“Il monte Fuji potrebbe presto esplodere”
24 Ottobre 2012
Extremamente al XIII Convegno Internazionale di Ufologia a Firenze!
29 Ottobre 2012

Quando nel New England c’erano i vampiri …

26 Ottobre 2012

Le membra scomposte, il cranio staccato dalle vertebre del collo, la cassa toracica aperta, le ossa spezzate. Come se su quel corpo si fosse scatenata la furia di un vandalo. Ma i resti sottoposti a questi macabri rituali nascondono in realtà un’altra storia. La storia dei Vampiri del New England.

UNA TOMBA RISALENTE AL 1800 DI UNA PRESUNTA VAMPIRA

Non bisogna infatti sprofondare nel buio Medioevo per trovare gli effetti atroci di questa credenza atavica. Da millenni, l’uomo teme gli spiriti maligni, che a volte ha creduto di veder incarnati in creature orrende assetate di sangue. Ma questa ossessione, resistendo tenace allo sviluppo scientifico, all’Illuminismo e alla Rivoluzione industriale, è sopravvissuta fino all’inizio del ‘900.

Il caso scoperto negli Stati Uniti è emblematico e ha coinvolto intere comunità agricole del nord della Nazione, dal New England al Connecticut, dal Massachussets a Rhode Island. Nei loro ameni cimiteri, realizzati come accade nei Paesi anglosassoni in ampi spazi verdi, non tutti i morti hanno riposato in pace. In decine di tombe, infatti, i ricercatori hanno trovato corpi stravolti.

“Lo scheletro appariva come… riarrangiato“, ricorda Nick Bellantoni, a capo della campagna di scavi condotta negli anni ’90 a Griswold, in Connecticut. “Era decapitato, il cranio era posizionato tra le costole, le ossa lunghe spezzate. Sembrava il Jolly Roger, il simbolo dei pirati. Non avevo mai visto nulla del genere“. In quella bara era stato deposto, nel 1830, un cinquantenne dalle iniziali J.B. Tutto faceva pensare che l’opera vandalica su di lui fosse avvenuta circa 5 anni dopo la sepoltura. Ma perchè?

Mentre i resti venivano esaminati dal Museo Nazionale di Medicina ed Igiene di Washington, Bellantoni approfondiva le sue ricerche invitando storici ed archeologi ad avanzare ipotesi. Finalmente un collega gli chiese:”Ma non hai mai sentito parlare dei Vampiri di Jewett City?” In quella cittadina, nel 1854, gli abitanti avevano riesumato decine di cadaveri, credendo che fossero mostri sanguinari che di notte risorgevano per uccidere i vivi. Lo testimonia un giornale dell’epoca.

DA UN GIORNALE DELL'EPOCA, LA NOTIZIA DI UNA RIESUMAZIONE

Lo scempio sul corpo trovato a Griswold coincideva temporalmente con questa caccia al vampiro. Probabilmente, la paura si era rapidamente diffusa nelle aree vicine. Dunque, quello di J.B. poteva essere uno dei tanti poveri corpi dissotterrati, smembrati e poi di nuovo seppelliti. Anche lo sventramento del cadavere aveva un senso, in questa logica aberrante: evidentemente gli avevano voluto strappare il cuore.

Nel desiderio di capire tutta la vicenda, il ricercatore del Connecticut aveva chiesto un parere ad un noto esperto di folklore, Michael Bell, la massima autorità in quanto a  vampiri americani. Bell infatti ha dedicato molti anni nella analisi di queste singolari riesumazioni. Ne ha studiate un’ottantina in Minnesota e soprattutto nel New England. Ma altre centinaia aspettano ancora di essere scoperte.

Il suo libro “Cibo per il morto: sulle tracce dei Vampiri del New England” è un punto di riferimento, oggi, per tutti i ricercatori del settore. Ma l’autore  ora sta preparando un seguito: nel nuovo volume  tratterà proprio dei vari casi individuati di recente. “La punta di un iceberg”, dice sicuro mentre continua a cercare manoscritti, consultare biblioteche, esaminare lapidi nei vecchi cimiteri. “Mi piace vedere come questa credenza cambi a seconda delle comunità e dei periodi, anche perchè è giunta fino ad epoche prossime a noi“, spiega.

