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È caccia senza quartiere ai pianeti extrasolari. Nell’agone ora scendono anche gli astronomi dilettanti: va proprio a loro il merito di aver recentemente scoperto, passando al setaccio i dati dei telescopi della Nasa,  ben 42 nuovi mondi alieni. Di questi, 15 sarebbero potenzialmente abitabili incluso un gigante delle dimensioni di Giove che si trova nella fascia di abitabilità della sua stella.

UN TEAM DI ASTRONOMI DILETTANTI HA SCOVATO 42 NUOVI PIANETI

A scovare questi interessanti candidati ad ospitare la vita extraterrestre sono stati i quaranta volontari che aderiscono al progetto “Planet Hunters” (“Cacciatori di pianeti”) sotto la supervisione di Zooniverse. I risultati ottenuti dal team amatoriale dovrà essere sottoposto al controllo di astronomi professionisti, ma ci sono pochi dubbi sull’esattezza dei loro calcoli.

“Ci sono tanti pianeti che sfuggono all’esame degli esperti del settore e che vengono poi recuperati dal lavoro al computer di questi volontari”, spiega Chris Lintott, docente dell’Università di Oxford e a capo di Zooniverse, che aggiunge:  “Va sottolineato che davvero chiunque può scoprirne uno“. E non solo. Questi 42 nuovi mondi trovati dal Planet Hunters Project dimostrano anche quanto essi siano diffusi attorno a noi: spuntano ovunque si punti un telescopio.

Come dicevamo, questa nuova lista presenta dei soggetti degni di nota. Tra tutti  quel pianeta gioviano denominato Ph2 b. L’hanno trovato grazie agli indizi raccolti da Kepler, il telescopio orbitante, ed è già stato confermato con una probabilità del     99, 9 per cento dall’Osservatorio astronomico delle Hawaii. Il gigante si trova nella fascia di abitabilità della sua stella- alla distanza giusta per mantenere l’acqua allo stato liquido- e presenta temperature superficiali stimate tra i 30° e i -88° C.

UN' ELABORAZIONE GRAFICA DI COME POTREBBE APPARIRE PH2 B

Ma secondo i ricercatori, è troppo grande per ospitare la vita. Ciò non toglie, però, che attorno a Ph2 b possano invece orbitare dei satelliti abitabili. “Ogni luna di questo pianeta appena scoperto potrebbe esserlo- sostiene Ji Yang, della Yale University, autore dell’articolo pubblicato dall’ Astrophysical Journal e disponibile sul sito Arxiv.

L’ipotetica luna (la cui esistenza non è stata ancora accertata) dovrebbe avere ovviamente un nucleo roccioso, possedere una qualche forma d’atmosfera oltre ad acqua liquida in superficie. “Dobbiamo immaginarci qualcosa di simile a quanto descritto dal film Avatar, dove Pandora in realtà è il satellite abitabile in orbita attorno al pianeta gigante Polifemo” conclude  Ji Yang.

Ma quello di Ph2 b non dovrebbe essere l’unico caso, anzi. Due astronomi, Rory Barnes e Rene Heller, sono convinti che la maggior parte dei pianeti oversize– anche quelli gassosi- possano avere lune adatte alla vita, a patto-ovviamente- che essi si trovino nella fascia di abitabilità della loro stella di riferimento.  Non è l’unica condizione indispensabile, però. Infatti la fascia di abitabilità per le esolune è un po’ diversa da quella per gli esopianeti.

Per valutare le reali condizioni che consentono lo sviluppo di forme viventi, conta molto anche dove quel satellite si colloca rispetto al suo pianeta. Gli studiosi hanno notato che quelli in rotazione sincrona con il loro pianeta e con due sorgenti di illuminazione possono andare incontro a drammatici cambiamenti. Se è troppo vicino, infatti, può essere sottoposto a violenti effetti gravitazionali: la  sua atmosfera potrebbe così disperdersi e l’acqua superficiale evaporare.

“Un osservatore che si trovasse sulla superficie di una luna del genere sperimenterebbe un ciclo giorno/notte molto diverso da quello che vediamo sulla Terra”, spiega Rene Heller. “Ad esempio, le eclissi stellari potrebbero portare all’improvviso le tenebre a mezzogiorno. Inoltre, un satellite sincronizzato al proprio pianeta, come la nostra Luna, avrebbe sempre un emisfero in ombra e ciò renderebbe abitabile solo metà della superficie, dal momento che non riceverebbe mai la luce riflessa.”

MOLTI PIANETI GIGANTI POTREBBERO AVERE SATELLITI ABITABILI

Va detto che finora non sono state individuate lune abitabili, ma è evidente che la sola eventualità che esse esistano moltiplica quasi all’infinito le possibilità di trovare, da qualche parte nella galassia, una copia della Terra. Inoltre, anche i pianeti gassosi– rapidamente esclusi dall’elenco dei candidati- rientrerebbero in gioco. E così, i miliardi di mondi alieni tra i quali indagare aumentano a dismisura. Certo, è come cercare un ago nel pagliaio: ma ne vale la pena, no?

SABRINA PIERAGOSTINI

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