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Viaggio a San Bonico, la Medjugorje italiana

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L’appuntamento è alle 18, in un podere nelle campagne piacentine, all’ingresso del paesino di San Bonico. È qui che da 9 anni un uomo afferma di vedere la Madonna, di parlarle, di ricevere da lei dei messaggi destinati all’intera umanità. Ora quell’uomo schivo e riservato è davanti a me, pronto a raccontarmi la più straordinaria delle storie.

L'ALBERO NEL CAMPO DI SAN BONICO TRASFORMATO IN ALTARE

Merito soprattutto di Mirella Molinari, direttrice di Teleducato, l’emittente locale che ha seguito fin dall’inizio questa sorprendente vicenda. Mirella è riuscita a convincerlo ad incontrare la giornalista arrivata da Milano. Celeste Obertelli è un uomo sulla cinquantina, vende fiori nei mercati della zona, ha una moglie e due figli e non ama mettersi in mostra. “Io non conto mica, conta solo la Madonna”, mi dice rifiutando, con decisa cortesia, un’intervista vera e propria. La nostra sarà solo una chiacchierata informale. E le curiosità da soddisfare non mancano.

A partire dalle visioni: chi gli appare, quando afferma di vedere la Vergine Maria? “È una donna giovane, sui 35 anni, con gli occhi chiari, non molto alta e minuta. Più o meno assomiglia a quella statuetta là”, mi spiega Celeste, indicando l’effigie in gesso collocata su un albero, trasformato in edicola sacra. “Io non vedo un’immagine, qualcuno ha detto che è una proiezione o roba del genere… macchè, è in carne ed ossa: io l’ho anche toccata, le ho preso le mani e ho sentito un forte calore.”  Dettaglio non trascurabile: succede così anche a Medjugorje.

Le analogie però non finiscono qui. Anche a San Bonico, Maria si sarebbe manifestata tenendo in braccio un bimbo e presentandolo come suo figlio- dunque,  Gesù. E come accade ai veggenti bosniaci, anche Celeste entrerebbe in una sorta di trance, di estasi, quando si forma quella luce dalla quale poi vede emergere la figura femminile accompagnata dagli angeli. Di solito tre, ma a volte appare anche l’Arcangelo Michele, in tunica ed ali- secondo la più tradizionale delle iconografie.

Per tutta la durata dell’apparizione, gli occhi di questo uomo apparentemente normale rimangono fissi verso l’alto, spalancati, senza un battito di ciglia. Hanno anche provato a pungerlo con gli spilli, a provocargli dolore: nessuna reazione. Sarebbe disposto a sottoporsi a seri esami medici? “Potrei anche farlo, a patto di non essere usato come una cavia, però…”, dice un po’ spaventato. In questi anni, di problemi di salute ne ha avuti molti, soprattutto temporanee cecità annunciate proprio dalla Madonna. Le visioni, poi,  sono state spesso accompagnate da acute sofferenze fisiche, ma il fioraio di Piacenza non ha esitazioni. “Non so perchè abbia scelto proprio me, ma poter vedere Maria è un grande onore.”

IL FERMOIMMAGINE DEL VIDEO NEL QUALE, PER UN SOLO FOTOGRAMMA, APPARE UNA COLOMBA BIANCA

Tutto è cominciato nel 2004, dopo un grave lutto, uno di quelli che segnano per sempre un genitore. Un dolore atroce che ha fatto vacillare la fede di questo uomo semplice e solido. Ma un evento eccezionale gli ha cambiato la vita. L’11 luglio di quell’anno, mentre andava al lavoro, si è trovato davanti all’auto una strana nebbia, densa e lattiginosa, che arretrava man mano che la vettura avanzava. Quando si è fermata in un campo, Celeste Obertelli l’ha seguita, curioso.

La nebbia si è trasformata prima in una sfera brillante di mille colori, poi in un globo di luce dal quale è apparsa l’immagine della Madonna. Indicando il podere all’ingresso di San Bonico avrebbe detto: “Vieni a pregare qui tutti i giovedì sera. Non mancare mai.” Da quel giorno, lui non è mai mancato. E con il passare delle settimane è aumentato il numero delle persone che lo hanno imitato. Prima per semplice curiosità, ora per devozione spontanea. Ormai sono centinaia. Molti affermano di avere ricevuto delle grazie. “Io non chiedo a nessuno di venire. Ma chi vuole farlo, è sempre il benvenuto”, dice Celeste col sorriso timido sul volto.

La sua cautela è giustificata. La scorsa estate, il Vescovo di Piacenza ha diramato un comunicato ufficiale nel quale invitava i fedeli ed esortava i religiosi a disertare quelle veglie di preghiera, per il “rischio di compromettere la dottrina cristiana, sia per le omissioni o carenze nei messaggi che il signor Celeste Obertelli riceverebbe dalle presunte apparizioni della Madonna, sia per il linguaggio usato in questi messaggi, poco in linea con la tradizione cristiana.”

A preoccupare Monsignor Ambrosio, soprattutto l’evento accaduto il 27 dicembre scorso: davanti a decine di testimoni, nella mano sinistra del veggente si è aperta una ferita dalla quale si sarebbe formata un’ostia. “Se già era inopportuna la partecipazione a questi incontri soprattutto da parte di sacerdoti, a maggior ragione diventa ancor più inopportuna la partecipazione ad incontri in cui venisse portato il “Corpo di Cristo”. Sarebbe anzi motivo di turbamento e forse anche di scandalo dei fedeli. Per cui ho il dovere di raccomandare ai sacerdoti di non partecipare”, si legge nel testo.

L'OSTIA CHE SI SAREBBE MATERIALIZZATA DAL NULLA

Chi c’era, però, ricorda ancora con emozione e stupore quel momento. Come Giuliana, da anni ormai sempre presente ogni giovedì, con qualsiasi clima. “Io tenevo la mano sinistra di Celeste nella mia destra, posso assicurare che non nascondeva niente. Ad un certo punto, è crollato a terra, con le braccia tese, urlando per il dolore. E tutti hanno potuto vedere, nel suo palmo, l’ostia. Si è materializzata dal nulla.  Eravamo tutti sbigottiti, non riuscivamo a credere a nostri occhi. Però è successo. Io ho reso testimonianza scritta al Vescovo, perchè era mio dovere.” 

SABRINA PIERAGOSTINI

FINE PRIMA PARTE

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