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Svelato il mistero delle statue dell’Isola di Pasqua?

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Da secoli si ergono imponenti ed indecifrabili. Con lo sguardo fisso verso l’oceano, sembrano guardiani- o meglio, vedette in attesa di qualcosa. Le colossali statue che costellano l’isola di Pasqua, al largo del Cile, nel sud del Pacifico, costituiscono da sempre un enigma per esploratori ed archeologi. Ora uno dei misteri legati a queste enormi sculture primitive potrebbe essere stato svelato.

ALCUNE DELLE MISTERIOSE STATUE DELL'ISOLA DI PASQUA

Nessuno sa con certezza quando siano state erette, da chi e perchè. Ma due  ricercatori si dicono sicuri di aver compreso almeno come questi giganteschi blocchi di pietra siano stati collocati nella loro posizione attuale. Infatti, la cava dalla quale provengono dista ben 18 chilometri dalla costa: trasportarli senza usare carri, carrucole e animali da tiro– sconosciuti all’ antica popolazione locale- sembrava un’impresa impossisbile.

Nel corso degli anni, gli studiosi le hanno provate tutte, ipotizzando che gli abitanti dell’epoca avessero utilizzato funi, rulli, slitte di legno, ma nessuna spiegazione sembrava convincente. Ora i due archeologi ha elaborato una nuova teoria: i Moai– come vengono chiamati i monoliti- sono stati progettati per essere spostati in posizione verticale, sfruttando un movimento a dondolo con il semplice utilizzo di corde e manodopera.

Terry Hunt, dell’Università delle Hawaii, e Carl Lipo, dell’Università di Long Beach (California), hanno lavorato a stretto contatto con l’archeologo Sergio Rapu, nativo dell’isola di Pasqua- anzi, di Rapa Nui, secondo la lingua locale- per sviluppare la loro idea. Sono partiti dall’osservazione della forma arrotondata dei corpi panciuti che permette di spostare i Moai facilmente in avanti mentre, nello stesso tempo, le basi molto pesanti consentono di farli oscillare da un lato all’altro.

L'ASPETTO ORIGINALE DEI MOAI DOVEVA ESSERE QUESTO

Con un esperimento, promosso dal National Geographic Society e mostrato in un documentario andato da poco in onda, i due archeologi hanno dato prova che è relativamente semplice e veloce far muovere la copia di una statua alta circa 3 metri per qualche centinaio di metri ricorrendo solo a  tre corde robuste, 18 persone e un po’ di abilità. Strumenti, questi, di cui  gli antichi abitanti dell’isola potevano sicuramente disporre.

In passato, altri tentativi per risolvere questo mistero erano invece falliti. Nel 1986, l’ingegnere ceco Pavel Pavel  insieme all’esploratore norvegese Thor Heyerdahl avevano pensato di azionare un montante, alto 4 metri,  che con un movimento di torsione spostava in avanti un colosso di pietra. Ma la squadra si era presto fermata, perchè il meccanismo aveva danneggiato la statua.

In seguito, era stato l’archelogo americano Charles Love, con il suo numeroso team, a mostrare una strada alternativa, ricorrendo ad una slitta di legno sulla quale un blocco scolpito pesante circa 9 tonnellate si era mosso per circa 45 metri. Ora, Hunt e Lipo hanno escogitato un sistema che si avvicina molto a quello che da sempre raccontano gli indigeni. Come Suri Tuki, giovane guida turistica, che ha confermato:”Noi di Rapa Nui sappiamo la verità: le statue camminavano da sole.”

SABRINA PIERAGOSTINI

 

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