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Viaggio tra gli spiriti del Castello di Cusercoli

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In quanto a leggende e storie di fantasmi, i castelli italiani non hanno proprio nulla da invidiare ai più celebrati manieri scozzesi. Non c’è borgo o contrada di origine medioevale che non vanti almeno uno spettro o un fenomeno paranormale da raccontare al visitatore di passaggio. E spesso, le storie più intriganti sono quelle meno note.

IL CASTELLO DI CUSERSOLI, SULL’APPENNINO FORLIVESE

Accade a Cusercoli, frazione di una manciata di case abbarbicata su uno sperone degli appennini forlivesi. La rocca venne edificata a partire dal XI secolo, su quello che restava di un precedente edificio romano. Nel 1400 il castello venne ampliato dai Malatesta, per poi passare di mano nel corso dei secoli  fino ad arrivare agli ultimi proprietari, i Conti Guidi. Gli stessi che possedevano il Castello di Montebello, sopra Rimini, tristemente famoso per l’anima di Azzurrina che ancora si aggirerebbe tra quelle mura turrite.

Molti lo ignorano, ma la maggior parte delle suppellettili e del mobilio che oggi i turisti ammirano nelle stanze abitate un tempo dalla sfortunata bambina dai capelli blu prima si trovavano proprio nelle sale- ora mezze diroccate– di Cusercoli. Ma in questo Castello gli incroci storici sono affascinanti: qui, nel XIII secolo, visse Paolo Malatesta di Giaggiolo, immortalato dal V canto dell’Inferno dantesco con l’amante Francesca uccisa insieme a lui; da queste parti, passò anche Caterina Sforza, che espugnò la rocca con le sue truppe nel 1495.

Oggi, il castello- di proprietà pubblica- ha dimenticato gli antichi fasti. Del maniero che fu, restano alcune pareti affrescate, soffitti finemente dipinti e stanze abbandonate a se stesse. Un luogo imponente ed inquietante, il posto ideale per immaginare strane presenze. E infatti, la gente di Cusercoli racconta da decenni di ombre avvistate dietro le grate delle sale disabitate e di musiche provenienti dall’adiacente chiesa di San Bonifacio- dove l’organo neppure c’è.

“Non appena sono entrato, ho sentito che era carico di energia“, dice Roberto Montefusco, componente della Compagnia di Ricerca, il team che ha voluto indagare su queste leggende. “All’inizio ho preso l’avventura alla leggera, perchè qui tutto è affascinante. Ma poi le energie sono mutate: per noi è stata un’esperienza sconvolgente“.  Di quella lunga notte trascorsa tra quelle antiche mura restano infatti registrazioni di suoni ed immagini anomale.

LA CHIESA DI SAN BONIFACIO, ALL'INTERNO DEL CASTELLO

“Ad un certo punto, mentre eravamo in sacrestia, abbiamo sentito distintamente una specie di canto, molto sottile, di tonalità bassa”, continua Montefusco. Non era una suggestione: i microfoni hanno effettivamente catturato un suono inequivocabile. “Si sentono perfettamente le note di un organo e le voci che cantano“, conferma Marino Fantuzzi. “È la prima volta che mi capita una cosa del genere, due fenomeni paranormali in contemporanea.”

Marino e Roberto affermano di essere sensitivi: sarebbero in grado di vedere e di sentire gli spiriti, di percepirne le esperienze vissute, le stesse che ancora li tratterrebbero qui, nella nostra dimensione. Durante l’indagine a Cusercoli, sarebbe loro apparsa una bambina dalla storia straziante: abbandonata da piccola in quella chiesa e affidata dalla sua poverissima famiglia ai frati perchè la accudissero, avrebbe invece subìto sevizie e soprusi, fino a morire, proprio in quel luogo consacrato.

La piccola avrebbe chiesto preghiere e fiori da depositare in un luogo preciso della sacrestia. “D’istinto, mi sono girato ed ho fatto una foto in quel punto: sullo schermo della macchina digitale mi è apparsa una sfera azzurra, grande qualche centimetro, a mezzo metro dal pavimento”, dice Montefusco. Ingrandendo ed analizzando quell’immagine, la Compagnia di Ricerca sostiene di aver individuato un volto: un volto di bambina.

 

NELLA SFERA AZZURRA APPARIREBBE IL VOLTO DI UNA BIMBA

Un’altra foto è stata invece scattata in quelle che erano le segrete del castello, dove centinaia, forse migliaia di prigionieri hanno trovato una morte atroce. In un angolo, una sagoma sembra emergere dal buio ed appoggiarsi ad una parete. “Di ombre ne abbiamo viste molte e tante sono rimaste impresse anche nei filmati realizzati con le telecamere agli infrarossi”, sostiene Maurizio Bertini, che nella squadra di questi Ghostbuster made in Italy segue sul multischermo le immagini riprese in contemporanea dalle diverse strumentazioni.

Ma non solo. Durante la perlustrazione notturna, si sono ripetuti episodi strani: rumori di passi, echi di lamenti, una scala crollata all’improvviso senza che nessuno la sfiorasse. “Mi sono impressionato, avrei preferito rimanere a casa questa volta, lo dico sinceramente”, ammette il cameraman del gruppo, Mattia Florulli. “Di luoghi così ne ho visti parecchi, all’inizio ero tranquillo. Però quando è caduta la scala, mi sono detto: qui qualcosa non va…”

Qualcosa di molto insolito ha turbato anche Marino Fantuzzi. Quando si è allontanato di qualche metro dal gruppo, si è sentito come aggredito da un’energia che lo ha colpito in pieno petto, con la violenza di un pugno. È rimasto senza fiato per qualche istante, spaventato e sorpreso. Lì ha capito che era meglio sospendere: il gioco stava diventando pericoloso.    

DAL BUIO SEMBRA APPARIRE UN VOLTO DA DIETRO LA ROCCIA

 “È stata una nottata pesante. Ho avuto paura, lo ammetto”, dice il sensitivo. “Dovrei essere abituato a certe cose, ma alcune situazioni mi hanno sconvolto. Ho percepito molto dolore, ho rivissuto in prima persona la sofferenza di questa bambina: alla fine mi sentivo a pezzi. Qui deve essere successo qualcosa di atroce e l’esperienza nel Castello mi ha lasciato il segno.” E lo ha lasciato anche sulle strumentazioni della Compagnia di Ricerca, soprattutto se si ascolta quel canto gregoriano rimasto inciso e che sembra non avere spiegazioni razionali.

 SABRINA PIERAGOSTINI 

 

 

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