“Jill Tarter rinuncia, ha capito che gli Alieni non esistono”. Così hanno titolato molti giornali commentando il ritiro della scienziata, mente e cuore del Seti, che dopo 35 anni lascia la guida del centro per la ricerca della vita intelligente extraterrestre. La Tarter se ne va, è vero, ma la sua opinione in merito all’esistenza di altre civiltà nell’Universo è ben altra.
JILL TARTER HA LASCIATO LA DIREZIONE DEL SETI
L’astronoma– che ha ispirato il personaggio interpretato da Jodie Foster nel film “Contact”- ammette infatti che, finora, non è stato possibile captare messaggi radio o altri tipi di segnali di provenienza aliena, ma non esclude affatto che da qualche parte, nel cosmo, gli E.T. ci siano. Anzi. Si spinge un po’ più in là, contestando le ipotesi formulate dal collega Stephen Hawking.
“Hawking ci mette in guardia sui pericoli di una civiltà extraterrestre che potrebbe cercare di conquistare la Terra, ma io dissento. Se gli alieni fossero in grado di arrivare fin qui, vorrebbe dire che hanno raggiunto una abilità tecnologica così sofisticata da non aver bisogno di schiavi, cibo o altri pianeti da sottomettere. Se venissero da noi, sarebbe semplicemente per il desiderio di esplorare. E considerando l’età dell’Universo, probabilmente non saremmo neppure i primi ad essere visitati”, sostiene la scienziata americana.
DAL FILM "ALIEN", LA LOTTA PER LA SOPRAVVIVENZA DI SIGOURNEY WEAVER
Quindi, esorta la ricercatrice, continuiamo a restare in ascolto e in attesa di messaggi da lontano: non solo non c’è pericolo, ma ne va del futuro dell’umanità. Nel lasciare la direzione del Seti a Gerry Harp, Jill Tarter dunque non getta affatto la spugna e ribadisce al contrario l’importanza della ricerca.
“Riflettete: se ottenessimo un segnale da un’altra civiltà, potremmo imparare dal loro passato“, insiste l’astronoma che prosegue:”Innanzitutto, un messaggio dalla spazio vorrebbe dire che la tecnologia può resistere nel tempo. Da lì capiremmo che è possibile trovare soluzioni anche per i nostri problemi. Scopriremmo poi che possiamo diventare anche noi una vecchia civiltà, se altri lo hanno già fatto. È incredibilmente importante! Sapere che ci può essere un futuro ci può motivare a conquistarcelo.”
UN'IMMAGINE TERRIFICANTE DAL FILM "BATTLESHIP"
Ma la Tarter prende le distanze anche dalle visioni tradizionalmente veicolate da Hollywood in materia. “Dovremmo guardare i film tipo ‘Men in Black’, ‘Prometheus’ o ‘Battleship’ come un’ottima forma di intrattenimento e come metafore delle nostre paure, ma non dovremmo considerarli forieri di incontri alieni”. Insomma, sonni tranquilli: Alien, Visitors & Co. non stanno arrivando per mangiarci tutti…
SABRINA PIERAGOSTINI