“La Casa Bianca ha contribuito a tenere celata alla pubblica opinione la verità su una presenza extraterrestre che sta studiando il nostro pianeta”. Lo ha affermato in un’ intervista alla tv americana ABC l’ex senatore Mike Gravel, uno dei sei rappresentanti del Congresso ad aver preso parte al “Citizen Hearing on disclosure“, l’audizione che si è svolta nei giorni scorsi a Washington.
Quaranta relatori di dieci diverse Nazioni del mondo- per l’Italia, c’era il sociologo Roberto Pinotti– dal 29 aprile al 3 maggio hanno portato la loro testimonianza in merito alla questione aliena: tra loro, politici in pensione, scrittori, ricercatori, ex militari, esponenti governativi. Molti i nomi illustri: dall’astronauta di Apollo 14 Edgar Mitchell al fisico Stanton Friedman, dall’ufologo britannico Nick Pope all’ex ministro degli esteri canadese Paul Hellyer. La “cinque-giorni”, promossa da Stephen Bassett, ha così portato sotto i riflettori internazionali decine di casi ufologici, documenti ed inchieste.
Si è così riparlato della nota vicenda di Rendlesham Forest– l’Ufo avvistato per varie notti di fila nelle basi gemelle della RAF Bentwaters e Woodbridge, nel Regno Unito- con i racconti di alcuni dei protagonisti, all’epoca (era il dicembre del 1980) in servizio. John Burroughs and James Penniston hanno denunciato l’impossibilità, ad oggi, di ottenere le cartelle cliniche compilate più di trent’anni fa, all’indomani del fenomeno mai chiarito di cui furono i primi testimoni e sempre negato dai vertici delle Forze Armate.
Gli avvistamenti, avvenuti in un luogo così sensibile e durante gli anni della Guerra Fredda, furono oggetto di indagini, dopo i rapporti presentati dai militari coinvolti, incluso il colonnello Charles Halt. Eppure, tra le migliaia di pagine conservate per decenni negli archivi del Ministero della Difesa britannico e declassificate a partire dal 2008, non c’è una sola riga su Rendlesham Forest. Tutti i file sono scomparsi. Ufficialmente, smarriti. Non si sa quanto involontariamente.
Nuove rivelazioni sul famigerato crash di Roswell sono invece arrivate dalla testimonianza video di un sedicente agente della Cia che ormai molto anziano e malato ha deciso di raccontare quello che ha visto nei lontani anni ’50, pur senza rivelare il proprio nome. L’Anonimo, intervistato da Richard Dolan, ha rivelato di aver collaborato al “Project Blue Book”- lo studio condotto dall’aeronautica militare statunitense sugli Ufo, la cui relazione finale definì “scientificamente non rilevante” tutti i casi analizzati. “Una mezza truffa”, lo ha definito Mister X, ammettendo che molti degli avvistamenti erano stati bellamente inventati.
Ma a fare più scalpore sono i suoi ricordi sull’Area 51. Il sedicente agente della Cia avrebbe visitato la base segreta del Nevada insieme al suo superiore, con lo scopo di raccogliere dati ed informazioni da riportare al presidente Eisenhower. E lì, avrebbe visto varie astronavi aliene, compresa quella che si era schiantata nel 1947 a Roswell. Ma non solo: in una altra zona della base, la cosiddetta S4, avrebbe potuto osservare di persona delle entità biologiche extraterrestri.
Quelle “EBE” sulle quali si è soffermata la scrittrice e sceneggiatrice Linda Molton Howe. “C’è qualcosa di sbagliato, nel ventre di questa Nazione- ha detto nel suo intervento- ed è legato alla negazione da parte del nostro Governo dell’esistenza di entità biologiche extraterrestri, per chiamarle come fanno loro, perchè queste parole compaiono nei documenti. Esistono da secoli e c’è una relazione stretta tra quello che noi siamo e quello che loro hanno fatto. Personalmente, ritengo che non abbiano atteggiamenti ostili, non vogliono ucciderci, ma stanno svolgendo un programma di ricerca su quello che avviene sul nostro pianeta, in superficie e al di sotto.”
A convincere l’ex senatore Gravel della serietà e della fondatezza della questione aliena sono state soprattutto le deposizioni di alcuni veterani dell’USAF, come il capitano Robert Salas, in merito all’attività Ufo attorno a siti nucleari americani durante gli anni più bui del confronto Usa-Urss. Mentre i due nemici si fronteggiavano a suon di minacce, potenziando il proprio arsenale, un terzo contendente sarebbe più volte intervenuto per disattivare le testate atomiche. L’ultima volta, nel 2010, quando per un’ ora gli Stati Uniti hanno perso il controllo di 50 missili intercontinentali custoditi nella base del Wyoming.
Per Mike Gravel, sarebbe questa la “pistola fumante” – la prova definitiva, insomma- che qualcuno ci sta monitorando e lo fa con grande attenzione, perchè siamo molto bellicosi. Ma anche l’ex deputato Carolyn Kilpatrick- anche lei invitata all’audizione- è rimasta impressionata dalla mole di testimonianze e documenti presentati dai relatori di Washington. “Il nostro Paese ha banalizzato la questione extraterrestre, l’ha trasformata in un gioco, rappresentando gli E.T. come omini verdi con le antenne. Adesso io credo che sia molto di più. E non è uno scherzo.”
Alla fine dei lavori, è stata diffusa una dichiarazione firmata dagli ex parlamentari a sostegno dell’iniziativa della Citizen Hearing Foundation, volta a raccogliere i fondi necessari per promuovere una campagna di informazione internazionale e trovare un paese disponibile a presentare una risoluzione all’Assemblea Generale delle Nazioni Uniti. Obiettivo: organizzare, sotto il patrocinio dell’ONU, una conferenza mondiale sugli Ufo. Ecco il passo centrale del documento:
“Considerato che, in virtù delle nuove conoscenze scientifiche sui pianeti potenzialmente abitabili, sarebbe un atto di arroganza asserire che gli uomini siano gli unici esseri senzienti della galassia; considerato che un numero crescente di testimoni credibili hanno portato prove schiaccianti sulla presenza di mezzi volanti non identificati e non spiegati che secondo molti rispecchiano un’intelligenza extraterrestre; considerato che, viste le enormi implicazioni su scala globale, nel caso in cui questi mezzi volanti fossero davvero di origine extraterrestre, un simile argomento sarebbe di pertinenza dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite; allora, sottoscriviamo la richiesta della Citizen Hearing Foundation.”
SABRINA PIERAGOSTINI