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Un giovane soldato testimone di un evento incredibile. Una recluta sotto choc, costretta insieme ad alcuni commilitoni a ricomporre i resti di creature misteriose rimaste uccise nello schianto di un Ufo.

 

UN' ELABORAZIONE FOTOGRAFICA DELL'UFO CADUTO A ROSWELL...

È il racconto divulgato, solo di recente, dall’astrologo americano Ray Grasse, che sostiene di aver ricevuto le confidenze del militare, ormai morto. Quel clamoroso incidente alieno sarebbe avvenuto proprio nel 1947, sempre nel deserto del New Mexico, ma in pieno inverno. Insomma, una seconda Roswell. Ecco come prosegue la testimonianza pubblicata da Grasse…

Ray: Cosa mi hai raccontato poche settimane fa a proposito degli abiti di quegli esseri, erano in tessuto?

Tiny: Era un tessuto, ma sembrava tipo alluminio. Non era qualcosa che avessi già visto prima. L’ho visto solo in seguito, sai, come il tessuto simil-metallico che si vede nell’abbigliamento femminile, nelle pubblicità e nelle sfilate di moda…

Ray:  Ed erano abiti tutti di un pezzo o ricordi cuciture o cose del genere o cerniere…

Tiny: Non ricordo, questo non lo ricordo.

Ray: Ricordi se avevano le mani e i piedi ricoperti? Oppure erano nudi? Ricordi qualcosa su come erano fatti mani e piedi?

Tiny: I piedi indossavano un qualche tipo di scarpe. Le mani? Non erano fatte come le nostre.

Ray: Ma per la forma o per il numero di dita o per entrambi?

Tiny: Entrambi. Ora l’unica cosa che riesco a pensare del momento in cui ho visto quella scena è l’aria fredda e… semplicemente non sembravano umani. Non ricordo quante dita avessero, ma mi sembrava che fossero meno delle nostre…

Ray: Ma quando dici che non avevano una forma umana, ti ricordi se erano più grandi o più piccoli?

Tiny: Più piccoli, ma avevano corpi proporzionati. In altre parole, non avevano mani o piedi grandi. I piedi calzavano scarpe pesanti, come stivali. Sembravano…non erano in pelle, erano come stivali di stoffa.

Ray: Mi dicevi che i loro occhi erano chiusi… ma potresti ancora immaginare la loro forma?

Tiny: Sì….sembravano quelli di un vecchio orientale.

Ray: Quanto pesavano i corpi?

Tiny: Mah… All’epoca ero più robusto di un bue!

Ray: Ma erano leggeri, giusto?

Tiny: Oh sì, erano leggeri: 70 o 80 libbre (30-35 kg circa, NdA) a dir tanto. Li tiravamo su insieme, ma mi sembravano più leggeri di un sacco di patate da 100 libbre (45 kg, NdA), capisci?

Ray: E quello raccolto da voi era l’unico corpo intero in cima a tutti gli altri, giusto?

Tiny: Giusto. Ma gli altri ragazzi cercavano di lanciare quelli che pensavano fossero i pezzi di un corpo completo. Non penso che lanciassero teste o braccia o altre parti a caso, avrebbero potuto, ma io ho pensato che stavano cercando di conservare ciò che apparteneva all’uno e all’altro. Come abbiano fatto, non lo so, ma ci hanno messo molto tempo alla ricerca di queste cose.

Ray: E voi quanto tempo siete rimasti lì? È durato 5 minuti o mezz’ora?

Tiny: Potrei dire dai 15 ai 20 minuti. E il motivo per cui ci abbiamo messo tanto è che abbiamo dovuto aspettare gli ufficiali, che correvano per vedere lo spettacolo.

Ray: Quindi non potevate far niente finchè non si sono presentati?

Tiny: Esatto. E non ci hanno permesso di illuminare con le luci finchè siamo rimasti lì. E l’unico modo per capire dove fossimo era un tipo sulla jeep davanti a noi. Sono venuti, ci hanno detto cosa fare, di parcheggiare le auto lontane formando una U. Ci hanno detto di non usare i fanali alti, mi ricordo questo, ma usare solo le luci di posizione.

Ray: Era tutto così segreto?

Tiny: No, secondo me pensavano che gli abbaglianti sarebbero stati visti troppo in lontananza, perchè sai che quelli delle ambulanze sono molto alti. E ricordo che ci dissero qualcosa sui fanali bassi. Noi avevamo un piccolo riflettore ciascuno e ci hanno detto di tenerli spenti, di usare solo i fanali bassi delle auto.

Ray: Ogni veicolo trasportava un corpo o una serie di pezzi?

Tiny: Sì. Cioè, sto solo immaginando, ma direi… o magari hanno raccolto dei pezzi che ritenevano più importanti e li hanno caricati. Non posso dirlo perchè non lo so.

Ray: E quando ciò avveniva, quanti ufficiali stavano attorno mentre voi venivate condotti in questo luogo nel cuore della notte?

