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Basi permanenti sulla Luna, viaggi di sola andata su Marte. L’esplorazione spaziale prevede negli anni a venire la colonizzazione del sistema solare, a partire dal nostro satellite e dal Pianeta Rosso. Ma di cosa si ciberanno i pionieri del cosmo? Di pillole vitaminiche e di alimenti sintetici? Forse no. Gli scienziati sperano nel prossimo futuro di poter coltivare piante al di fuori dell’atmosfera terrestre. E la grande novità è che quel futuro è già iniziato. Ieri.

ANCHE I RUSSI PROGETTANO BASI PERMANENTI SUL NOSTRO SATELLITE

Il 2 aprile 2013 è infatti partito un esperimento all’Università di Wageningen UR, in Olanda, nell’istituto di Alterra, uno dei centri più importanti al mondo per lo studio dell’ambiente. L’ecologo Wieger Wamelink vuole infatti verificare se sia possibile far crescere i vegetali che compongono la nostra normale dieta anche sulla Luna. “Marte è ancora lontano, ma il nostro satellite è a portata di mano, è molto più realistico stabilire una colonia lassù”, ha spiegato il ricercatore.

Non solo. Conosciamo già bene la composizione del suolo lunare. “È una polvere minerale. Quello che sto cercando di capire è se le piante possano crescere in quel substrato oppure se mancano alcune componenti essenziali al loro sviluppo. È uno studio che nessuno finora ha mai fatto. Poi un po’ per volta scopriremo di più del suolo marziano: ecco perchè abbiamo incluso anche il Pianeta Rosso nella nostra ricerca.”

Il team del professor Wamelink dovrà dunque confrontare i requisititi necessari per alcuni tipi di piante e le componenti del suolo extraterrestre finora esaminato. Alterra possiede un database che può analizzare le 25 precondizioni abiotiche di ogni specie, calcolando così le possibilità che essa sopravviva o meno in quelle condizioni estreme. Inoltre il “cervellone” del centro olandese può anche memorizzare informazioni sui metalli pesanti e sui minerali. Utilizzando questi elementi, dovrà stabilire quali vegetali  potrebbero teoricamente crescere anche sulla Luna o su Marte.

L'ESPERIMENTO OLANDESE PER COLTIVARE PIANTE AL DI FUORI DELLA TERRA

In pratica, nelle serre di Alterra semi di piante selvatiche e di colture agricole sono stati piantati in terreni che riproducono quei suoli extraterrestri forniti dalla NASA. Lo sviluppo di questi germogli sarà paragonato alla crescita di quelli posti in normale terriccio. Ovviamente, non mancherà l’ossigeno, perchè si presuppone che nelle future basi spaziali sarà riprodotta l’atmosfera presente sulla Terra. “Ipotizziamo che saranno costruite delle cupole, nelle quali oltre all’aria sarà presente anche l’acqua, trovata in loco oppure trasportata dal nostro pianeta”, conferma l’ecologo. “Le piante stesse poi produrrebbero ossigeno riciclando l’anidride carbonica, fino a creare una sorta di ecosistema.”

Ultimo passo dell’esperimento, una volta che lattughe o pomodori saranno pronti, sarà verificarne la sicurezza alimentare: le coltivazioni dovranno rispettare dei parametri per evitare che possano essere in qualche modo tossiche o non adatte al consumo umano. Una volta appurata la possibilità di ricreare orti e serre al di fuori del nostro pianeta, l’idea di fondare colonie umane nello spazio attorno non sarà più solo una affascinante ipotesi, ma una fattibile realtà.

SABRINA PIERAGOSTINI

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