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Un’altra immagine diffusa della Nasa, un altro oggetto misterioso avvistato nel nostro sistema solare. Questa volta, si tratta di un corpo lungo alcuni chilometri fotografato mentre percorre l’anello F di Saturno, particolarmente caotico ed in continua evoluzione, e lascia dietro di sè una scia di particelle di ghiaccio.

L'OGGETTO MISTERIOSO SPUNTATO NELL'ANELLO F DI SATURNO

Dopo l’ “Ufo” spuntato nelle riprese del telescopio SOHO a poca distanza dal nostro astro- e spiegato dagli scienziati come effetto del “bombardamento” subatomico delle strumentazioni digitali- ora dunque l’attenzione si sposta su questo intruso  in orbita attorno al “Signore degli Anelli” ad una velocità di appena due metri al secondo e immortalato dalla sonda Cassini. Ma anche in questo caso, non si tratterebbe di un manufatto di origine aliena.

Presentando le immagini in una conferenza stampa, Carl Murray, docente dell’Università londinese Queen Mary e parte dell’equipe che analizza le foto scattate da Cassini, ha rivelato l’importanza scientifica della scoperta, utile per capire i segreti di questo anomalo anello F.

“Gli ultimi dati che la sonda ci ha inviato mostrano che questo anello è molto più dinamico di quanto non pensassimo. È una regione brulicante di oggetti che variano da un diametro di un chilometro fino a lune grandi come Prometeo e ciò dà vita ad uno spettacolo grandioso”, ha detto il ricercatore.

UN' IMMAGINE DELL'ANELLO F, PARTICOLARMENTE DINAMICO

Gli astronomi hanno sempre saputo che corpi di grosse dimensioni come i satellitti Prometeo o Pandora possono creare canali, increspature e palle di neve mentre ruotano attorno a Saturno. Ma quello che finora non sapevano è cosa accade a queste palle di neve una volta che sono state create. Ora è appurato che alcune di esse sopravvivono, continuano a crescere e mantengono la loro orbita nell’anello F in modo autonomo.

 Il team di Murray per la prima volta ha intravisto una sottile traccia in un’immagine del gennaio 2009. Gli studiosi sono così ritornati indietro nel tempo, fino ai sette anni precedenti, per vedere se il fenomeno si fosse ripetuto anche in passato.  Con molta pazienza, visionando oltre 20mila fotografie scattate da Cassini a questo anello dalla circonferenza enorme  hanno trovato altre 500 esempi di oggetti imprevisti.

“Oltre a mostrarci l’incredibile bellezza dell’anello F, gli studi della sonda ci hanno aiutato a capire l’attività che ha luogo quando  i sistemi solari si sviluppano a partire da un disco di polvere cosmica che è molto simile- anche se ovviamente assai più ampio- del disco che vediamo attorno Saturno”, ha aggiunto la dottoressa Linda Spilker, responsabile del progetto Cassini presso i laboratori della Nasa. Insomma, un modello- in miniatura, ma in presa diretta- di come si siano formati i pianeti milioni di anni fa.

ALTRE FOTO SCATTATE DALLA SONDA CASSINI

Non è però l’unica sorpresa emersa dai dati inviati dalla sonda. I ricercatori hanno anche scoperto che Phoebe, una delle tante lune di Saturno, assomiglia molto ad un pianeta. Probabilmente, in origine era un corpo  che si trovava nella Fascia di Kuiper– un’ampia area ai margini del sistema solare formata da rocce, asteroidi, ghiaccio al di là dell’orbita di Nettuno.

“A differenza dei corpi primitivi come le comete, Phoebe sembra essersi evoluta attivamente per un certo periodo “, sostiene l’astronoma Julie Castillo-Rogez anticipando lo studio pubblicato sulla rivista Icarus. “Oggetti come Phoebe devono essersi condensati in fretta. Di conseguenza, rappresentano gli elementi costitutivi dei pianeti e danno a noi scienziati degli indizi  sulle condizioni esistenti all’epoca in cui si formarono i pianeti giganti e le loro lune.”

LA LUNA DI SATURNO PHOEBE

Così, da luna un po’ irregolare di Saturno, Phoebe è stata promossa  planetesimo, ovvero a quasi-pianeta, proprio come Plutone (anche lui originario dalle fascia di Kuiper e, al contrario, retrocesso a questo stato qualche anno fa). Ad un certo punto, la forza di attrazione saturniana ha catturato Phoebe e non l’ha più lasciata. Ma la sua originalità  è provata anche dal suo moto: a differenza delle decine di lune che ruotano attorno a Saturno e che si ritiene si siano formate dalla materia residua del pianeta, questo satellite possiede un’orbita retrograda.

 

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