Ci sono importanti novità nello studio avviato ormai da anni allo scopo di stabilire la reale natura del cosiddetto “Starchild”, quel teschio di nove secoli fa e dall’aspetto assai insolito scoperto nel 1930 in Messico. A renderle note è Lloyd Pye, il ricercatore americano che sta sottoponendo quel cranio a tutti gli esami possibili nella convinzione che possa trattarsi, davvero, di un “Figlio delle Stelle”.
In una lettera, Pye mi aggiorna sugli ultimi sviluppi. Dopo uno stallo dovuto ad una momentanea carenza di liquidità- ricordo che lo studioso è a capo di una fondazione, la Starchild Project, creata appositamente per raccogliere i fondi necessari a completare tutti i test- ora la situazione è migliorata. Nuovi contributi offerti da generosi benefattori hanno rimpinguato le casse e dato un po’ di respiro.
E subito se ne sono visti i frutti. Il cranio, dalla forma anomala e dal DNA significativamente discordante da quello umano e a quanto sembra non riconducibile a nessun essere vivente sulla Terra, è stato oggetto di ulteriori analisi nel laboratorio Medical Modeling di Golden, in Colorado. Utilizzando il teschio di un uomo normale e quello di questo strano individuo sono stati prodotti i calchi dei cervelli che erano contenuti nelle due scatole craniche. Ecco cosa riferisce Pye:
“Quello umano mostra le anse e le pieghe consuete. Ma il calco dello Starchild non ne ha neppure una. La superficie del suo cervello è priva di creste, mentre si vedono chiaramente le tracce delle vene che lo solcavano- esattamente come si nota nel calco del cervello umano. Ciò significa che il suo cervello era completamente differente dal nostro. Presto posterò le due foto sul mio sito web e magari anche sull’eBook.”
Ma non basta. La riproduzione di come doveva apparire la materia grigia di questa misteriosa creatura ha mostrato anche un’ altra singolarità. “Presenta la corteccia visiva notevolmente sviluppata nell’area occipitale” scrive il ricercatore. “Uno specialista mi ha spiegato che se lo Starchild aveva gli occhi piatti (come io ritengo, dalle pupille enormi, tali da permettere una visuale a 180 gradi) avrebbe dovuto possedere una maggior capacità di elaborazione visiva rispetto a noi. E in effetti ha una corteccia molto più ampia della nostra!”
Certo, anche Lloyd Pye sa che questi elementi- per quanto suggestivi e sorprendenti- non sono sufficienti per dimostrare la sua teoria. Per affermare, con assoluta certezza, che quel cranio è appartenuto ad un essere proveniente dallo spazio mancano ancora prove definitive ed incontrovertibili. “Sto raccogliendo altri dati, sto cercando di scoprire tutto quello che posso. Il calco è allo studio di altri esperti dai quali avrò presto altre informazioni – dice- ma quello che si sa è già piuttosto impressionante!”
C’è poi un’altra novità. Nelle ultime settimane, è stato effettuato un test molto significativo. I due crani- quello umano e quello forse alieno- si trovano in un centro di Palo Alto, in California, per un esame estremamente sofisticato effettuato con un macchinario che procede alla scansione elettronica. Lloyd Pye lo spiega così: “È in grado di affettare virtualmente i due crani in strati sottilissimi, fino a 5/10 cellule!!! È una cosa pazzesca, no?
Lo scopo di questa scannerizzazione è cercare prove della presenza di quelle che noi chiamiamo fibre, incorporate nella matrice dell’osso, e scovare tracce di quei residui rossi che abbiamo trovato nei fori spugnosi. Né le une né gli altri sono mai stati individuati nelle ossa di un’altra specie vivente. Se ci riusciremo, diffonderemo le foto della scansione al microscopio elettronico. Forse servirà a convincere nuovi, potenziali investitori che abbiamo davvero un reale teschio alieno tra le mani. Chissà, forse qualcuno deciderà di investire in questa ricerca…”
I risultati di questo esame ultratecnologico stanno per arrivare. Si tratta di miliardi di dati che i computer del centro di Palo Alto stanno elaborando. Secondo Pye, potrebbero essere pronti verso la metà del mese di gennaio. Insomma, ci siamo: sarà un tassello in più di questo mosaico che un po’ per volta si sta formando e che potrebbe rivelare una verità a dir poco sconvolgente.
SABRINA PIERAGOSTINI