Un codice genetico creato in laboratorio, del tutto artificiale, eppure in grado di contenere informazioni e di evolvere generazione dopo generazione, proprio come il DNA presente nelle cellule viventi.
È l’ultima scoperta annunciata dai ricercatori del Laboratorio di Biologia Molecolare di Cambridge. Scoperta che aiuterà a far luce su come le molecole si siano replicate, per la prima volta, e su come si siano poi assemblate per dare il via alla vita miliardi di anni fa. Ma non solo: potrebbe anche aprire nuovi scenari dalle conseguenze ancora non del tutto prevedibili.
Nel laboratorio inglese si è sviluppata una procedura chimica in grado di trasformare DNA e RNA– i modelli molecolari per tutte le forme viventi conosciute- in sei polimeri genetici alternativi chiamati XNA. Il processo consiste nello scambiare il desossiriboso e il riboso (la D e la R delle rispettive sigle) con un altra molecola. Si è così capito che il nuovo polimero poteva formare una doppia elica risultando anche molto più stabile del materiale genetico naturale.
Sulla rivista “Science”, i ricercatori descrivono come hanno indotto uno di questi XNA ad attaccarsi ad una proteina. Una capacità che indicherebbe la possibilità di utilizzare i polimeri per produrre, a richiesta, anticorpi contro i virus: una specie di medicine intracellulari.
Philipp Holliger, uno degli autori dello studio, sostiene che l’esperimento ha anche dimostrato che due elementi distintivi della vita- eredità ed evoluzione– possono esistere anche con materiali genetici alternativi a quelli naturali. “Non vi è nulla di unico o irripetibile nel DNA o nel RNA e non c’è nessun imperativo funzionale che obblighi la biologia e la genetica a basarsi su questi acidi nucleici.”
Il co-autore, Vitor Pinheiro, afferma che la ricerca potrà aiutare gli scienziati a comprendere perchè DNA e RNA siano diventati così cruciali nell’evoluzione della vita e forse potrà anche essere utile nella ricerca di organismi extraterrestri. “Se un sistema genetico non deve per forza basarsi sugli acidi nucleici noti fino ad ora, come si fa a definire cosa sia la vita? Come si fa a cercarla?”
In un articolo a commento, Gerald Joyce, dell’istituto di Ricerca di La Jolla (in California) ha dichiarato che questo studio annuncia “una nuova era per la genetica artificiale, con implicazioni per l’esobiologia, le biotecnologie e la comprensione della vita stessa”. Ed ha poi aggiunto: “La costruzione di sistemi genetici basati su piattaforme chimiche alternative può persino portare, come ultimo risultato, alla sintesi di nuove forme di vita.”
Altri scienziati, incluso il team del J.Craig Institute di Rockville, nel Maryland, auspicano di riuscire a creare organismi sintetici partendo da zero, ma per ora la maggior parte dei genetisti al lavoro ha dovuto utilizzare il DNA convenzionale. Non mancano però timori e preoccupazioni, su dove potranno portare queste scoperte tanto rivoluzionarie. Anche il dottor Joyce non nasconde i potenziali pericoli delle genetica artificiale.
Scrive infatti:”Quando si contemplano tutte le forme di vita alternative che sarebbero possibili con l’XNA e con altre molecole ancora più strane, le parole di Arthur C. Clarke ritornano alla mente. Nel romanzo “2010: Seconda Odissea”, il computer HAL dice all’umanità:<Tutti questi mondi sono tuoi> ma mette in guardia:<Tutti eccetto la Luna di Giove Europa, non tentare di atterrare lì.> I biologi stanno iniziando a folleggiare sui possibili nuovi mondi della genetica, ma non devono calpestare aree che hanno la potenzialità di danneggiare la nostra biologia.”
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