In questi decenni di studi, è arrivato ad una  ipotesi per spiegare questa isteria collettiva. A suo avviso, la caccia al vampiro si scatenava in concomitanza di epidemie di tisi. La tubercolosi era una malattia invalidante e quasi sempre mortale: chi era affetto dal “mal sottile” si indeboliva sempre di più, fino alla fine. Morivano di tisi anche i giovani apparentemente sani e  robusti, che all’improvviso incominciavano ad essere pallidi, consunti, emaciati. Proprio come il classico ritratto del vampiro…

IL LIBRO DI MICHAEL BELL, UNA "BIBBIA" IN MATERIA VAMPIRI AMERICANI

Non solo. Chi moriva, spesso lasciava mogli, figli e fratelli già contagiati dalla stessa malattia. E così a distanza di pochi mesi, la famiglia già toccata dal dramma  subiva un’altra perdita, poi un’altra ancora. E magari si ammalavano anche i vicini, gli amici. Per spezzare il ciclo mortale, la tomba dell'”untore” veniva scoperchiata e si procedeva al rituale.

Ci sono vari indizi a suffragio di questa teoria. La prima ondata di tubercolosi, nel New England, risale al 1730. Pochi anni dopo, scoppiò la prima psicosi. Ma la più grande epidemia si verificò  all’inizio del 1800: si calcola che almeno un quarto della popolazione venne decimata in pochi anni. Una fine orribile: febbre alta, tosse sanguinolenta, totale debilitazione fisica. Quei corpi diafani, con le orbite scavate, il viso smunto e gli arti dinoccolati,  facevano paura. “Sembrava davvero che qualcuno stesse loro succhiando il sangue“, chiosa Bell. Le analisi sulle ossa di J.B. hanno poi confermato che anch’egli era stato stroncato dalla tisi.

UN CIMITERO DEL NEW ENGLAND

Certo, sorprende che questa credenza si sia diffusa in tempi così vicini a noi. Nel 1882, Robert Koch aveva individuato il batterio che provoca la tubercolosi: c’era dunque la spiegazione scientifica a quella consunzione. Ma nelle aree rurali degli Stati Uniti pochi leggevano, pochissimi erano informati dei progressi della scienza e i medicinali contro la Tbc non furono disponibili, in queste zone, fino al 1940. Pensare all’opera di un vampiro non doveva sembrare così assurda, all’epoca.

A seconda dei periodi e delle zone, i rituali di esumazione potevano differire. Nel Maine e in Massachussets, i morti ritenuti colpevoli dell’epidemia venivano semplicemente ribaltati a faccia in giù nella tomba: tanto bastava a non farli più tornare tra i vivi. Nel Connecticut, a Rhode Island e nel Vermont veniva estratto dal loro petto il cuore e poi bruciato: si pensava che inalarne il fumo servisse come cura. In alcune zone la cerimonia avveniva clandestinamente, di notte, altrove invece era quasi come una festa di paese.

“Da appassionato di folklore, mi sono chiesto spesso come sia potuto accadere. Ma quando l’essere umano si trova in una situazione di pericolo, quando non trova soluzioni atttraverso i canali tradizionali, l’elemento soprannaturale rimane l’ultima possibilità. Anzi, a volte è l’unica speranza”, spiega Bell. Un’extrema ratio del tutto irrazionale che ha portato i trisavoli degli Americani di oggi a compiere rituali voodoo sui loro morti. Ma c’è una cosa che rattrista ancora di più l’etnologo:” I vampiri sono diventati, da fonte di terrore, solo un motivo di intrattenimento. Così si volgarizza una materia per me estremamente affascinante.”

SABRINA PIERAGOSTINI

CATEGORIA: 

TAGS: 

    ARTICOLI CORRELATI