Negli Stati Uniti chiusi per shutdown, anche il sito della Nasa ha smesso di funzionare. “A causa della mancanza di fondi del governo federale, il website non è disponibile. Ci scusiamo per l’inconveniente”, recita una scritta che appare digitando sul pc www.nasa.gov. Un inevitabile effetto del braccio di ferro sul bilancio tra democratici e repubblicani, a quanto pare. O forse, solo un abile stratagemma per evitare di dare notizie imbarazzanti – o peggio, preoccupanti – sulla ormai imminente Ison.
ISON HA APPENA RAGGIUNTO IL PUNTO DI MASSIMA VICINANZA A MARTE
Le ultime notizie sulla supercometa (contraddistinta dalla sigla C/2012 S1) , attesa nei nostri cieli giusto giusto per Natale, la danno vicinissima a Marte ( ieri lo ha sorvolato a “soli” 10,8 milioni di chilometri dalla sua superficie) e oltre il punto nel quale il calore emesso del Sole fa sciogliere gli elementi volatili di cui è costituita. A questa distanza, il ghiaccio che ne avvolge il nucleo roccioso, sublimando e trasformandosi in gas, renderà la coda di Ison molto più luminosa e spettacolare.
Ma mai quanto avverrà il prossimo 28 novembre: in quel giorno, la cometa raggiungerà il suo perielio, ovvero il punto di massima vicinanza alla nostra stella, e si illuminerà di immenso. A patto, ovviamente, che sopravviva a questo incontro a tu per tu con il Sole: secondo gli astronomi, ci sono 50 probabilità su 100 che si frantumi e 50 che superi indenne l’appuntamento. Solo allora avremo la sicurezza di vederla splendere, tra dicembre e gennaio, anche sopra le nostre teste e senza bisogno di telescopi.
Per ora, dice Matthew Knight, C/2012 S1 appare un po’ più luminosa della collega Lovejoy, apparsa nei cieli australi nel 2011. Secondo l’astronomo della Nasa, Ison sarebbe grande circa il doppio: dunque, avrebbe un nucleo di appena un chilometro di diametro. Una stima decisamente al ribasso. Altri scienziati, osservando l’emissione di polveri (oltre 51 mila kg al minuto) ne hanno ipotizzato un diametro di almeno 5 chilometri– nulla comunque di eclatante. Ma altri ricercatori hanno azzardato numeri molto, molto maggiori arrivando persino a centinaia di chilometri.
IL NUCLEO DELLA COMETA È SPEZZATO IN TRE?
Ma se così fosse, non ci troveremmo di fronte ad una semplice cometa, per quanto super, ma a qualcosa di molto diverso e al momento non noto. Le anomalie non si contano. Innanzitutto, sono pochissime le immagini diffuse dai canali ufficiali ed hanno fatto discutere, a questo proposito, le fotografie scattate dal telescopio spaziale Hubble.
Alcune, in particolare, sembrano mostrare un nucleo ripartito in tre parti e la presenza di “satelliti”, una sorta di piccoli asteroidi compagni di viaggio nel cosmo. Oltre a dimensioni e forma, ad oggi non sono ancora chiare neppure la sua rotazione assiale e la sua composizione. Insomma, mai evento astronomico- per giunta tanto atteso e previsto con largo anticipo come questo- fu più vago e lacunoso.
Ecco perchè c’è spazio per ipotesi sconcertanti. Come quelle dell’astronomo “eretico” James McCanney che dal suo blog continua a lanciare alert su Ison. Nell’ultimo, postato poche ore fa, ha di nuovo puntato il dito contro gli ex colleghi della Nasa, accusandoli di alterare e celare i dati rilevati da Hubble e dalle strumentazioni collocate su Marte, come il Mars Reconnaissance Orbiter e il rover Curiosity.
“Hanno certamente visto quella miriade di interazioni elettriche tra Ison e il pianeta, come le ho viste io. Ma stanno nascondendo le informazioni sulla sua luminosità da quando hanno scoperto la presenza di raggi X nelle comete, come io avevo predetto.” Lo scienziato, in aperta polemica con il resto del mondo accademico, sostiene che questi oggetti non siano semplici “palle di neve sporca” a spasso per la galassia, ma corpi rocciosi dotati di una carica elettromagnetica.
C’è dunque una congiura del silenzio? Un oggetto di appena 5 km di diametro può davvero essere la cometa del millennio? O forse gli scienziati allineati al potere stanno mascherando la reale natura di C/2012 S1? E dunque, lo shutdown è solo un alibi per consentire alla Nasa di chiudere il flusso di informazioni scomode su questo misterioso viaggiatore spaziale?
UN'IMMAGINE DI ISON RIPRESA DAL TELESCOPIO HUBBLE
I teorici del complotto non hanno dubbi. Per loro, le risposte sono già chiare: in avvicinamento al nostro sistema solare, c’è un oggetto decisamente massivo, di natura forse planetaria e potenzialmente pericoloso. Nulla a che vedere con una normale seppur scenografica cometa. Per noi, comuni mortali, l’appuntamento è al prossimo 28 novembre: se Ison supererà l’esame del Sole, presto la vedremo anche noi, ad occhio nudo. E la verità, allora, non potrà più essere nascosta.
SABRINA PIERAGOSTINI