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In India piove ancora rosso. “Sono cellule viventi extraterrestri”

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“Piove rosso”:  lo si dice per rappresentare, metaforicamente, ciò che non può accadere. Bè, forse dovremo rivedere i nostri luoghi comuni, visto che in India acquazzoni dai colori più improbabili– rubino compreso- stanno diventando un po’ troppo frequenti. L’ultimo è stato registrato dalle cronache locali nella città di Kanur, nello Stato del Kerala.

L’INQUIETANTE PIOGGIA ROSSA CADUTA IN INDIA, RACCOLTA IN CONTENITORI

La mattina del 28 giugno, secondo quanto si apprende, gli abitanti hanno assistito piuttosto turbati ad uno scroscio di pioggia rossa. E non era nemmeno la prima volta. Un precedente, simile fenomeno era avvenuto in zona nel luglio del 2001, poche ore dopo la presunta esplosione, in cielo, di un meteorite. In seguito, sono state segnalati più di 120 casi di nubifragi a dir poco insoliti, con gocce di color giallo, verde, persino nero…

Inutile dire che avvenimenti del genere, tanto inusuali, oltre che spaventare la gente e scatenare superstizioni di ogni tipo, incuriosiscono gli studiosi stimolando nuove  ipotesi di ricerca– alcune delle quali, davvero sorprendenti. Dopo la pioggia rossa del 2001, ad esempio, il fisico Godfrey Louis, attuale vicerettore della vicina Università di Scienza e Tecnologia di Cochi, ha analizzato alcuni campioni e ha scoperto delle strane proprietà, inclusa l’autofluorescenza.

I test hanno poi evidenziato che il colore rosso dell’acqua piovana era dovuto a microscopiche particelle dall’aspetto di cellule biologiche, di probabile provenienza extraterrestre. Nel senso che sarebbero arrivate dallo spazio profondo, forse proprio a seguito del meteorite avvistato in zona.

NELLA CARTINA, L’AREA INDIANA NELLA QUALE SI CONCENTRANO QUESTI STRANI FENOMENI

Insieme al collega Santosh Kumar, fisico all’Università Mahatma Gandhi di Kottayam, nel 2006 Louis ha pubblicato un articolo nel quale ha presentato i risultati delle ricerche. Nel testo, i due studiosi suggeriscono che la roccia spaziale che si è disintegrata nel cielo sopra il Kerala possa aver rilasciato quelle particelle biologiche che poi sono precipitate al suolo insieme alla pioggia.

Secondo i due scienziati, quei microrganismi- che ritengono forme di vita aliena– presentano caratteristiche straordinarie: non solo riescono a metabolizzare materiale organico ed inorganico (compreso il silicio), ma sembrano svilupparsi al meglio a temperature estreme, pari a 300 °C . La loro esistenza dimostrerebbe che la vita sulla Terra è  nata proprio così, grazie a simili organismi unicellulari provenienti da chissà dove a bordo di comete, asteroidi e frammenti rocciosi. Insomma, proverebbero la fondatezza della cosiddetta “Teoria della Panspermia”.

Questa interpretazione extraterrestre in realtà non è stata condivisa dal resto della comunità scientifica e le  pubblicazioni dei due ricercatori hanno trovato molti critici, soprattutto perchè le presunte cellule viventi risultano prive di Dna. Ma resta questo fenomeno- la pioggia rossa- che a distanza di anni si è ripetuto e per il quale semplici spiegazioni come l’inquinamento atmosferico non bastano e anzi sono state subito escluse.

LE MISTERIOSE CELLULE SCOPERTE DAL RICERCATORE GODFREY LOUIS

Il professor Louis nel frattempo non ha cambiato idea. Continua a credere che questi acquazzoni anomali sia provocati da microrganismi che riescono a sopravvivere nello spazio siderale perchè contenuti nel nucleo interno dei bolidi- nuclei nei quali ci sono acqua bollente e tutte le sostanze chimiche necessarie per mantenerli in vita. “Le comete si possono frantumare avvicinandosi al Sole- ha scritto di recente- I frammenti, poi, saltuariamente, entrano nell’attrazione terrestre e precipitano sul nostro pianeta.

La pioggia risulterebbe rossa grazie alla percentuale di materiale organico alieno che finisce tra le nuvole. “Dovrebbero essere nell’ordine di 100 milioni di cellule per litro di acqua piovana”, afferma, “ma se la concentrazione aumenta, allora la pioggia appare molto più scura, come se fosse caffè nero.”  Sulla pioggia gialla, però ha ancora un dubbio. “Non abbiamo ancora capito da che tipo di materiale sia determinata- afferma- ma anche in questo caso abbiamo trovato che le particelle sono dotate di autofluorescenza: è probabile che siano un sotto prodotto dei microrganismi rossi.”

SABRINA PIERAGOSTINI

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