molto diverso dagli altri corpi rocciosi del sistema solare- come Venere, la Terra, la Luna e gli altri satelliti.

“Sì,  i dati inviati da Messanger ci hanno lasciato sorpresi e senza parole“, ha detto Maria Zuber, ricercatrice del Mit, durante la conferenza annuale di Scienza Planetaria. Per molto tempo, Mercurio è stato considerato come un pianeta morto ed inerte. Invece ora la Zuber e i suoi colleghi si sono accorti che, al contrario, è ancora in fase di raffreddamento e la sua crosta si sta restringendo, spingendo verso l’alto le scogliere che corrono per centinaia di chilometri. Non troppo tempo fa- in termini geologici, ovviamente- i suoi vulcani hanno eruttato fiumi di lava che si è solidificata in ampie piattaforme. Ci sono poi tracce di misteriose esplosioni di gas interni che hanno segnato la superficie lasciandola piena di strane cicatrici.  

UNA GRAFICA CON MESSANGER IN VIAGGIO NELLO SPAZIO

Intense forze provenienti dall’interno del pianeta hanno poi innalzato e piegato gli enormi strati superficiali. Il cratere più ampio di Mercurio- la conca Caloris, larga oltre 1400 metri- è stata sollevata a tal punto che la base risulta molto più alta dei bordi: nessun altro cratere presente sugli altri pianeti o satelliti del sistema solare ha un aspetto del genere.

Tutto è intrigante, su Mercurio“, conferma Nancy Cabot, del Laboratorio di Fisica applicata presso la John Hopkins University che ha preso parte alla costruzione della sonda Messanger. “Ha una morfologia che non abbiamo mai visto sugli altri corpi rocciosi attorno a noi.” Tra l’altro, questo pianeta chiamato come il messaggero degli Dei nella religione romana ( da qui, il nome “Messanger” per la sonda che lo sta investigando) ha anche sperimentato, nella sua storia, massicci terremoti. “Sono pronto a scommettere che alcune faglie siano ancora attive“, dice Sean Salomon, del Carnegie Institution for Science.

Nonostante sia il pianeta più vicino al Sole, poi, appare molto probabile che anche quassù, a temperature che dire bollenti è poco, ci siano ghiacciai permanenti all’ombra dei crateri. “Ne siamo praticamente certi”, afferma Salomon. Insomma, l’acqua– allo stato liquido e soprattutto solido- sembra un elemento  davvero molto diffuso nel nostro sistema solare, praticamente ovunque, in qualsiasi condizione.

 

UN DETTAGLIO RAVVICINATO DELLA SUPERFICIE DI MERCURIO

A lasciare interdetti i ricercatori, poi, è anche il modo in cui Mercurio si è formato. È prevalentemente composto da metalli pesanti, come il ferro, presente in percentuale assai maggiore rispetto alla Terra. Ma perchè, se tutti i pianeti rocciosi della fascia interna si sono formati dallo stesso disco di materia primordiale, Mercurio è diverso dagli altri? “Succede anche ai bambini di una coppia: un po’ per un fattore genetico, un po’ per un fattore ambientale, possono essere molto diversi uno dall’altro”, spiega la Zuber.

Alcuni studiosi sono convinti che la causa di queste stranezze così evidenti sia imputabile ad una mega-collisione con un gigante roccioso dello spazio che alle origini dei tempi si sarebbe schiantato su questo pianetino, strappandogli la crosta più esterna. Ma i dati inviati da Messanger sconvolgono questa teoria: sulla superficie si trovano tracce di zolfo e di altre sostanze volatili che un enorme impatto avrebbe dovuto far sparire. E Mercurio, per ora, non dà risposte

 SABRINA PIERAGOSTINI

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