Non si sa esattamente quando venne eretto, per quale preciso motivo e neppure da chi. Ma forse ora si comprende il perchè della sua collocazione. Parliamo di Stonehenge, una delle più antiche costruzioni al mondo che fa arrovellare da decenni storici, archeologi, antropologi ed astronomi. Ora, un gruppo di studiosi britannici ha avanzato un’ipotesi che- se corretta- potrebbe aiutare a far luce su questo straordinario monumento dell’età neolitica: sarebbe stato costruito vicino alla prima Spa della storia…
La chiave per risolvere il mistero si troverebbe ad Amesbury, in particolare sulle colline dalle quali sgorgano delle sorgenti di acqua calda. Le stesse che alimentano una serie di piccole vasche scavate nel terreno vicino al cerchio di pietre e rimaste intatte per migliaia di anni. Nascosto tra la vegetazione di una proprietà privata, lungo la strada, questo sito archeologico risalirebbe almeno all’ 8° millennio a.C.
L’acqua, in queste mini-piscine, si mantiene ad una temperatura costante di 11 gradi anche durante gli inverni più freddi. Quando i ricercatori le hanno esaminate, nel 2010, il paesaggio intorno era completamente imbiancato e il termometro era sotto lo zero. Ma le vasche non erano congelate, anzi: lì vicino la neve era sciolta. Hanno così ipotizzato che potesse essere proprio quell’elemento ad aver reso Stonehenge così importante alla fine dell’Era Glaciale.
Quell’acqua perennemente tiepida, che non congela mai, sarebbe stata un’attrazione irresistibile per quelle popolazioni che dovevano combattere contro temperature rigidissime e che vedevano i ghiacci progressivamente ritirarsi sempre più a nord. Andy Rhind-Tutt, presidente dell’ Amesbury Museum and Heritage Trust è convinto che quelle fonti calde siano essenziali per capire l’origine di Stonehenge.
“Si è sempre pensato che il monumento megalitico venne costruito proprio in quel punto per un motivo speciale“, ha detto al quotidiano britannico The Times. “Noi crediamo che la risposta si nasconda in queste sorgenti che alimentano il fiume Avon. Siamo andati sul posto in gennaio, quando faceva -10, eppure l’acqua era tiepida. Attorno, cresceva l’erba verde mentre il resto del paesaggio era innevato.”
Insomma, delle terme naturali, un luogo dove sopravvivere più facilmente ai rigori dell’inverno post-glaciale. Ma non solo: anche una zona nella quale si dovevano concentrare le varie specie di animali selvatici, ugualmente alla ricerca di cibo e di tepore, e quindi una specie di riserva di caccia per gli uomini della Preistoria.
In questa stessa area, sono stati trovati anche molti frammenti ossei antichi di 8 mila anni che testimoniano il tipo di dieta seguita dai nostri antenati del Neolitico. Un po’ a sorpresa, ne sono stati trovati molti che appartenevano a rane o rospi arrostiti, ma anche lische di salmone e vertebre del predecessore della moderna mucca. E poi nocciole e cervi rossi. “Sembra che questa gente avesse un menù da grand gourmet“, ha scherzato il professor David Jacques, dell’Università di Buckingham.
SABRINA PIERAGOSTINI