Tiny: Bè, so che c’erano pochi ufficiali là. Però non ho idea se altri stavano con il gruppo di Washington insieme ai generali. Ci hanno solo detto di prendere questi corpi e di muoverci. Non avevamo molto tempo per guardarci attorno e vedere chi c’era. E le luci, il modo in cui ci colpivano… Si erano posizionati come in un semicerchio con le ambulanze. Capisci cosa intendo? C’erano anche alcune auto. Non riuscivamo a vedere molto bene, a parte quello che c’era per terra. Ma per quanto riguarda le fisionomie e gli ufficiali presenti, non ho capito molto .

Ray: Mi sembra di ricordare che mi dicevi qualcosa riguardo un discorso tra ufficiali che avevi vagamente captato e che essi poi si spostarono perchè non volevano che tu sentissi. Ho capito male?

Tiny: Ho udito qualcuno parlare, ma mi parlava gente davanti e dietro, non so se fossero ufficiali di alto rango. Ero così sconvolto da quello che vedevo che le conversazioni non erano importanti. Guardi a terra e vedi quel genere di cose- io e Tommy ci fissavamo l’un l’altro- piuttosto che stare a sentire le conversazioni a 25-30 piedi da noi.

Ray: Che mi dici dell’astronave? Era un’astronave o c’erano dei pezzi o cosa esattamente?

Tiny: C’erano frammenti metallici tutt’attorno, intendo pezzi grossi, come un tavolo da bar. L’unica cosa che potevo distinguere era il contorno sul terreno e capivo che era circolare. Ma c’erano pezzi sparsi ovunque, anche al di fuori del cerchio. C’era un bel po’ di metallo in frantumi.

Ray: Quanto era ampia l’area? La misura di un campo da football?

Tiny: Oh no, no, era come un terzo di un campo da football.

Ray: E voi non riuscivate a raccogliere tutti i pezzi, vero?

Tiny: No, loro ci controllavano da vicino. Personalmente non penso che… Ci hanno detto di indossare guanti chirurgici. Infatti io ne indossavo due paia, uno sopra l’altro. Era come del tipo:”State attenti, non raccogliete oggetti appuntiti e non tagliatevi”.  Perchè, in base a quello che percepivo all’epoca, neanche loro sapevano quanto fossimo esposti dal punto di vista biologico. Per questo ci hanno detto di indossare questi guanti di gomma, meglio due, e infatti ci aiutavamo l’un l’altro per infilarceli.

Ray: Ora, tu e gli altri raccoglievate i corpi, ma non è chiaro se erano già stati tolti anche i pezzi di metallo…

Tiny: Sì e no. Sembrava che ci fosse ancora un po’ di metallo, eppure non sembrava che fosse a sufficienza…

Ray: Per fare un’intera astronave?

Tiny: Esatto. E ancora si poteva vedere la forma circolare.

Ray: A parte i pezzi di metallo, potevi distinguere altri elementi caratteristici di un luogo d’impatto, come seggiolini, pannelli di comando, fili?

Tiny: Veramente no. Aspetta un attimo… Ci poteva essere qualcosa tipo cristalli. Ma potevano anche essere effetto del clima freddo, potevano essere cristalli di neve, non so.

Ray: Hai notato un cratere? Qual era la tua impressione, che questa cosa si era schiantata a terra oppure era esplosa sopra il terreno?

Tiny: L’unica cosa che posso pensare, ora che l’hai menzionato, è che forse c’era un cratere un po’ lontano e questa roba era schizzata fuori da là. È l’unica cosa che posso pensare. Ma non ho visto un vero cratere, vedevo un segno sul terreno, fatto da questi grossi pezzi. Non so perchè avessi l’impressione che fosse circolare…

Ray: Hai toccato il metallo?

Tiny: No, non volevano che lo toccassimo. Prima di tutto per via dei guanti in gomma, immagino. Mi ero accorto che la maggior parte del materiale aveva spigoli taglienti.

Ray: Penso che hai già citato una volta qualcosa di insolito riguardo questi spigoli. Aveva una qualche peculiarità questo metallo, per quello che mi puoi dire?

Tiny: Ti ho detto che sembrava come alluminio, ma sono sicuro che non venisse mosso dal vento. Eppure era molto sottile!

Ray: Dunque non sembravano pesanti travi metalliche o simili?

Tiny: Oh, no no no. Non c’erano pezzi pesanti, no.

Ray: Era più somigliante a lamine di metallo?

Tiny: Più come… non so, non riesco a spiegarlo. Non ho mai visto nulla del genere, era come se qualcuno avesse gettato dei pezzi di metallo in giro, è l’unica cosa che posso pensare. E le forme erano strane. Ma riguardo gli spigoli, non ricordo ciò di cui stai parlando.

Ray: Un dettaglio interessante della precedente conversazione cha abbiamo avuto poche settimane fa è il fatto che quando vi hanno informato prima di condurvi sul luogo, il discorso suonava come se l’avessero imparato bene a memoria o come se l’avessero già fatto in passato, insomma come se non fosse la prima volta… Ricordo bene?

Tiny: Sì. Mi sembrava che lo sapessero perfettamente… E anche dopo che abbiamo raccolto i corpi sparsi là e siamo tornati indietro, anche allora ci hanno ripetuto il discorso. Come se seguissero una procedura. FINE SECONDA PARTE

SABRINA PIERAGOSTINI

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