La notizia non è confortante. Un asteroide appena scoperto dai telescopi spaziali sarebbe in rapido avvicinamento alla Terra. Così veloce e così vicino che entro dicembre potrebbe addirittura schiantarsi sul nostro pianeta: la chance che ciò avvenga è pari al 30 per cento.
Di simili terroristici annunci ne abbiamo letti molti, negli ultimi mesi. L’approssimarsi della fatidica data del 21 dicembre 2012 ha spesso scatenato la fantasie più spaventose ed incontrollate. Ogni roccia, meteorite e cometa in movimento nello spazio a turno sono stati additati come minacce mortali. Ma questa volta sembra un po’ diverso.
Primo, perchè a diffondere l’allarme è stato il sito giornalistico britannico di ITN ripreso online dalla CNN (il più grande gruppo d’informazione mondiale). Secondo, perchè nel diffondere questa notizia a dir poco agghiacciante vengono citati come fonti “informatori segreti” della Nasa. Dipendenti dell’Ente spaziale americano che- in forma anonima- avrebbero infranto la consegna del silenzio imposta dai vertici dell’Agenzia per non creare il panico tra la popolazione.
Secondo i dati trapelati, l’asteroide avrebbe dimensioni enormi, visto che è stimato grande quanto lo stato del Texas. Altissimo anche il rischio di collisione. Ad aumentare la preoccupazione, poi, il soprannome dato a questo mostro dello spazio: guarda caso, Nibiru, come il misterioso pianeta citato dai testi sumeri, foriero- ad ogni suo passaggio- di catastrofi.
Se si considera, poi, che la Nasa non ha confermato- ovviamente- ma neppure smentito– stranamente- la notizia, non c’è davvero da stare sereni. A questo quadro, si aggiunge poi un dettaglio non trascurabile: la pagina contenente la notizia, pubblicata da ITN News, alle 17.35 del 5 novembre, è scomparsa. L’unica immagine ancora visibile è quella “fotografata” e postata dalla CNN.
Nella parte dell’articolo leggibile, poi, compare il nome di uno scienziato della Nasa– Rob Newark Murray- e uno stralcio dell’intervista. “Penso che sia un po’ troppo presto per dire che ci sarà la fine del mondo. C’è solo un 10 per cento di possibilità che avvenga un impatto. Però dobbiamo anche ricordare cosa accadrebbe se un asteroide ci colpisse. Non sarebbe come se la Terra…” Da questo punto in poi, l’articolo è tagliato.
Una veloce ricerca sul web non ha dato alcun risultato in merito al nome “Rob Newark Murray”. Esiste però un Robert Murray nei crediti di alcuni link pubblicati sul sito ufficiale dell’ente spaziale americano. L’autore dell’articolo ha forse sbagliato nello scrivere il nome dell’intervistato? Oppure l’intervistato semplicemente non esiste? Due le ipotesi possibili: una clamorosa opera di insabbiamento, oppure (speriamo) una bufala colossale.
SABRINA PIERAGOSTINI