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A caccia del Mokèlé-mbèmbé, l’ultimo dinosauro d’Africa…

1 Maggio 2012

La caccia allo Yeti, al Bigfoot o ai mostri marini che popolano le leggende di mezzo mondo non basta più. L’ultima frontiera della criptozoologia guarda direttamente al passato, anzi, alla preistoria, con l’obiettivo dichiarato di effettuare una scoperta clamorosa: trovare un esemplare vivente di dinosauro…

 

UN DISEGNO RAPPRESENTA IL MOSTRO CHE ABITEREBBE LA GIUNGLA CONGOLESE

L’idea è venuta ad un giovane esploratore del Missouri, Stephen McCullah, che ha lanciato sul web la sua campagna di raccolta-fondi allo scopo di organizzare una missione nel cuore dell’Africa Nera. Vuole cercare animali e piante non ancora noti alla scienza, ma il vero sogno del giovanotto è proprio quello di imbattersi nel “Mokèlé-mbèmbé”, (“colui che ferma il corso del fiume”, in lingua Lingala), la creatura mitica che secondo i racconti delle tribù locali abiterebbe nella giungla congolese.

Una lunghezza di almeno 11 metri, pelle color grigio-marrone, un collo lungo e flessibile: ecco l’identikit della bestia dall’aspetto molto simile a quello di un dinosauro chissà come scampato all’estinzione. Questo cugino africano del Mostro di Lochness da tempi immemorabili vivrebbe nelle caverne che esso stesso scava lungo i corsi dei fiumi e si ciberebbe di animali piuttosto ingombranti come elefanti, ippopotami e coccodrilli.

Per condurre in porto la sua iniziativa, il 21enne McCullah ha messo sul sito Kickstarter.com ( nel quale chiunque può cercare sponsor per i propri progetti creativi) un annuncio con il quale chiede una donazione da 27mila dollari. Con quel denaro, lui e i suoi compagni di avventura saranno in grado di lanciare la “Newmac Expedition”,  definita “una delle prime esplorazioni di questo secolo con lo scopo di catalogare specie vegetali ed animali nella Repubblica del Congo, territorio in gran parte ancora sconosciuto.” La partenza è prevista per il prossimo 26 giugno.

IL MOKELE-MBEMBÈ SAREBBE UN DINOSAURO SOPRAVVISSUTO ALL'ESTINZIONE

Nonostante i giovani esploratori siano privi di vere e proprie competenze in materia di biologia e zoologia, si dicono certi che riusciranno a scoprire centinaia di nuovi tipi di insetti, pesci e piante nel corso della ricerca. Non solo. Scrivono sul sito:”Abbiamo la fondata speranza di individuare ignote specie di rettili e di mammiferi.  Abbiamo raccolto quanto riferito da testimoni oculari che hanno visto nella regione tarantole grosse come cani, grandi sauropodi di fiume e un tipo di pesce che mangia gli esseri umani.”

E pazienza se i sauropodi- nome colto ed elegante per indicare comunque un tipo di dinosauri- non esistano più da circa 65 milioni di anni. Alla domanda se davvero si aspetta di trovarne uno ancora in vita, McCullah ha risposto: “Non dobbiamo per forza trovare prove dell’esistenza del Mokèlé-mbèmbé o di qualsivoglia altra creatura che si dice essere stata vista in questa zona alla prima missione. Tuttavia noi pensiamo che ci sia la notevole possibilità di scoprire elementi che dimostrino la sua presenza, se davvero è lì,  entro i primi tre mesi”.

Inutile dire che l’impresa nella quale questo team un po’ improvvisato si sta imbarcando lascia dubbiosi non solo gli scettici, ma anche i criptozoologi di più aperte vedute. Non basterà questa volta riportare in patria qualche foto sfocata, un video un po’ mosso, dei calchi in gesso di un’impronta o i racconti emozionati di un incontro ravvicinato. Per credere davvero al Mokèlé-mbèmbé  servirà qualcosa di molto più concreto e di molto meno taroccabile: ad esempio, un bel campione di Dna. O magari, addirittura, l’esemplare stesso- vivo o morto.

UN'IMPRONTA ATTRIBUITA AD UN SAUROPODE AFRICANO

Saranno in grado, questi ammiratori di Jurassic park, di catturare un dinosauro?  Anche a questo interrogativo, gli ardimentosi ragazzi hanno la risposta pronta: “Ci stiamo organizzando per portare con noi il necessario per la caccia grossa, come un fucile spara-sonnifero, ma ci sono molti problemi e molte incognite da  affrontare per prendere un animale come il Mokèlé-mbèmbé .”

Di certo a questo gruppo non manca l’entusiasmo– oltre che la fantasia. Consapevoli che già altri, prima di loro, hanno tentato la stessa impresa- fallendo miseramente l’obiettivo- McCullah e compagni puntano tutto sulla moderna tecnologia. Con loro avranno un arsenale di strumentazioni hi-tech di ultima generazione che nessuno prima ha utilizzato, dalle telecamere agli infrarossi alle immagini satellitari, fino al sonar, per scandagliare terra, cielo e acqua alla ricerca di questi mastodontici, misteriosi, invisibili dinosauri del XXI secolo.

SABRINA PIERAGOSTINI

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